Camp Rock - 2
Anche Ed sapeva di quello che stava succedendo tra loro. Harry si sentiva un po' in colpa per quello, ma quando il rosso aveva trovato il biglietto che Louis aveva lasciato nella sua stanza, non aveva potuto fare molto se non farlo calmare e spiegargli bene tutta la situazione.
Ed, ovviamente, era poi corso a parlarne con Niall e da quel momento i due avevano iniziato a passare fin troppo tempo insieme, tanto che Harry si trovava sempre più spesso abbandonato con Bebe e Rose, che si limitavano a parlare di vestiti e ragazzi carini -non che ad Harry dispiacessero come argomenti.
Quel sabato pomeriggio Harry ci mise ancora più tempo del solito a prepararsi, correndo via dal suo bungalow con una scusa inventata sul momento e la speranza che Niall lo coprisse dai dubbi delle ragazze. Era incredibilmente agitato e, al tempo stesso, non vedeva l'ora di essere di nuovo seduto accanto al cantante.
Entrò nella mensa con i soliti minuti di ritardo, chiudendosi la porta alle spalle mentre Louis, in piedi accanto al pianoforte, sollevava lo sguardo verso di lui, rivolgendogli subito il suo solito sorriso dolce.
«Hey begl'occhi»
Harry sentì le guance colorarsi automaticamente. «Ciao Lou»
Arrivò davanti a lui con un paio di falcate, buttandogli le braccia al collo e stringendolo in un abbraccio. Pensando a quanto gli fosse mancato in quei due giorni di lontananza, immerse il naso nei suoi capelli disordinati mente sentiva le sue mani stringergli immediatamente i fianchi e accarezzargli la schiena da sopra la maglietta.
«Spero per te che questo non sia per vantarti della tua altezza da giraffa» Disse Louis dopo un po', mordicchiandogli giocosamente il lobo dell'orecchio.
Harry scoppiò a ridere, allontanandosi quel tanto che bastava per poter incrociare lo sguardo del maggiore. Erano talmente vicini che poteva sentire il respiro del maggiore battergli sulla guancia.
«Posso baciarti?» Chiese, mordendosi il labbro e passando una mano tra i suoi morbidi capelli lisci.
«Mi offenderei se non lo facessi» Mormorò il maggiore in risposta, avvicinandosi a lui.
Harry fece timidamente unire le loro labbra, ancora indeciso sui movimenti da fare. Si gustò per qualche secondo la morbidezza delle sue labbra fini contro le proprie, prima di far passare la lingua sul labbro inferiore. Louis non esitò a schiuderle con un mugolio contento, appoggiandosi al pianoforte e stringendolo contro il suo busto.
Louis non prese mai le redini del bacio, rimase semplicemente fermo, muovendo tranquillamente la lingua contro la sua e accarezzandogli la schiena, scendendo spesso al di sotto della cintura, palpandolo per lunghi secondi che ad Harry sembravano sempre infiniti, prima di risalire e solleticargli giocosamente i fianchi.
«Sei incredibilmente bravo a farlo» Disse Louis, soffiando contro le sue labbra una volta che si furono staccati a causa della mancanza d'ossigeno. «Davvero bravo. Hai delle labbra fantastiche»
Louis non disse dove altro avrebbe voluto sentire quelle labbra, ma il suo sguardo malizioso bastò perché Harry lo capisse. Il riccio fece una una pernacchia sulla guancia prima di riprendere a baciarlo con un po' più di confidenza, diventando sempre più sciolto ogni secondo che passava.
Louis sapeva di tabacco e menta, i suoi capelli già completamente incasinati erano perfetti per passarci le mani in mezzo e le sue braccia muscolose lo stringevano perfettamente in una morsa calda. Harry decisamente amava baciarlo.
«Okay riccio» Sospirò Louis dopo poco, allontanandosi quasi controvoglia. «Adesso dobbiamo davvero metterci al lavoro»
Harry aggrottò le sopracciglia, un po' deluso. «Devi andare da qualche parte?»
«Sì, io e te abbiamo qualcosa da fare» Louis lo baciò velocemente, facendogli un occhiolino. «Quindi se vogliamo arrivare in tempo per la tua sorpresa dobbiamo metterci al lavoro e tu devi. smettela. di. baciarmi»
Louis pronunciò ogni parola lasciando un veloce bacio a stampo sulle labbra del riccio, facendolo sedere sullo sgabello mentre lui ridacchiava. Continuò a lasciargli tanti piccoli baci a schiocco ancora per qualche secondo.
«Oh no, è troppo tardi!» Esclamò in tono teatrale, continuando a baciare ogni parte del suo volto che riuscisse a raggiungere. «Ormai la tua magia nera mi ha raggiunto! Non posso più staccarmi dalle tue labbra, dovrò passare il resto della mia vita a baciarti!»
Harry scoppiò a ridere, allontanandosi lievemente e interrompendo il bacio che il maggiore gli stava dando. Strinse le braccia ai suoi fianchi spingendolo fino a farlo sedere sullo sgabello accanto a lui.
«Oh oh, stiamo diventando violenti. Mi piace» Ammiccò Louis.
Si baciarono ancora, molto velocemente, prima di mettersi al lavoro.
Per Harry era incredibilmente difficile concentrarsi: Louis accanto a lui continuava ad accarezzargli distrattamente i fianchi e a sussurrare piccoli ordini al suo orecchio e Harry voleva solamente abbandonare tutto e farsi baciare fino a non avere più fiato.
«Okay, basta. Direi che può bastare» Disse Louis dopo un'ora infinita, fermando il riccio e guardando il suo orologio.
Harry sentì il cuore esplodergli nel petto, impaziente di vedere che cosa Louis avesse preparato. «Quindi ora...»
«Quindi ora tu vieni con me» Lo interruppe il cantante con un sorrisetto, incrociando le loro dita e lasciandogli un veloce bacio a stampo.
Louis gli lanciò uno sguardo dispiaciuto quando, uscendo dalla mensa, dovette lasciare la sua mano. Harry finse un sorriso, cercando far finta che non gli importasse. Forse alla fine era davvero meglio mantenere il segreto.
Attraversarono lo spiazzo principale del campo, dove diversi gruppi di ragazzi stavano passando in tranquillità la loro ora libera prima della cena, attirando diversi sguardi nonostante stessero camminando in silenzio e ad un metro di distanza. Harry iniziò a preoccuparsi quando, con la coda dell'occhio, vide Rose, Bebe e Niall, uscire dalla capanna accanto alla quale erano appena passati loro.
«Louis!» Sibilò subito Harry, riuscendo ad immaginare lo sguardo della bionda anche senza vederlo. «Non girarti verso di me! Voltati e lancia un'occhiata a Rose»
«E perché mai?» Chiese subito Louis stranito, facendo per fermarsi.
Harry sbuffò agitato. «E' convinta che tu abbia passato tutta l'estate a guardare lei. Fallo!»
Con la coda dell'occhio, camminando velocemente verso uno dei loro sentieri nascosti, Harry vide il cantante fare come gli era stato ordinato, voltandosi verso il punto dove Rose e gli altri erano ancora immobili a fissarli.
«Il biondo tinto mi ha fatto degli inquietanti cenni di incoraggiamento» Commentò Louis, rimettendosi dritto. «Cosa dovrei pensare?»
Il riccio sentì le guance diventare bollenti. Abbassò lo sguardo a terra in modo colpevole, capendo dal tono usato dall'altro che lui aveva già intuito tutto.
«Gliel'ho detto» Mormorò infine. «Mi fido di lui, Lou, n-non dirà niente a nessuno»
Rimase in silenzio, aspettandosi che il maggiore si arrabbiasse o lo rimproverasse, ma Louis non fece nulla di tutto quello. Con un balzo veloce gli afferrò il braccio, spingendolo e facendogli appoggiare con delicatezza la schiena ad uno dei grossi alberi accanto allo stretto sentiero. Erano completamente nascosti dallo spiazzo principale.
«Mi fa impazzire il modo in cui arrossisci» Lo sentì sussurrare a pochi centimetri dal suo volto.
Harry sollevò immediatamente lo sguardo mentre le dita del cantante gli accarezzavano le guance rosse. Non disse nulla, guardandolo avvicinarsi a lui fino a schiacciare il suo corpo contro la corteccia.
«Sembri sempre così spigliato ed estroverso con tutti. Non ti fai problemi a dire la tua e hai un sorriso che fa innamorare chiunque nel raggio di metri, eppure non te ne accorgi nemmeno»
Louis parlava lentamente, facendo scorrere le dita fino a dove di solito comparivano le sue fossette, per poi tracciare il contorno delle sue labbra. Harry le schiuse involontariamente, perso nel suo freddo sguardo cristallino.
«Poi arrivo e tu cambi completamente. All'inizio era frustrante, pensavo continuamente che tu ce l'avessi con me per qualcosa, adesso invece è semplicemente inebriante. Sono l'idolo di migliaia di ragazzine, eppure tu riesci davvero a farmi sentire la persona più importante del mondo»
"E' perché sono innamorato di te!" Pensò Harry, non riuscendo ad emettere nemmeno una sillaba.
Dovette obbligarsi a respirare profondamente, perché tutto il sangue stava iniziando a correre velocemente sotto l'ombelico. Si stava eccitando solo per quello. Si stava eccitando solo per Louis. E la sua voce seducente, e i suoi occhi leggermente più scuri, e le sue dita sulle sue labbra, e la sua mano che gli accarezzava il fianco, e il suo intero corpo premuto contro il suo.
Harry non poté far altro che baciare il polpastrello del maggiore in una muta richiesta, sentendolo tremare leggermente prima di vedere le sue labbra sollevarsi in un sorrisetto. Un attimo dopo le sue dita erano intrecciate ai suoi ricci e quelle labbra erano premute sulle sue.
