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Capitolo 2

Oggi è domenica e non ci sono lezioni.

Mi sono dedicata per la maggior parte della giornata alla sistemazione della mia nuova casa e ora ho appena finito di fare ciò che mi piace di più. Cucinare.

Beh, in realtà ai fornelli me la cavo abbastanza bene ma la mia specialità sono i dolci. Il mio sogno é quello di aprire una pasticceria alla Buddy.

Sogno che va contro tutti i principi di mia madre che vuole che segua le sue orme come avvocato e che lavori nel suo studio.

Tiro fuori i biscotti da forno e aspetto che si raffreddino prima di metterli su un piatto di plastica. Li darò ad Ashlyn per avermi aiutata.

Aspetto che mi apra e divento sempre più nervosa. E se ci fosse Harley? non ho pensato a questo dettaglio prima.

Istintivamente mi controllo per vedere se sono a posto con i vestiti. I leggings e la felpa enorme non sono il massimo dell'eleganza ma.. a me non importa di quello che potrebbe pensare lui, giusto?

Sentendo la porta aprirsi alzo di scatto la testa e mostro il mio miglior sorriso. Ma le mie labbra si incurvano immediatamente verso il basso e la mia faccia assume un'espressione tra lo sconcerto, la paura, la rabbia e la sorpresa.

Harley. Davanti a me. In tutto il suo splendore.

- Ciao - esclama aggrottando la fronte non capendo chi sia. Il suo sguardo oceano percorre tutta la lunghezza del mio corpo soffermandosi sulle parti più interessanti.

Anche se non capisco che cosa ci sia di interessante in me adesso.

- Ciao - ripete sorridendo malizioso, usando quel suo tono sensuale. Lo stesso tono che quella sera mi ha portato tra le sue braccia.

Non mi ha nemmeno riconosciuta, come sospettavo d'altronde. Non sono cambiata poi così tanto rispetto a due anni fa: forse il seno si è ingrossato un po'..okay, parecchio e mi sono alzata di qualche centimetro. Per non parlare del fatto che ho tolto quello stupido apparecchio. Ma questo non gli dava il diritto di non ricordarsi più dell'unica ragazza vergine con cui lui sia mai andato a letto. Cerco di fare l'indifferente salutandolo con un cenno della testa e un sorriso forzato.

- Sto cercando Ashlyn, è in casa?

Vado dritta al punto ed evito il contatto con i suoi occhi facendo il tremendo errore di guardare verso il basso, verso i suoi addominali. Scolpiti. Perfetti. Ancora meglio di quanto li ricordassi l''ultima volta.

Harley non risponde continuando a guardarmi. Arrossisco sotto il suo sguardo persistente.

- Se non c'è posso ripassare un'altra volta - affermo per porre fine a questa situazione imbarazzante.

- No, è qui.

Si sposta leggermente spalancando bene la porta per lasciarmi passare. Sussurro un grazie e nell'entrare siamo così vicini che posso sentire il suo profumo. Caffè e dopobarba. Mi penetra nelle narici e so che non lo scorderò più.

Fantastico.

- Che cosa ti è successo Ashlyn? - esclamo in prenda al panico. Osservo la mia nuova vicina sul divano con un piede fasciato appoggiato al tavolino di fronte a lei.

- Oh niente di importante - dice sarcastica. - Solo un osso del mio piede si trova al lato sbagliato.

Mi siedo sul divano di fronte a lei con un espressione dispiaciuta.

- Per quanto lo devi tenere?

- Tre settimane - dice con una smorfia.

Appoggio il piatto sul tavolino.

- Beh, puoi consolarti con questi.

- Per me?

Annuisco. - E anche per te se ne vuoi.

Questa volta mi rivolgo al ragazzo seduto affianco ad Ashlyn. Il suo viso si illumina e non ci pensa due volte ad afferrarne uno.

- Adoro i biscotti - esclama con voce infantile - È buofiffimo, cavolo - si complimenta poi a bocca piena sputando briciole dappertutto.

- Mio Dio, Ashton,mangia bene! - lo rimprovera Ashlyn.

- Sfusa - risponde quello prendendone un altro. Ridacchio di fronte a quella scena così ridicola.

- È il tuo ragazzo? - domando.

Entrambi scoppiano a ridere alla mia domanda.

- No - riesce a rispondere tra le risa Ashton - e anche se lei lo volesse non sarebbe il mio tipo. Non mi piacciono le ragazze, per intenderci - ammette sorridendo.

- Oh scusate se ho frainteso. Sapete anche io ho un amico a cui non piacciono le ragazze.

Ashlyn gli tira una gomitata d'intesa. - Ed è carino?

- Se Seth non fosse gay, me lo farei, per intenderci.

- Hai detto Seth? Intendi Seth Wilson del terzo anno? - chiede lui incredulo.

- Proprio quello.

- Immagino che sia il bello e impossibile di cui mi parli sempre - interviene la castana.

Ashton arrossisce e abbassa timidamente lo sguardo.

- Parlavate di me?

Harley spunta dal nulla e si siede sul divano di fianco a me. Mi sposto leggermente lontano da lui a disagio.

- No, parlavamo di Seth Wilson - lo contraddice Ashley sbuffando.

- Wilson.. lo conosco è un tipo simpatico. Interessa a te? - si rivolge ad Ashton.

L'altro ancora non risponde ora rosso come un peperone.

- Credo di dover andare ora. Ho molto da studiare.

Mi alzo in fretta e prendo subito la strada verso la porta. Non riesco neppure a stare in sua presenza..

- Non vuoi restare qui a pranzare?

- No, grazie comunque. Ci vediamo domani.

Mi fermo con la mano sulla maniglia.

- Eh Ashton, vedrò di combinare un appuntamento.

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