Capitolo 4
Sbuffo esasperata.
Non posso andare avanti così. Evitare Harley sta diventando sempre più impegnativo e lui non sembra avere la minima intenzione di lasciarmi stare. E ormai ho esaurito tutte le scuse a mia disposizione.
Mi ha quasi ignorata per due anni non capisco che cosa cerchi da me adesso!
- Hanna.
Oh accidenti.
Faccio finta di non sentirlo e salgo gli scalini a due a due.
- Hanna aspetta - urla inseguendomi.
Non mi fermo e corro attraverso il corridoio fin quando non vengo tirata per un braccio e fermata bruscamente. Inciampo all'indietro aderendo con la schiena al torace di Harley.
- Perché ho l'impressione che tu mi stia evitando? - chiede ironico non mollando la presa. Strattono il braccio girandomi verso di lui.
- Ti sbagli non lo sto facendo.
- Ah no? E allora perché stavi scappando?
- Non stavo scappando - ribatto evitando il suo sguardo. - È che sono molto stanca e.. non vedevo l'ora di mettermi a letto.
Il sopracciglio di Harley si alza mentre mi guarda scettico. - Alle due del pomeriggio?
- E allora? - mi pongo sulla difensiva incrociando le braccia al petto. - È un problema?
Sorride e tutta la mia determinazione svanisce. - Assolutamente no. Sei libera di fare ciò che vuoi.
- Bene allora se non ti dispiace.. - faccio per girarmi ma di nuovo mi blocca per il polso.
- Ti va di uscire con me? - chiede senza un minimo di esitazione. Spalanco e richiudo la bocca più volte non sapendo cosa dire o come reagire.
- Non credo sia una buona idea - declino cercando di essere il meno scortese possibile.
- Perché? - chiede lui confuso e spaesato. Certo, figuriamoci se Harley Colton abbia mai ricevuto un rifiuto in vita sua.
- Perché no - dico semplicemente.
- C'è un altro? O..o ti piace ancora "l'idiota"?
- No e no - pronuncio l'ultimo no ancora più duramente.
- E allora non capisco perché?
- Perché non puoi accettare il mio no e basta? - domando io seccata.
- Perché mi piacerebbe conoscerti meglio. Se non l'avessi capito mi interessi - ammette scompigliandosi i capelli castano chiaro. Starei ore ad infilare le dita in quella matassa soffice.
- No - esclamo disgustata di me stessa per i pensieri che faccio.
- Perché? Insomma, che ti ho fatto di male da non meritarmi neanche una possibilità?
Il respiro mi si blocca in gola e un brivido freddo mi attraversa tutto il corpo.
- Vuoi proprio saperlo?
Quella domanda mi esce d'impulso.
- Cavolo, si - allarga le braccia in segno di esasperazione.
- Bene. - Lui aspetta che vada avanti a parlare e io mi prendo un paio di secondi. - Primo anno - comincio - eravamo nella stessa classe di letteratura inglese e visto che tu non andavi molto bene in quella materia, ti hanno assegnato me come tutor..
Non serve che vada avanti vista la sua espressione. - Hanna Winter - sussurra mentre i ricordi lo investono come un treno.
- Già - affermo con scherno - Ciao, Harley.
Impreca sottovoce dandosi dell'idiota probabilmente per non avermi riconosciuta prima.
- Hanna io.. - tenta di avvicinarsi ma io gli rivolgo i palmi in segno di difesa e indietreggio.
- Lascia prendere - scuoto la testa. - Non ti servirebbe a niente scusarti adesso anzi peggioreresti la situazione.
Mi giro e comincio a muovere i primi passi.
- Fa come se non ti avessi detto niente e continua pure ad ignorarmi come hai sempre fatto.
È tutto ciò che dico prima di chiudermi la porta alle spalle e strisciare sul pavimento lasciandomi andare ad un pianto liberatorio.
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