Harry lo strinse in un abbraccio, rispondendo al suo bacio e cercando la sua lingua fino a quando entrambi non furono completamente senza fiato.
«Non è un problema che tu l'abbia detto a Niall, Harry» Disse infine Louis. «Io l'ho detto a Liam e Zayn»
«Lo sa anche Ed»
Louis ridacchiò. «Se tu ti fidi di loro va bene, io mi fido di te»
Harry si sentì arrossire ancora ed il cantante, vedendolo, rise ancora.
«Ah, Harry, Harry. Non lo sto nascondendo perché mi vergogno di te o altro»
«Lo capisco questo» Disse subito il riccio, prendendo un po' di coraggio.
«Bene. Voglio che tu sappia che l'unico motivo per cui non voglio che tutto questo esca fuori è perché scoppierebbe un putiferio. So quello che le persone dicono. Sei bravo e io voglio che tu abbia successo nella musica solo grazie al tuo talento, poi non voglio che tu venga sbattuto subito su tutte le copertine come il mio nuovo giocattolino, perché tu sei molto, molto più importante»
Harry annuì, non riuscendo a trattenere un sorriso, che Louis ricambiò subito.
«Non voglio pensare a quello che succederà alla fine dell'estate. Adesso siamo solo io e te, chiusi nella nostra bolla, e non voglio che quello che sta nascendo tra noi venga rovinato dalle malelingue della gente»
Louis lo guardò per qualche secondo mentre il riccio sentiva il cuore esplodergli nel petto. Lo amava. In quel momento, mentre Louis lo baciava dolcemente, le mani intrecciate e i corpi vicini, Harry era assolutamente certo di amarlo.
«Andiamo riccio, siamo già in ritardo» Mormorò infine Louis, prendendolo per mano e facendogli l'occhiolino.
Camminarono velocemente fino ad una delle piccole spiagge del campo, nella zona con il piccolo molo dove erano attraccate tutte le canoe e le barchette.
«Wow» Sussurrò Harry meravigliato, mentre Louis recuperava alcuni salvagenti e lo guidava verso la canoa più vicina.
Infilandosi il giubbotto salvagente e salendo sulla canoa, con l'aiuto di Louis, che gli stringeva saldamente i fianchi, Harry capì all'istante quale fosse l'appuntamento che il maggiore non voleva perdersi.
«L'ho scoperto qualche giorno fa» Disse Louis, remando verso la parte più interna del lago. «Pensavo sarebbe stato bello venire qui insieme»
Harry appoggiò la mano sul suo ginocchio, sorridendogli dolcemente. «E' la cosa più bella che abbia mai visto, Louis... Grazie»
Il cantante aveva il fiato leggermente accelerato per lo sforzo -nonostante le insistenze del riccio gli aveva subito ordinato di stare immobile e godersi il panorama- perciò si limitò a fargli il suo solito occhiolino accompagnato dal sorriso dolce, spostandosi ancora di qualche metro per poi lasciare i remi.
Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto, godendosi il panorama che avevano davanti. Il sole scendeva velocemente, quasi stesse affondando tra le acque cristalline del lago, colorando tutto l'orizzonte con varie sfumature di rosa e arancione. Le colline attorno a loro iniziavano ad illuminarsi per le luci delle città.
«Era qui che avrei voluto dirti quelle cose» Disse Louis dopo un po'.
Harry spostò lo sguardo su di lui, vedendolo piegarsi in avanti e prendere le sue mani tra le sue.
«Non importa» Rispose subito il minore, avvicinandosi a sua volta. «E' stato perfetto anche prima. Qualunque cosa tu faccia, Lou, è sempre perfetta, e non lo dico solo perché sono cotto di te»
Louis diede una stretta alle loro mani, guardandolo con un sorriso che avrebbe potuto illuminare l'intera valle. Vedendolo lì, davanti a lui, Harry non poté non chiedersi cosa avesse fatto di tanto bello nella sua vita precedente per meritarsi una persona come Louis Tomlinson.
«Allora...» Iniziò Harry dopo poco, allontanandosi leggermente. «Come va la ricerca della tua musa ispiratrice?»
Louis sollevò un sopracciglio, raddrizzandosi a sua volta e guardandolo divertito. «Perché, begl'occhi? Sei geloso?»
«Antipatico» Borbottò il minore, facendogli una linguaccia. «Sei davvero antipatico»
«Faccio parte della boyband più famosa del momento, è nella mia immagine essere antipatico» Ribatté subito Louis.
Harry lo guardò tranquillamente, nonostante si fosse accorto del repentino cambio di umore del cantante: da perfettamente rilassato stava iniziando a porsi più sulla difensiva, come se fosse sempre stato abituato a fare solo quello. Voleva conoscere la sua storia, senza più accontentarsi di quella fornita dai giornali.
«Perché, Louis? Tu non sei così, perché lasci che ti facciano questo?»
Il cantante si leccò il labbro pensieroso, alla fine sospirò, appoggiando i remi accanto ai suoi piedi.
«Quando a sedici anni raggiungi il sogno della tua vita, l'unica cosa che riesci a pensare è "perché io?" e lì realizzi che tu non sei il più bello, né il più bravo. Oggi sei in cima al mondo, domani potrebbe arrivare qualcun altro. Ero giovane, ma ero comunque più grande di Liam e Zayn ed era come se toccasse a me portarci avanti. Io volevo portarci avanti. Volevo che gli One Direction arrivassero così in alto da non poter più essere raggiunti né dal più bravo né dal più bello. Mi sono affidato completamente ai nostri manager e Liam e Zayn mi hanno seguito, perché infondo noi tre abbiamo sempre voluto la stessa cosa. Quando hanno iniziato a bocciare i nostri primi brani dicevamo "okay siamo agli inizi, musica più commerciale può attirare più pubblico". Alla fine eravamo sempre noi tre e il nostro sogno, circondati dai soldi e dalla fama. Quando hanno continuato a bocciare i nostri brani, quelli che parlavano di noi, della nostra storia, noi abbiamo continuato a fare finta di nulla. Dicevamo "fidiamoci, ci hanno portati in cima al mondo, sapranno ciò che è giusto". I primi anni sono stati così. Vedevo i miei brani scartati uno dopo l'altro, ma eravamo all'apice del successo, quindi andava bene. Poi dalla nostra musica sono arrivati alla nostra vita privata. Nessuno ha mai capito ciò che c'è davvero tra Liam e Zayn, probabilmente neanche loro. Comunque i fan amavano quel loro legame, quell'oscillare tra una profonda amicizia e un flirtare spudorato, così è toccato a me. Liam il responsabile, Zayn il misterioso, Louis il bad boy, quello con i colpi di testa, che attira tutte le ragazzine urlanti. Alla fine mi sono semplicemente abituato a portare sulle prime pagine il Louis che loro volevano»
«Sì? Ma dev'essere difficile, immagino, mantenere un'immagine così»
Louis scrollò le spalle, visibilmente teso. «Aiuta, però. Oltre a tutto il marketing e le cazzate varie, l'aria del bad boy ti risparmi un sacco di problemi, o almeno dal punto di vista emotivo. Dopo essere diventato famoso sono tornate persone che avevano passato la vita a prendermi in giro o ad ignorarmi. Una volta che entri in quel mondo non riesci più a capire chi ti sia davvero amico. Quasi tutte le persone che ti si avvicinano vogliono favori, o soldi, o semplicemente un po' di fama riflessa. Se mi comporto da stronzo nessuno può avvicinarsi e ferirmi»
«Ma tu sei buono!» Rispose subito Harry. «Sì forse ogni tanto hai quell'aria da riccone viziato, ma sei dolce. Mi hai aiutato con il pianoforte, hai aiutato Ashton con il ballo, fai impazzire tutte quelle ragazzine urlanti che hanno la camera tappezzata di tue foto...»
«E qui torniamo al discorso della gelosia» Lo fermò il cantante con un sorrisino.
Harry lo guardò con un finto sguardo indignato. «Ritiro tutto, sei l'essere più antipatico ed irritante che esista»
Louis rise divertito, guardandosi attorno per qualche secondo e prendendo un profondo respiro prima di puntare di nuovo su di lui i suoi occhi azzurri.
«Il mio primo giorno qui ho sentito questo ragazzo cantare, te l'ho già detto. Appena mi sono ritrovato davanti al pianoforte ho pensato a lui ed ho iniziato a suonare la mia prima cover dei The Fray, senza nemmeno pensarci. Dopo anni, mi ha ricordato la musica che mi ha sempre fatto emozionare e quella è stata la mia spinta più grande, perché quella è la musica di cui mi sono innamorato anni fa. Ho iniziato a scrivere la mia canzone pensando ai suoni e alle parole di quel ragazzo, poi tu sei piombato nella mia vita, e allora non ho capito più niente. Tu sei diventato la mia musa ispiratrice. Componendo pensavo a te, a come i tuoi occhi si illuminano quando parli di musica, al modo in cui la descrivi, come se ti avesse salvato la vita»
Harry rimase in silenzio, occhi negli occhi, guardandolo con il cuore che martellava nel petto. Come aveva potuto pensare che Louis Tomlinson fosse solo un'idiota montato? Perché in quel momento il cantante era davanti a lui, gli stava aprendo il suo cuore e Harry sentiva già di amarlo.
«Voglio trovare questo ragazzo perché ho bisogno di conoscere il volto della persona che mi ha dato quell'enorme spinta iniziale di cui avevo bisogno per seguire il mio sogno, visto che il volto della persona che mi da la forza di seguirlo giorno per giorno è già, costantemente, nella mia mente»
Rimasto completamente senza parole, dimenticandosi di dove fossero e di poter essere visti in ogni momento, Harry semplicemente si avvicinò a lui, unendo le loro labbra in un lungo bacio che Louis non esitò a ricambiare.
