Capitolo 18
HARLEY'S POV
- Sto venendo a prenderti - ribatto. -E pagherò qualsiasi cifra perché ti amo -
Le parole mi escono dalla bocca senza riflettere e prima che possa fermarle. Non avrei mai pensato di dirlo prima o poi: io, Harley Colton, innamorato perso di una ragazza.
E, invece, eccomi qui a dichiararmi ad Hanna nella situazione meno adeguata per farlo.
Mi passo una mano davanti alla faccia mentre cammino avanti e indietro in una delle stanze della centrale. Contattare la polizia è stata un' idea di Seth nonostante io non fossi d'accordo, motivo per cui abbiamo litigato pesantemente: l'unica cosa che a me interessa è riavere tra le braccia la mia ragazza e avrei fatto qualsiasi cosa per farlo, compreso pagare un riscatto da 10000 dollari. Ma lui ha pensato che fosse meglio farci aiutare dalla polizia e dopo che anche i miei fratelli hanno insistito ho ceduto e siamo venuti qui. Dopo aver spiegato loro la situazione si sono messi all'opera e mi hanno chiesto di chiamare il rapinatore per poter rintracciare la chiamata e trovare Hanna.
- Siamo riusciti a localizzarla. Hai fatto un'ottimo lavoro, Harley; un secondo in meno e avremmo perso il segnale -
L'agente Wilkins mi sorride rassicurante guardandomi mentre è piegato in avanti ad osservare lo schermo del computer.
Che cos'ha da sorridere? La mia ragazza è ancora in pericolo, non c'è niente di cui essere felici!
- Tranquillo fratellone, ora andiamo a prenderla -
Ashlyn mi sussurra comprensiva stando seduta sulla poltrona girevole e tiene una borsa del ghiaccio sulla testa per via della botta che ha preso. Dovrebbe andare in ospedale per assicurarsi che vada tutto bene ma è determinata ad assicurasi che Hanna stia bene prima. Oltre a lei e Seth ci sono anche Dave e la sua amica, di cui non ricordo il nome. L'agente Wilkins e un altro poliziotto parlottano tra loro probabilmente sul da farsi e io mi sto rompendo di questa attesa assurda.
- Allora? - chiedo con impazienza.
- Allora, ragazzo, andiamo a liberare la tua fidanzata - risponde prima di avviarsi fuori dalla stanza.
Lo seguo e come me anche tutti gli altri. Io e Seth, entrambi iper preoccupati, camminiamo fianco a fianco all'agente.
- Quando raggiungeremo il posto sappiate che resterete in macchina e aspetterete lì fino alla fine dell'operazione - ci avverte.
- Ma.. -
Non mi lascia il tempo di protestare che aggiunge: - È una missione delicata, non sappiamo se sia armato e non possiamo rischiare di fare un passo passo falso e mettere in pericolo la vita dell'ostaggio -
- Hanna - lo interrompo bruscamente correggendolo. Non è semplicemente un ostaggio è il mio angelo.
- La vita di..Hanna - continua - e voi non siete preparati ad affrontare una cosa del genere perciò niente obiezioni -
Stringo i pugni e faccio una smorfia contrariata. So che ha ragione ma non voglio starmene con le mani in mano.
Soprattutto ora che sono seduto in questa cavolo di auto da 8 lunghissimi minuti e 56 altrettanto lunghissimi secondi di attesa. Non abbiamo lasciato venire con noi Ashlyn, Dave e la sua amica.
Wilkins e una scorta di tre agenti sono entrati nella casa e spero vivamente che traggano Hanna sana e..
- Merda - impreca Seth.
Sussulto, quello era uno sparo. Hanno sparato, che cazzo.
Spalanco la portiera e senza perdere un attimo mi catapulto fuori dalla macchina. Il mio cuore batte furioso mentre prego perché non le sia successo niente.
Il rumore di un'altra portiera che sbatte e i passi che mi raggiungono mi fanno capire che Seth mi sta seguendo.
- Non pensare di fermarmi - sbotto camminando sempre più veloce. Non mi interessa di quello che ha detto Wilkins ho tutte le intenzioni di entrare là dentro.
L'agente ha pensato bene di parcheggiare la macchina non troppo vicino alla casa per non destare sospetti.
- E chi vuole fermarti - ribatte lui superandomi. Saliamo i gradini spintonandoci per arrivare prima alla porta.
È un comportamento infantile e lo sappiamo entrambi dato che è ancora più stupido vista la situazione.
- Figurati, lasciano aperta la porta apposta per te - mi deride quando tento di spingere quell'ostacolo che mi separa dal mio angelo. - Non posso credere che abbia scelto di stare con uno come te - sussurra ma il suo tono di voce è abbastanza forte perché possa sentirlo. Apro la bocca per rispondergli come si deve ma poi cambio la direzione delle mie parole.
- Senti, la mia ragazza è rinchiusa lì dentro da ore, hanno appena sparato e lei potrebbe.. - Non voglio neanche pensarci. - In ogni caso, se hai intenzione di aiutarmi a salvarla bene altrimenti vattene - dico con voce dura. Resta per qualche secondo in silenzio guardandomi come se mi fosse cresciuto un terzo occhio.
- Come entriamo? -
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