Si allontanarono poco dopo con due enormi sorrisi.
«Tornando ai motivi della mia presunta antipatia, per te dev'essere lo stesso, no?» Riprese Louis dopo qualche secondo. «Voglio dire, con tua mamma che è la presidentessa di MUTV in Cina chissà quante persone hanno cercato di avvicinarsi a te solo per qualche favore»
Harry sentì un macigno cadergli sul petto. Dovette abbassare lo sguardo, perché già non riusciva a sopportare l'idea di mentire a Louis, ma farlo guardandolo negli occhi era completamente impensabile.
«Sì... sì è difficile» Mormorò Harry, guardandosi attorno.
Sentì il cantante posare una mano sul suo ginocchio ed accarezzarlo dolcemente. «Sai, sono felice di averti trovato. Con te sento di poter parlare di tutto quello che provo: tu puoi capirmi e sei la persona più sincera che io abbia mai conosciuto»
Il riccio cercò di stirare le labbra in un piccolo sorriso, spostando lo sguardo su di lui dopo qualche secondo di silenzio.
«Dovremmo tornare, no? Voglio dire, presto inizierà a fare buio»
Harry vide un velo di delusione coprire gli occhi azzurri del maggiore per qualche secondo, prima che lui tornasse alla solita maschera di ironia e indifferenza.
«Quello che vuoi, Harry»
Tornarono a riva remando in completo silenzio, scambiandosi qualche parola solamente nel breve tragitto fino alla piazza principale del campo. Louis lo aveva appena salutato con un breve bacio sulla fronte, accompagnato da un 'buonanotte' appena accennato, quando Harry afferrò il suo polso, fermandolo.
Si sentiva in colpa per come aveva trattato il maggiore quando aveva tirato fuori il discorso di sua madre e il suo leggero cipiglio triste non lo stava aiutando per niente.
«Possiamo vederci anche domani, Lou?» Chiese con un sorriso speranzoso.
Il volto del cantante si aprì in un grande sorriso. «Ma certo, begl'occhi, so che ormai non puoi più fare a meno di me»
«No, infatti» Mormorò Harry, sorridendo a sua volta e mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Che ne dici di un picnic alla nostra spiaggetta, domani sera?»
Harry annuì subito entusiasta mentre il maggiore, dopo averlo spinto nuovamente verso un angolo del sentiero un po' più appartato, faceva unire le loro labbra.
—
«Mamma, credo di essermi innamorato»
Anne, che stava sfogliando una rivista di cucina nel letto accanto a lui, si voltò a guardarlo. «Sì, tesoro?»
Harry annuì. Era steso a pancia in su nel secondo letto del bungalow, una mano appoggiata allo stomaco e lo sguardo sognante puntato sul soffitto. Dopo aver salutato Louis non aveva avuto voglia di andare nella sua capanna, riuscendo già ad immaginare tutte le domande con le quali sarebbe stato sommerso.
«Anche lui prova qualcosa per me, me l'ha già detto. Il fatto è che non sono stato completamente sincero e adesso ho paura di rovinare tutto. E' tutto così nuovo per me, non so come comportarmi»
«Oh, tesoro» Mormorò Anne dolcemente, sedendosi accanto a lui. «Trova il momento giusto e chiarisciti con lui, l'onestà è alla base di ogni rapporto: sarebbe come costruire un palazzo su delle fondamenta di carta pesta, magari sarai fortunato per un paio di piani, ma appena le cose si faranno serie questo crollerà rovinosamente»
Gli spostò dolcemente una ciocca riccia dal volto serio. «Per quanto riguarda le tue prime volte...Sei sempre stato un ragazzo incredibilmente intelligente e sensibile, Harry. Segui sempre le tue emozioni, non preoccuparti mai di dire di no, se gli interessi come dici capirà perfettamente»
Harry annuì, guardandola con un sorriso dolce. «Grazie mamma, non so cosa farei senza di te»
Anne si chinò per baciargli la fronte. «Ho preparato un'intera presentazione power point per rispondere a questa domanda, appena torniamo a casa te la faccio vedere»
Entrambi ridacchiarono tranquillamente.
«Allora, posso sapere il nome del bel fusto che ha rubato il cuore del mio bambino?»
Harry si morse il labbro, prendendo un bel respiro. «E' Louis Tomlinson»
—
«Amico, stai benissimo, smettila di tormentarti»
Niall annuì subito. «E di tormentarci»
Erano tutti e tre riuniti nella capanna di Ed, dove Harry aveva riempito il letto del rosso con tutti i vestiti dell'unica sacca che si era portato dietro. Mancavano venti minuti al suo incontro con Louis e lui stava letteralmente impazzendo, cercando di capire che cosa indossare.
«Non sono convinto, ragazzi»
Ed continuò a suonare la sua chitarra senza nemmeno sollevare lo sguardo. «Da quello che ho visto ultimamente il suo unico pensiero sembra quello di toglierti i vestiti. Potresti metterti anche un sacco dell'immondizia addosso»
«Voi credete che lui voglia...fare sesso?» Domandò Harry, bloccandosi immediatamente sul posto.
«Tu non vorresti?»
Il riccio guardò Ed con le guance rosse. Non aveva dubbi: era ovvio che lo volesse. Soprattutto dopo il sogno di quella notte, in cui semplicemente Louis lo prendeva sul telo del loro picnic mentre il sole tramontava dietro di loro, che l'aveva portato a correre sotto l'unica doccia del bungalow, toccandosi sotto l'acqua fredda fino a venire sul suo stesso petto.
«Non farei mai la prima mossa» Disse infine, sistemandosi i ricci allo specchio e cercando di non incrociare gli sguardi dei suoi amici. «Ma diciamo che non mi dispiacerebbe se dovesse succedere»
Non ebbe il coraggio di dire nulla, ma quando i suoi amici si scambiarono un'occhiata alle sue spalle, iniziando a parlare di tutto ciò che lui avrebbe voluto chiedere loro, Harry sentì di poterli davvero amare.
«Non ho esperienza con gli uomini, ma posso comunque darti qualche consiglio» Iniziò Ed. «Non che tu ne abbia bisogno, Haz»
Niall concordò subito «Già, tu potresti rimanere sdraiato immobile e pensare al pranzo di oggi, lui probabilmente godrebbe lo stesso. Dovresti vedere gli sguardi che lancia al tuo sedere, sembra volerti mangiare»
«Ma è la mia prima volta» Mormorò Harry, arrossendo vistosamente. «Ho paura di non essere all'altezza, lui è andato a letto praticamente con mezzo mondo»
«Però ti ha detto che sei molto più speciale di tutti gli altri. E' normale essere nervosi all'inizio, Haz, ci siamo passati tutti. Cerca di rilassarti e lasciarti andare e, soprattutto, sii sincero con lui»
Harry annuì, riuscendo subito a cogliere ciò che Ed gli stava dicendo tra le righe. Digli la verità su tua mamma. La stessa cosa che, inconsciamente, la stessa Anne gli aveva consigliato.
Si guardò un'ultima volta allo specchio, prendendo dei respiri profondi. Aveva indossato degli strettissimi skinny jeans neri, i suoi preferiti, che a detta di Niall e Ed lo fasciavano alla perfezione, e una semplice camicia color panna a maniche corte, ovviamente aperta fino alla prima striscia di addominali. Il tutto era accompagnato da dei semplici stivaletti marroni e dai suoi vecchi occhiali rayban -comprati dopo un'intera estate passata a lavorare nel giardino dei vicini.
«Okay, ce la posso fare» Disse, quasi sicuro del suo aspetto.
Ed e Niall risposero a tempo, in tono quasi annoiato. «Ovviamente»
Harry salutò entrambi con un bacio volante, uscendo dalla capanna mentre i due gli auguravano buona fortuna. Camminò allegramente fino a quella che ormai era diventata la 'loro' spiaggia. Dal sentierino nascosto dove si erano incontrati diverse volte si apriva un piccolo passaggio tra le piante, che portava direttamente ad un angolo sconosciuto della spiaggia.
Louis era già lì, sdraiato su un classico telo per picnic a quadri, che armeggiava con il suo cellulare.
Dopo averlo guardato per qualche secondo, il riccio prese un profondo respiro, camminando il più silenziosamente possibile verso di lui. Il cantante ovviamente si era accorto della sua presenza perché non appena Harry si inginocchiò con le gambe ai lati della sua testa, passando delicatamente le mani sul suo petto per attirare le sua attenzione, Louis, anziché sobbalzare, inclinò il capo, sorridendo brevemente al minore prima di afferrare la sua camicia, unendo velocemente le loro labbra.
C'era qualcosa di strano nel baciarlo a testa in giù, con la barba sul suo mento che gli pizzicava il naso, ma Harry non osò lamentarsene mentre le loro lingue si intrecciavano dolcemente.
«Dannatamente bravo» Mormorò ancora Louis contro le sue labbra, una volta che si furono separati.
Harry ignorò il rossore sulle sue guance, mordendogli giocosamente la punta del naso prima di allontanarsi, sdraiandosi sul telo accanto a lui.
«Buona sera anche a te, Lou»
Louis gli fece l'occhiolino, prendendogli una mano tra le sue e baciandone il palmo. «Sei bellissimo stasera»
«Tu lo sei sempre» Rispose subito il riccio.
Louis indossava dei semplici jeans corti, che gli arrivavano sopra al ginocchio, una t-shirt bianca ed una larga giacca di jeans verde scuro. Un paio di rayban come quelli di Harry coprivano i suoi occhi azzurri, ma il riccio era comunque certo che in quel momento fossero circondati dalle solite rughette.
«Guarda, guarda, oggi abbiamo un Don Giovanni qui»
Il riccio ridacchiò, guardandosi attorno. «Allora, cosa c'è nel menù?»
Sentì Louis borbottare un 'impaziente' mentre si tirava a sedere, inginocchiandosi accanto ad un grosso cesto in vimini. Iniziò a tirare fuori tutto quello che era riuscito a recuperare dalla cucina, cercando di spiegare la sua idea mentre Harry lo guardava a metà tra il divertito e il preoccupato.
Sapeva perfettamente quello che c'era nel menù, perché lui era nascosto nella dispensa della cucina mentre, a pochi metri da lui, il cantante spiegava ad Anne che cosa volesse organizzare, chiedendo il suo aiuto per preparare il cesto.
«E' tutto okay?» Chiese Louis dopo un po', interrompendo il suo stesso racconto. «Sai, di solito sono abituato ad essere riempito di attenzioni, dovrai impegnarti molto più di così per soddisfare il mio egocentrismo, Harold»
Harry si limitò a sollevare gli angoli della bocca in un sorriso palesemente finto. Si mise a sedere a sua volta, togliendosi gli occhiali da sole e agganciandoli alla camicia. Non si rese nemmeno conto dello sguardo che Louis gli aveva lanciato mentre la stoffa si abbassava sotto il peso degli occhiali, lasciando scoperti ulteriori centimetri della sua pelle chiara.
«Louis» Mormorò, prendendo un bel respiro e guardandolo negli occhi.
«Dimmi tutto»
"Ho mentito"
"Sono il figlio della cuoca"
"Aiuto mia mamma in cucina perché è l'unico modo che ho per permettermi Camp Rock"
«Io... io sono...»
«Sì?»
Non ce la fece. Guardò i suoi occhi azzurri che lo guardavano in attesa e semplicemente non ci riuscì.
«Sono molto teso. Posso avere un po' di vino?»
Louis sollevò un sopracciglio divertito. «Ma certo, Mr Styles, noi siamo qui per servirla»
Harry afferrò il suo bicchiere mezzo pieno, facendolo scontrare con quello del cantante prima di mandare giù un lungo sorso del liquido scuro. Glielo avrebbe detto. Magari quando avrebbero avuto la pancia piena e la mente un po' più annebbiata dall'alcool.
Louis bevve a sua volta prima di appoggiare cautamente il bicchiere per terra, sedendosi accanto a lui.
«Non essere nervoso, Haz» Iniziò dolcemente. «So che per te è tutto nuovo e so qual è la mia fama, ormai. Voglio solo che tu sappia che non succederà nulla che tu non voglia, okay? Non so che idee tu ti sia fatto su stasera e non so quanto sia palese la mia attrazione per te, fatto sta che noi siamo qui per passare del tempo insieme, per conoscerci un po' e mangiare ottimo cibo che possiamo tranquillamente fingere abbia preparato io»
Harry ridacchiò brevemente mentre il cantante gli accarezzava il volto con la punta delle dita. Afferrò la sua mano, premendosela sulla guancia per qualche secondo prima di avvicinarla alle sue labbra, baciandone il palmo.
«Il fatto è» Mormorò Harry, passando a baciare lentamente ogni singolo dito. «Che lo voglio esattamente come lo vuoi tu»
Louis lo guardò con le labbra aperte e gli occhi vagamente più scuri.
«E' quello che è. Non mettiamoci fretta e godiamoci il momento»
«Non sembra una frase da Louis Tomlinson» Commentò il riccio, lasciando andare la sua mano. «Insomma, tu sembri più il tipo impulsivo che corre verso ciò che vuole, senza che nessuno riesca a fermarlo»
Louis gli lanciò una lunga occhiata prima di rispondere, alla fine si limitò a scrollare le spalle.
«Ci sono varie sfaccettature in ognuno di noi. Tu tiri fuori il Louis Tomlinson premuroso. Sei troppo inesperto per reggere i miei ritmi senza svenire dopo la prima manche, e visto che le persone svenute non mi eccitano per niente direi che mi conviene nutrirti prima di pensare ad altro»
Harry scoppiò in una risata. «Ma sentilo»
Mangiarono tranquilli, parlando ovviamente di musica. Il cantante gli chiese come si stesse trovando lì a Camp Rock e Harry partì in quarta, raccontando di tutti i suoi corsi mentre Louis lo ascoltava divertito.
«Credo sia la serata più bella della mia vita» Mormorò Harry dopo un paio d'ore.
Era coricato sul petto del cantante, accarezzandogli l'inchiostro scuro che gli macchiava il braccio mentre questo, appoggiato con la schiena al tronco di un albero, gli intrecciava delicatamente i capelli.
«Sì?»
Harry annuì, lasciando un paio di baci sulla stoffa della sua t-shirt, proprio sopra al battito del suo cuore. Lo sentì tirargli la radice dei capelli e alzò automaticamente il capo, incrociando lo sguardo il suo. In una frazione di secondo si sollevò sulle ginocchia, allungandosi sul suo corpo semisdraiato e portando le mani ai lati del suo volto.
Si baciarono passionalmente, Louis morse e succhiò le sue labbra per diversi secondi prima di lasciare che le loro lingue si scontrassero. Strinse i suoi fianchi con entrambe le mani, tenendolo fermo contro di sé mentre Harry non poteva fare altro che muovere il volto contro il suo e ansimare contro le sue labbra.
«Porca puttana, Harry» Borbottò Louis, separandosi da lui. «Se vuoi che io mi fermi devi fottutamente smetterla di miagolare»
Harry osservò i suoi occhi ormai scuri con il respiro accelerato. «Non voglio che ti fermi»
Louis liberò un gemito rumoroso e il riccio poté sentire le sue unghie premergli nella pelle morbida dei fianchi mentre il cantante lo stringeva contro il suo corpo, facendolo sedere a cavalcioni su di lui.
Harry gemette sorpreso quando sentì le mani di Louis scendere fino a stringergli saldamente i glutei. Tirò i suoi capelli fini, baciandolo con foga mentre sentiva il suo corpo surriscaldato venire attraversato da quella che sembrava una scossa elettrica. Sentiva il suo pene ingrossarsi all'interno dei boxer ogni volta che i denti aguzzi del maggiore stringevano il suo labbro.
In quel momento capiva ciò di cui tutti parlavano, quella scarica di eccitazione e attesa che attraversava ogni singola cellula del suo corpo. Lo voleva. Lo voleva immediatamente, perché sentiva che la loro piccola bolla stava per scoppiare.
«Louis» Ansimò, mentre le labbra del maggiore scendevano a succhiargli il collo.
Titubante, cercando di scollegare il cervello e di lasciarsi guidare solo dall'istinto, iniziò a muovere avanti e indietro il bacino, ottenendo un po' di sollievo alla sua erezione già formata mentre si strusciava spudoratamente sul rigonfiamento dei pantaloni di Louis.
Louis incrociò il suo sguardo, allontanandosi dal piccolo succhiotto che aveva appena lasciato sulla sua pelle chiara. Per pochi attimi rimasero immobili a fissarsi, come se ormai fosse ben evidente ad entrambi cosa sarebbe successo quella notte.
In uno slancio di coraggio, cercando di fuggire da quello sguardo limpido, Harry inclinò il collo, appoggiando le labbra alla pelle sottile dietro l'orecchio dell'altro e iniziando a succhiare, esattamente come aveva visto fare tante volte quando si chiudeva eccitato nella sua camera, con il computer accanto al corpo nudo e le cuffiette nelle orecchie.
Sorrise soddisfatto quando sentì Louis ansimare piano. Continuando a muovere il bacino in piccoli otto sopra di lui, Harry si allontanò dal piccolo cerchiolino violaceo, premendo nuovamente le labbra contro quelle del maggiore.
Louis lo fermò delicatamente, guardandolo negli occhi mentre gli spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Aveva il fiato accelerato e le iridi scure e Harry era convinto di non aver mai visto niente di più bello.
«So che dovrei fermarti e assicurarmi che tu sia sicuro di tutto questo, ma credo che preferirei morire piuttosto che allontanarmi da te ora»
Harry gli sorrise e Louis fece unire le loro labbra in un bacio delicato, completamente diverso rispetto a quelli che si erano scambiati fino a quel momento.
«Posso baciarti, Lou?»
Louis gli sollevò delicatamente il mento, guardandolo negli occhi. «Lo stai già facendo, no?»
Il riccio gli tirò un leggero schiaffo sulla spalla mentre le dita del cantante gli solleticavano i fianchi.
«Lo sai cosa intendo»
Louis ridacchiò, raddrizzando la schiena e sfilandosi sia la camicia oversize che la t-shirt, rimanendo a petto nudo prima di appoggiarsi nuovamente alla corteccia dell'albero, guardandolo in attesa.
Harry si passò involontariamente la lingua sulle labbra, appoggiando le dita sulla pelle morbida dei suoi addominali. Il cantante non allontanava mai lo sguardo dal suo e il minore, con le guance rossissime, si ritrovò a pensare a quello che sospettava già da un po'. Se era vero ciò che Louis gli aveva detto, che le persone lo usavano per la fama o semplicemente per una notte di buon sesso, Harry voleva essere diverso. Voleva toccare e baciare la sua pelle fino ad averne assaggiato ogni centimetro.
Sicuro di ciò che stava per fare, con l'eccitazione che sembrava avere allontanato ogni traccia di timidezza, Harry gli sorrise, premendo le loro labbra in un bacio breve. Appoggiò entrambe le mani sulle spalle del cantante, interrompendo il loro bacio non appena sentì la lingua di Louis accarezzare il suo labbro.
Gli baciò il collo, alternando piccoli morsi al lento strisciare della lingua, raccogliendo le prime gocce salate di sudore, arrivando fino alle clavicole. Continuò a baciare la pelle abbronzata, amando l'odore di colonia che Louis aveva sempre avuto, e portò le mani al suo petto, stringendogli uno dei capezzoli tra le dita mentre con le labbra scendeva a succhiare l'altro.
Louis rilasciò un profondo gemito roco, sollevando il bacino in uno scatto e stringendogli i glutei tra le mani.
«Punto debole» Ansimò, non appena Harry alzò lo sguardo sul suo volto. «Non ti azzardare a smettere ora»
Harry ridacchiò contro la sua pelle, giocando con i bottoncini rosati mentre continuava a strusciarsi lentamente contro di lui, cercando di ottenere un po' di sollievo alla sua erezione, che pulsava dolorosamente all'interno dei boxer.
Aspettò un paio di minuti prima di scendere dal grembo del maggiore, che rilasciò un grugnito infastidito, accucciandosi tra le sue gambe e leccandogli l'addome, seguendo la linea degli addominali. Iniziò a mordicchiare la striscia di peli scuri che partiva dall'ombelico, arrivando con le labbra fino al bordo dei boxer. Li tirò giocosamente con i denti, sentendo il ridacchiare di Louis trasformarsi in un gemito quando appoggiò il palmo della mano sul grande rigonfiamento dei suoi jeans.
«Lou» Mormorò, sollevando lo sguardo verso il maggiore. «Posso succhiartelo?»
Louis inarcò leggermente la schiena contro l'albero, ignorando la corteccia che gli graffiava la pelle della schiena. Erano mesi che un ragazzo non lo sfiorava, e ora era lì, con Harry inginocchiato tra le sue gambe, i grandi occhi verdi che lo guardavano quasi supplicanti e le sue labbra rossissime a pochi centimetri dalla sua erezione.
«Oh merda» Imprecò, portando le mani tremanti a slacciarsi il bottone dei pantaloni. «Sì, begl'occhi, certo che puoi»
Harry si leccò del labbra, osservandolo abbassarsi i jeans corti, la mano premuta sulla sua coscia muscolosa. «Riuscirai a tornare duro?»
Louis lo guardò con un sorriso malizioso. Il piccolo e innocente -solo all'apparenza Harry- era lì, in procinto di fargli un pompino e già pronto a chiedergli di andare oltre, e lui si sentiva già ubriaco.
«Posso provarci» Scherzò.
Afferrò il colletto della camicia del minore, facendolo allungare sul suo corpo e baciandolo lentamente. Gli accarezzò i ricci ribelli mentre Harry rispondeva di buon grado. Si separarono con un lungo filo di saliva ad unire le loro labbra.
Harry si riaccucciò tra le sue gambe, sentendo il cuore che gli batteva forte nel petto. Temporeggiando, appoggiò le labbra alla stoffa tesa dei boxer, accarezzando il membro duro del cantante.
«Potresti... Potresti dirmi cosa ti piace?» Chiese lentamente.
Sentiva le guance bruciargli mentre un po' della sua timidezza ritornava. Si stava chiedendo quanti ragazzi e ragazze glielo avessero già fatto, sicuramente meglio, quando Louis lo attirò a sé per un altro lungo bacio dolce.
«Potresti iniziare con l'abbassare i boxer, tesoro» Mormorò il cantante, leccandosi le labbra. «Prova Harry, non sei obbligato a fare nulla. Se non ti piace proveremo semplicemente qualcos'altro, oppure ti riaccompagnerò al tuo bungalow e mi farò una sega sotto la doccia»
Harry non poté non scoppiare a ridere. Lo baciò velocemente, perché Louis sapeva sempre come metterlo a suo agio, e si inginocchiò di nuovo tra le sue gambe, incastrando le dita al bordo dei boxer e abbassandoli velocemente.
L'erezione del cantante gli sbatté praticamente contro il mento e lui non poté che fissarlo per qualche secondo. Non ne aveva mai uno dal vivo, ma Louis era grande. Decisamente grande.
«Avvolgi la base con la mano e muovi un po'»
Harry sollevò immediatamente lo sguardo. Gli occhi del maggiore erano scuri e torbidi, le sue labbra aperte e la mani chiuse a pugno ai suoi fianchi. Harry annuì, facendo come gli era stato detto. Avvolse la mano alla base spessa, sentendo l'eccitazione corrergli nelle vene, e iniziò a muoverla su e giù per tutta la lunghezza, cercando di ricalcare gli stessi movimenti che faceva su se stesso.
Louis gemette, il respiro sempre più accelerato. Aveva tutti i muscoli tesi e Harry poteva sentire il suo sguardo analizzargli ogni parte del volto.
«Appoggia le labbra alla punta»
Il riccio annuì tra sé e sé. Continuando a stringere la base si avvicinò alla punta rossa e già bagnata, appoggiandovi le labbra sopra. Un sapore salato gli invase il palato e, rassicurato, inglobò un altro paio di centimetri.
Louis trattenne rumorosamente il respiro. Erano nascosti poco lontani da un sentiero del campo e lui sapeva che dovevano cercare di essere silenziosi, ma in quel momento voleva solamente sentire i gemiti del cantante.
«Sì sì sì» Ansimò Louis confusamente. «Inizia a passare la lingua sulla punta»
Harry eseguì all'istante, immergendo subito la lingua nella piccola fessura, sentendo le prime gocce di liquido preseminale scivolargli in bocca. Ingoiò tranquillamente, continuando a stimolare la base mentre leccava la punta. Spinto anche dai versi del maggiore, acquistò un po' di coraggio, iniziando a baciare l'intera lunghezza, passando più volte la lingua su un paio di vene sporgenti e succhiando delicatamente la punta.
«Voglio che mi guardi, Harry»
Harry sollevò all'istante lo sguardo, sentendo l'erezione già dolorante pulsare nei boxer stretti. Erano occhi negli occhi, verde lucido, quasi inglobato dal nero, che affogava nel blu in tempesta.
Prese nuovamente la punta in bocca, mentre Louis lo fissava con le labbra spalancate, spingendosi la sua erezione in bocca fino a quando non sentì i primi conati, facendo scivolare la lingua sulla lunghezza prima di deglutire e tornare a baciare e succhiare la punta violacea e bagnata.
«Porca puttana» Gemette Louis, dimenticandosi persino dove fosse. «Sempre. Dannatamente. Bravo. Ah... cazzo. Continua»
Harry non si fermò nemmeno mentre la mano di Louis si appoggiava alla sua testa e le sue dita di intrecciavano ai suoi ricci. Continuò quello che stava facendo, stringendo la coscia del maggiore con la mano libera mentre muoveva disperatamente i fianchi avanti e indietro, gemendo contro la pelle tesa del membro del maggiore, frustrato per la mancanza di attrito.
Per Louis fu decisamente troppo.
Gli occhi innocenti del minore puntanti nei suoi, che sfarfallavano come se quello fosse il suo piatto preferito. Le sue labbra rosse avvolte alla sua erezione e la sua lingua che mulinava sulla punta. La sua grande mano stretta alla base e i suoi gemiti direttamente contro la sua pelle tesa.
«Merda, Harry» Louis lasciò un paio di gemiti alti. «Ci sono, ci sono»
Harry sentì le sue mani tremare mentre Louis tirava i suoi capelli, cercando di farlo allontanare.
«Vienimi in bocca, Lou»
E Louis vide bianco per qualche secondo. Perse sensibilità nelle dita, aggrappandosi ai ricci di Harry mentre l'orgasmo che tanto aspettava esplodeva al centro del suo corpo. Venne con un ringhio rumoroso, mentre fitti fiotti bianchi invadevano la bocca del riccio, che non aveva smetto un attimo di succhiarlo.
Louis lo vide ingoiare velocemente mentre, con un'espressione concentrata, cercava di capire se gli piacesse. Ancora profondamente scosso dall'orgasmo appena avuto, lottando per non chiudere gli occhi e accasciarsi contro l'albero, Louis tirò Harry contro di sé. Aveva sempre odiato quando le persone tentavano di baciarlo dopo un pompino, ma in quel momento il sapore del suo sperma si era semplicemente mischiato con quello di fragole del minore e Louis si premurò di leccare ogni singolo angolo della sua bocca.
Si separarono senza fiato, guardandosi negli occhi e iniziando a ridere senza un motivo ben preciso.
Harry strinse i fianchi nudi del cantante, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo e ascoltandolo prendere dei respiri profondi, sentendo il battito del suo cuore tornare ad un ritmo normale.
«Dici che ti ha sentito qualcuno?»
Louis passò dolcemente le mani tra i suoi ricci, ricambiando l'abbraccio. «Se c'è qualcuno nel sentiero è molto probabile»
Rimasero entrambi in silenzio per un paio di minuti, ma nessun rumore sospetto fece intuire loro la presenza di qualcuno nelle vicinanze. Sospirarono sollevati e ripresero a ridacchiare, baciandosi e accarezzandosi pigramente.
Harry aspettò un po', godendosi i piccoli baci che le labbra fini del cantante stavano lasciando sulle sua labbra e sul suo volto, prima di muovere eloquentemente il bacino sulla sua gamba, dando un po' di sollievo alla sua erezione ancora stretta e dolorante.
Louis sorrise malizioso, passando una mano sul suo rigonfiamento e stringendolo. «Ma guarda un po'»
«Louis» Soffiò Harry, socchiudendo gli occhi e mordendosi con forza il labbro mentre le dita del minore accarezzavano i contorni della sua erezione.
«Cosa vuoi, Harry?» Domandò Louis seriamente, guardandolo negli occhi.
Harry lo guardò a sua volta, rispondendo alla sua domanda implicita senza traccia di incertezze.
«Andiamo nel tuo bungalow»
Louis sorrise, annuendo velocemente.
Si baciarono ancora per pochi secondi, entrambi impazienti al pensiero di ciò che stava per succedere. Si alzarono in piedi, Louis indossò la sua maglietta e appoggiò la camicia sulle spalle del minore, prendendolo per mano e guidando entrambi in mezzo alla vegetazione. Il sole era appena tramontato e loro camminarono cautamente nelle luci del crepuscolo, riuscendo però ad arrivare alla capanna del cantante.
Harry entrò per primo mentre Louis cercava la chiave per chiudere anche la serratura. Rendendosi conto di non essere mai stato lì dentro, si guardò attorno divertito. Il bungalow era semplice, dello stesso modello di tutti quelli singoli del campo, ma sembrava ci fosse passato dentro un uragano. Rispecchiava Louis in tutto e per tutto: dall'armadio spalancato e mezzo vuoto, con diversi cassetti aperti, alla scrivania incasinata e ricoperta di fogli.
Harry stava osservando il letto sfatto, pieno di vestiti buttati sulle lenzuola spiegazzate, quando sentì il maggiore avvolgere le braccia ai suoi fianchi, iniziando a mordergli delicatamente il collo. La sua erezione riprese a pulsare ancora più di prima.
«Mi dispiace» Mormorò il maggiore, dopo avergli succhiato il lobo per qualche secondo. «Non avevo idea di cosa mettermi per uscire con te»
«Uhm» Mugugnò Harry, chiudendo gli occhi e inclinando il capo mentre la mano del maggiore si posava sul rigonfiamento dei suoi skinny jeans.
«Harry...»
«No, Louis» Lo interruppe, aprendo gli occhi e cercando di guardarlo. «Ne sono sicuro. Più che sicuro. Ti voglio. Voglio che tu sia il primo»
Louis annuì, prendendo il suo labbro inferiore tra i denti e facendogli inclinare il capo fino a poterlo baciare. Harry sentiva il collo iniziare a tirargli dolorosamente, ma rispose al bacio con la stessa enfasi, iniziando a muovere il sedere contro il suo bacino.
Louis diede una pacca sul gluteo destro, mordendogli il labbro prima di allontanarsi da lui.
«Devo prendere delle cose. Butta pure a terra tutto quello che c'è sul letto e inizia a sdraiarti, ti raggiungo subito»
Harry annuì, sentendo il corpo del maggiore allontanarsi da lui. Con le gambe che tremavano si avvicinò al letto, facendo velocemente ciò che Louis gli aveva ordinato -ripromettendosi di obbligare il cantante a sistemare tutto. Si era appena sdraiato quando Louis si avvicinò al letto, il petto già nudo, appoggiando sul comodino una bottiglia di lubrificante e alcuni preservativi.
Harry allargò subito le gambe, sdraiandosi sul materasso mentre Louis si metteva sopra di lui. Ripresero a baciarsi, lasciando che le loro lingue si scontrassero con lussuria mentre i loro corpi si muovevano sinuosi uno contro l'altro.
«Lou...Louis» Ansimò Harry, sentendo le dita del maggiore slacciargli velocemente sia il bottone che la zip dei pantaloni.
Louis lo ignorò, succhiandogli il collo mentre lasciava che le sue dita si infilassero nei boxer, stringendo la sua erezione calda mentre Harry buttava la testa all'indietro con un urletto.
«Sei già così bagnato» Gemette Louis, passando a succhiargli una clavicola. «Sei così da tutta la sera, vero, begl'occhi? Aspettando che io ti tocchi»
Harry annuì, ansimando e stringendo i capelli del maggiore. Lo tirò a sé, lasciandosi baciare velocemente.
Louis allontanò le mani dai suoi boxer, sorridendo al verso contrariato del minore e baciandolo con passione, portandole alla sua camicia. Continuando a far scontrare e intrecciare le loro lingue, iniziò a slacciare uno ad uno tutti i bottoni, facendola scivolare via dalle sua spalle mentre portava le mani ad accarezzare il suo petto chiaro.
Harry chiuse gli occhi. Si sentì arrossire fino alla punta dei capelli mentre le dita del cantante gli sfioravano le maniglie dell'amore che aveva sempre avuto.
«Harry» Bisbigliò Louis contro le sue labbra, continuando a toccarlo. «Apri gli occhi, ti prego, sono così belli in questo momento»
Harry ubbidì all'istante.
«Niente di tutto questo, okay? Non vergognarti di me, Haz, perché sei la persona più bella che io abbia mai visto»
Senza sapere perché, il riccio sentì gli occhi diventare umidi mentre Louis lo guardava dolcemente, baciandogli ogni parte di pelle chiara che riuscisse a raggiungere. Ci aveva pensato tante volte, eppure in nessuno dei suoi sogni era riuscito ad immaginare una prima volta più bella. Lo amava, lo amava così tanto.
Si baciarono ancora, a lungo e dolcemente, mentre Louis gli toglieva anche i jeans, con diverse difficoltà e tante imprecazioni. Iniziò a baciargli tutto il petto, succhiandogli i capezzoli per qualche secondo.
«Cosa vuoi, Harry?» Chiese Louis, inginocchiato tra le sue gambe spalancate.
Harry gemette, perché il cantante aveva infilato una mano nei suoi boxer e lo stava masturbando lentamente, passandogli la mano su tutta la lunghezza e distribuendogli il liquido seminale sulla punta, lubrificandola continuamente.
Provò ad allungare la mano verso l'erezione del maggiore, la cui punta rossa usciva dall'elastico dei boxer, ma Louis lo fermò, bloccandogli entrambi i polsi sopra la testa con un sorrisetto furbo, continuando a masturbarlo.
«Ah... Lou» Ansimò, stringendosi il labbro inferiore tra i denti. «Ba... uhm sìsì... Baciami»
Louis gli sorrise, liberando i suoi polsi e abbassandosi su di lui, iniziando a baciarlo dolcemente. Harry portò le mani a stringergli i capelli mentre il ritmo del bacio cambiava e i loro corpi iniziavano a strusciarsi e scontrarsi, uno contro l'altro, Louis che si muoveva in spinte secche contro il suo sedere, rincorrendo per qualche secondo anche il proprio piacere, e Harry che gli andava incontro velocemente.
Continuarono a baciarsi come potevano ancora per qualche secondo, poi il cantante, con un ultimo morso al suo labbro, tornò ad inginocchiarsi tra le sue gambe.
«Sì?»
Louis gli tolse anche i boxer, ma Harry non allontanò lo sguardo dal suo. Era completamente nudo davanti a lui, il suo imperfetto corpo da adolescente illuminato e colorato dalle luci del crepuscolo, eppure non si era mai sentito più sicuro.
«Toccami» Rispose ancora, inarcando la schiena mentre le dita del maggiore scendevano a giocare con i suoi testicoli.
Louis sbuffò una risata. «Posso fare molto molto meglio, tesoro, voltati»
Harry lo sguardo dubbioso per qualche secondo ma Louis, cogliendo subito la sua esitazione, lo baciò rassicurante.
«Non ti prenderò così, Harry, stai tranquillo»
Il riccio annuì, rotolando sul materasso fino a trovarsi a pancia in giù. Sentì subito le mani del maggiore posarsi sulle sue spalle, accarezzandogli la pelle della schiena e scendendo fino a glutei, che strizzò velocemente.
«Sei così fottutamente perfetto» Lo sentì mormorare, come se stesse parlando tra sé e sé.
Sentì il peso sul materasso spostarsi mentre Louis si alzava. Si voltò, vedendolo togliersi i pantaloni e osservando la sua erezione ancora stretta nei boxer. Ansimò al solo pensiero di averla avuta in bocca fino a mezz'ora prima.
Louis si inginocchiò dietro di lui dopo qualche secondo, facendogli alzare il bacino e posizionandogli sotto un cuscino, così che la sua schiena non dovesse rimanere rigida in posizione. Harry sorrise a quel gesto.
Il cantante iniziò a baciargli la schiena, succhiando la pelle tra le scapole e passando la lingua su tutta la colonna vertebrale, fino ad arrivare alle piccole fossette d'Apollo. Le leccò per qualche secondo, accarezzando e giocando con il suo sedere, prima di scendere ancora, allargando le natiche.
«Merda» Gemette Harry.
Si aspettava di tutto, ma non quello. In quel momento poteva sentire il fiato di Louis battere direttamente sulla sua apertura e il solo pensiero lo faceva sentire sul punto di esplodere.
Sentì il cantante ridacchiare contro la sua pelle prima che questo gli mordesse entrambe le natiche. Ansimò ancora e Louis tornò a dedicarsi al suo buchetta rosa.
«Sei così perfetto, Harry. Sento che potrei venire solo stando qui a guardarti» Mormorò Louis.
Il riccio era completamente aperto davanti a lui. Aperto e depilato e lui non riuscì più a resistere. Si abbassò, passando più volte la lingua sulla striscia di pelle che dai testicoli andava fino alla sua entrata, fermandosi poi su di esse e appoggiandovi le labbra sopra.
Harry gemette ancora, a voce più alta, ma Louis lo ignorò. Continuò a baciarlo, per poi tirare fuori la lingua, facendovi colare un po' di saliva sopra prima di iniziare a leccarlo. Esattamente lì.
«Ah... ah Louis... Cazzo» Ansimò Harry.
Lo aveva visto fare tante volte, tantissime volte, e in quel momento capiva perché piacesse tanto. Girò il collo, voltandosi e incrociando lo sguardo scuro del maggiore, già puntato su di lui. Continuò a gemere rumorosamente, guardandolo negli occhi mentre la sua lingua affondava dentro di lui, accarezzando le sue pareti mentre lo scopava lentamente.
In quel momento Harry sentì il corpo riscaldarsi e le dita degli arti iniziare a formicolargli. Il cuscino sotto di lui era bagnato mentre ci si muoveva contro in cerca di sollievo e sentiva di essere quasi al limite.
Provò a dirlo al cantante, balbettando tra un gemito e l'altro, ma lui si fermò non appena sentì il primo 'basta'.
«Ti sei mai toccato da solo, Harry?» Sussurrò allora Louis, dopo averlo baciato a lungo.
Harry annuì, non riuscendo più a riconoscere la sua stessa voce. «Sì. Sì, l'ho fatto»
Tra loro non c'era più una traccia di imbarazzo. Era come se si conoscessero da sempre.
Louis sorrise soddisfatto, si chinò sulla sua schiena, baciandolo ancora e accarezzandogli i ricci sudati, allontanandogli dolcemente dal viso. Si mise a cavalcioni sulle sue cosce, avvicinandogli due dita alle labbra.
Harry le schiuse all'istante, mordicchiando piano i polpastrelli prima di iniziare a leccarli. Imitò gli stessi movimenti che aveva fatto attorno all'erezione del maggiore, mentre Louis, dietro di lui, si masturbava pigramente.
Ad Harry sembrarono passate delle ore, ma alla fine Louis allontanò le dita dalla sua bocca. Le portò velocemente alla sua entrata già bagnata, iniziando a muovere in piccoli cerchi mentre Harry mordeva la stoffa del cuscino.
Quando Louis inserì il primo dito, Harry non sentì nulla di diverso da quello che aveva già provato facendolo da solo. Però c'era il cantante. L'uomo più bello che avesse mai visto che lo guardava come se fosse unico al mondo. Aveva la pelle d'oca in tutto il corpo, e l'orgasmo che stava trattenendo da fin troppo tempo decisamente non aiutava.
«Un altro» Ansimò, continuando a muovere il bacino avanti e indietro.
Louis lo assecondò subito, ma inserì due dita, invece di uno solo. Con tutte e tre le dita dentro la sua apertura strettissima, il cantante iniziò a muoverle avanti e indietro, girandole in piccoli cerchi e cercando di prepararlo al meglio.
Andò avanti diversi minuti, chinandosi ogni tanto per baciare Harry e sussurragli parole dolci all'orecchio mentre il minore si contorceva quasi disperato, andandogli incontro e muovendo velocemente il bacino, gemendo rumorosamente mentre la sua erezione ormai quasi viola si muoveva sulla stoffa ruvida del cuscino sotto di lui.
«Louis... Per favore» Mormorò Harry in un gemito disperato. «Per favore, non ce la faccio»
Voleva venire con Louis dentro di lui. Non capiva perché il cantante continuasse a temporeggiare, stuzzicandolo fino al limite, ma Louis continuava a baciarlo e a sussurragli quanto fosse bello, quanto amasse averlo così, e Harry non poteva far altro se non gemere.
Louis si fermò. Baciandogli e mordendogli la striscia di pelle che univa il sedere alla coscia, tirò fuori tutte le dita da lui, allargandogli ancora di più le gambe. Si tolse velocemente i boxer e si coricò su di lui, baciandolo con foga mentre la punta umida della sua erezione strusciava contro l'apertura del riccio ad ogni minimo movimento.
Erano entrambi così bagnati che Louis sentiva sarebbe potuto entrare dentro di lui semplicemente così, con una spinta più forte delle altre. Gemette al solo pensiero, continuando a mordere le labbra del minore ancora per qualche secondo, raggiungendo uno dei preservativi appoggiati sul comodino.
«Girati, begl'occhi» Disse dolcemente, alzandosi dal suo corpo e inginocchiandosi accanto a lui.
Harry eseguì e la sua mano corse subito alla sua erezione violacea, che giaceva gonfia e bagnata sull'addome. Era incredibilmente tentato di venire così, solo guardando Louis nudo davanti a lui, ma strinse le dita alla base, cercando di trattenersi.
«Voglio sentirti» Mormorò.
Louis sollevò lo sguardo verso di lui, sorridendogli dolcemente. «Io sono pulito, Harry, e immagino anche tu. Comunque appena torneremo alla civiltà faremo dei controlli, okay?»
Harry non rispose, sentendo il cuore martellargli nel petto. Sarebbero andati via da Camp Rock insieme, ci sarebbero state altre volte. Non fece neanche caso a Louis che lanciava via il preservativo, attirandolo a sé e baciandolo a lungo.
«Sei pronto?» Chiese Louis dopo un po', allontanandogli ancora i capelli dal viso.
Harry annuì. «Sono al limite, Louis, non so se resisterò»
«Perfetto» Mormorò il cantante, facendogli l'occhiolino.
Inginocchiato tra le sue gambe aperte, con una mano stretta alla sua erezione e dopo aver allargato un paio di dita dentro di lui ancora per qualche secondo, Louis si afferrò il membro, inserendo la punta nell'apertura del minore.
«Merda» Gemette subito Harry, inarcandosi.
Faceva fottutamente male. Per qualche secondo sentì solo quello, mentre Louis avanzava centimetro dopo centimetro, poi il cantante si chinò a baciarlo, masturbandolo mentre gli mordeva il labbro, e Harry non sentì più alcuna traccia di dolore.
Sentiva tutto il corpo pizzicare e in quel momento, nell'unico angolo della sua mente che non era ancora perso in Louislouislouis, capì perché il maggiore lo avesse portato a quel punto. Perché la sensazione dell'orgasmo così vicino sovrastava ogni traccia di dolore.
«Louis»
«Shh, Haz. Sei così bravo, piccolo, lasciati andare»
Louis gli baciò ogni angolo del viso, succhiandogli il collo prima di tornare alle sue labbra. Ad Harry bastò quello e la sua mano che si muoveva sulla sua erezione. Louis uscì ed entrò dentro di lui, fino in fondo, esattamente due volte ed Harry si inarcò, venendo tra i loro petti con un urlo.
Per qualche attimo non sentì assolutamente nulla, poi aprì lentamente gli occhi.
Louis era ancora dentro di lui, aprendo la sua carne in modo così deliziosamente doloroso che la prima cosa che Harry sentì fu tutto il sangue scendere di nuovo verso il suo pene, afflosciato e sensibile. Il cantante si chinò su di lui, leccando via tutto lo sperma dal suo petto e dal suo mento -non si era nemmeno accorto di essere venuto in modo così forte- e deglutendolo tranquillamente, prima di baciarlo.
«Hai urlato così forte che potresti aver svegliato l'intero campo»
Harry ridacchiò. Sentiva tutti gli arti pesanti e addormentati, ma avvolse le braccia al collo di Louis tenendolo contro di sé e baciandolo mentre poteva sentirlo iniziare a muoversi dentro di lui. Erano solo piccoli otto, tutta la sua lunghezza ancora infossata dentro di lui, ma bastò per fargli sentire di nuovo il sangue ribollirgli nelle vene.
«Mi stai davvero scopando, Louis?» Chiese, spingendo il bacino contro quello del maggiore.
Louis gli sorrise dolcemente. «No, Haz. Io sto facendo l'amore con te»
Sentendo la sensazione dell'orgasmo appena provato allontanarsi dalle sue ossa, Harry allargò il più possibile le gambe, baciò velocemente il maggiore, potendo sentire ancora il sapore del suo sperma mischiarsi a quello di menta e tabacco di Louis.
In quel momento voleva dirgli di smetterla, perché il suo sedere e il suo pene sempre più gonfio facevano male; voleva dirgli di continuare, perché sentiva di nuovo quel calore riscaldargli le ossa; voleva dirgli quanto lo amasse e quanto volesse far durare quel momento per sempre.
Non disse nulla di tutto quello.
«Bene, allora fai l'amore con me un po' più forte»
Louis rise senza fiato, sistemando un cuscino sotto la testa del minore. Gli lasciò un ultimo lungo bacio, iniziando a muoversi con più forza, lasciando che la sua erezione uscisse di qualche centimetro prima di affondare velocemente. Si tirò in ginocchio tra le gambe del minore e ne afferrò una, portandosela sulla spalla così da averlo perfettamente aperto per lui.
«Ho sempre amato le tue gambe» Ansimò, stringendogli un fianco con una mano mentre gli mordeva il polpaccio appoggiato sulla sua spalla.
Harry gemette, afferrando le lenzuola in due pugni mentre le spinte di Louis si facevano sempre più intense. La sue erezione era ormai perfettamente formata, il dolore non era scomparso, ma Louis lo baciava e lo toccava in modo così perfetto che la sua mente semplicemente si concentrava su altro.
«Louis» Gemette, in modo più forte, quando le spinte del maggiore aumentarono.
Louis continuò a guardarlo, occhi negli occhi, continuando a scoparlo velocemente, senza mai cambiare ritmo. Sentiva il ciuffo di capelli sudati applicarglisi fastidiosamente alla fronte, ma non si preoccupò di spostarli. Non quando Harry era sotto di lui, aperto e ansimante, con il volto e le labbra rossissime e i bellissimi ricci sparsi sul cuscino, che gemeva il suo nome con quella sua voce roca e lenta.
«Harry... Porca puttana» Imprecò, quando sentì i muscoli del minore stringersi attorno a lui.
Era già maledettamente stretto, tanto che quando era venuto Louis aveva sentito quasi dolore per la carne che si stringeva sulla sua erezione, ma ogni tanto sembrava divertirsi a contrarre ancora di più i muscoli, solo per vederlo impazzire.
Le labbra del riccio formarono un sorriso furbo prima di aprirsi nell'ennesimo alto gemito e Louis rispose iniziando a scoparlo ancora più forte. Cambiò la posizione: sempre tenendo la gamba del minore appoggiata alla sua spalla, piantando le unghie nella sua pelle, si abbassò sul suo corpo, iniziando a succhiargli un capezzolo mentre usciva completamente da lui, rientrando con forza.
«Louis, sì sì sì... Cazzo»
Harry buttò la testa all'indietro, sentendo tutto il basso ventre andargli a fuoco. Lasciò che il maggiore gli mordesse la mascella, continuando a gemere mentre sentiva la sua erezione uscire da lui, rimanendo dentro solo con la punta, per poi rientrare con ancora più forza, andando a colpirgli un punto che lo stava facendo impazzire.
«Ho trovato il tuo punto, vero begl'occhi?»Ansimò Louis, baciandolo velocemente.
Continuò a scoparlo in quel modo mentre Harry annuiva energicamente, guardandolo implorante.
«Ti prego, Lou, merda, di più, più»
Louis gli succhiò il capezzolo ancora per qualche secondo, salendo poi verso il collo, dove riprese a mordere e leccare la pelle chiara. Avrebbe voluto farlo sapere a tutti. Era lui il primo, l'unico e il solo ad aver toccato quella pelle e sentito quei gemiti.
Velocemente, sentendo tutti i muscoli iniziare a dolergli per lo sforzo, Louis lasciò la gamba del riccio e se le strinse entrambe alla vita. Si allungò sul corpo del minore, appoggiando i gomiti ai lati della sua testa e stringendogli i lunghi ricci tra le dita. Iniziò a spingere velocemente, strofinandosi contro il suo punto mentre le loro pelli nude e sudate schioccavano ad ogni spinta.
«Uhm... sì, sì così» Gemette Harry.
Strinse le gambe attorno al corpo del cantante, piantando il tallone nella parte bassa della sua schiena e tenendolo contro di sé mentre con le braccia gli circondava anche la schiena.
Louis continuò a spingere contro di lui ed era pelle contro pelle, carne contro carne. Entrambi gemevano rumorosamente mentre gli orgasmi erano sempre più vicini. Gli occhi lucidi e arrossati non si allontanavano mai mentre le labbra si trovavano e si separavano continuamente a causa degli ansimi eccitati.
Louis poté giurare che quello fosse il sesso migliore della sua vita. Probabilmente perché quello non era solo sesso. Forse non lo era mai stato.
Dopo una decina di minuti, sentendo il bassoventre bruciare e gli arti formicolare, Harry capì di essere incredibilmente vicino a venire per la seconda volta. Si sentiva come un foglio accartocciato, toccato così tante volte da essere sul punto di sbriciolarsi, eppure lo voleva così tanto.
«Louis» Ansimò, cercando di farglielo capire tra una spinta e l'altra.
Louis annuì all'istante. «Sono così vicino, Haz. Ho bisogno che tu venga con me»
Harry si morse il labbro inferiore, il corpo che bruciava in modo dolorosamente piacevole. Fece per portare una mano a stringersi l'erezione dolorante, che era rimasta ferma tra i loro corpi, ma il cantante fu più veloce. Con le ultime forze gli bloccò entrambi i polsi sulla testa, facendo svicolare la mano libera tra i loro petti sudati. Sentì il riccio lanciare un urlo roco quando strinse finalmente le dita alla sua erezione.
Lo masturbò velocemente. Gemettero entrambi, cercando di baciarsi mentre arrivavano al culmine contemporaneamente.
Harry fu il primo a venire, inarcando di nuovo la schiena e lasciando andare un urlo silenzioso mentre Louis colpiva la sua prostata con spinte secche e vigorose.
«Cazzo, Harry, sì, così merda!»
Il cantante lo seguì all'istante, stimolato dalle continue contrazioni dell'apertura del minore attorno alla sua erezione al limite. Venne dentro di lui con un ringhio roco, mordendogli la spalla.
Louis continuò a spingere pigramente dentro di lui, baciandolo lentamente mentre si svuotava e continuando anche dopo.
Quando si separarono, pochi secondi dopo, crollarono entrambi sul letto, sudati e distrutti.
Harry chiuse gli occhi, sentendo Louis ridacchiare ma non riuscendo a rispondere a quel bellissimo suono. Sentiva ogni singolo angolo di pelle bruciargli, il suo petto era bagnato e sentiva del liquido iniziare a colargli tra le gambe. Non fece caso al materasso che si abbassava per poi sollevarsi di nuovo accanto a lui, né al paio di mani che lo voltarono prima supino, passandogli qualcosa di morbido e bagnato sul petto, poi su un lato, pulendolo anche tra le gambe.
Non fece caso a nulla, cullato nel calore e nell'intorpidimento dell'orgasmo, fino a quando non sentì Louis iniziare a cantare.
Aprì leggermente gli occhi, ascoltando la sua dolce voce cantare di come si sentisse pieno, come una pistola carica, svegliandosi accanto a lui. Gli baciò delicatamente il collo mentre Louis si sdraiava nuovamente accanto a lui, e si lasciò abbracciare, accoccolandosi sul suo petto.
«E' nuova?» Mugugnò assonnato, una volta che Louis ebbe finito.
Il maggiore gli baciò la fronte. «La chiamerò 'No Control', ti piace?»
Harry annuì sbadigliando. «La adoro»
Non parlarono di quello che era appena successo tra loro, perché alla fine non c'erano davvero bisogno di parole.
Rimasero in silenzio per diversi minuti, accarezzando la pelle nuda e arrossata, respirando uno il profumo dell'altro.
«Devo andare» Sussurrò Harry alla fine.
Avrebbe preferito farsi amputare un arto piuttosto che lasciare il calore delle braccia del cantante, ma sapeva cosa sarebbe successo con Rose se lui avesse passato l'intera notte lontano dal loro bungalow.
Louis non provò nemmeno a convincerlo a dormire da lui. Annuì tristemente, passandogli i suoi vestiti e indossando a sua volta un paio di pantaloni della tuta. Si tennero per mano fino alla porta. Harry uscì per primo mentre Louis, appoggiato allo stipite, lo fissava.
«Ti conviene indossare un sciarpa, domani»
Harry sorrise, avvolgendo le braccia al suo collo. Lo baciò a lungo, accarezzando il suo petto nudo e i suoi capelli disordinati, mordendo le sue labbra fini.
«Sei sempre dannatamente bravo in tutto»
Harry ridacchiò sentendo quelle parole, mentre Louis gli faceva l'occhiolino. Si sorrisero ancora, scambiandosi un ultimo bacio, incuranti del fatto che lì chiunque avrebbe potuto vederli.
«Buonanotte, begl'occhi»
Harry lo baciò ancora strofinando il naso contro il suo. Buonanotte, BooBear. Tocca a te sognarmi, stanotte»
«Come se potessi fare altro, piccolo egocentrico»
Si scambiarono un ultimo bacio veloce, poi Harry se ne andò e Louis, dopo averlo osservato allontanarsi, entrò nel bungalow, chiudendosi la porta alle spalle.
Se solo fossero stati più attenti si sarebbero accorti che, nascosta dietro la capanna più vicina, Rose aveva assistito a tutta la scena con gli occhi chiusi in due fessure.
—
Harry osservò il suo corpo nudo allo specchio, insaponandosi sotto la doccia. Aveva il collo e il petto tempestato di succhiotti scuri e diversi graffi suoi fianchi e sulla coscia. Sentiva tutti i muscoli intorpiditi e il suo sedere faceva male ogni volta che tentava di sedersi, eppure non si era mai sentito così felice.
Aveva avuto la sua prima volta con Louis Tomlinson. Sentiva di poter camminare a tre metri dal cielo.
Si asciugò canticchiando la stessa canzone che Louis gli aveva fatto sentire la sera prima, infilandosi tutti i suoi vestiti nello strettissimo bagno del bungalow, preferendo evitare di cambiarsi davanti agli altri. Salutò allegramente gli altri, inventandosi una scusa veloce per la sciarpa che, nonostante i trenta gradi, gli copriva il collo. Lui e Niall aspettarono le ragazze seduti nel porticato della capanna, andando poi tutti e quattro verso la mensa.
Era una giornata esattamente come tutte le altre, ma Harry sapeva di non essere più lo stesso. Si sentiva euforico e pieno, e voleva solamente che l'intera giornata passasse per potersi rifugiare di nuovo tra le braccia del maggiore. Quella sera gli avrebbe detto di essere innamorato di lui e gli avrebbe chiesto di fidanzarsi. Il solo pensiero gli faceva venire la pelle d'oca.
Rose non disse una parola tutto il giorno, nemmeno durante le prove per il falò di quella sera.
Nessuno dei tre ci fece troppo caso. Bebe era sofferente per le mestruazioni appena arrivate, Niall invece passava il suo tempo a lanciargli occhiatine maliziose e occhiolini -ovviamente Harry aveva già raccontato tutto sia a lui che a Ed.
Louis non si fece vedere per quasi tutto il giorno.
Harry lo aveva incrociato a colazione, dove ovviamente si erano scambiati i soliti sguardi e sorrisi persi, e poi basta per tutto il giorno. Aveva sentito i ragazzi australiani parlare delle prove che stava facendo per il falò di quella sera, al quale si vociferava avrebbe partecipato anche lui.
Erano d'accordo per incontrarsi quella notte alla solita spiaggetta, perciò non se ne preoccupò più di tanto.
Di solito, quando qualcosa di catastrofico sta per succedere, le persone sembrano accorgersi di star vivendo una giornata terribile, a partire dalla prima sveglia. Per Harry non fu così. La sua giornata fu assolutamente normale fino al tramonto, quando tutti i ragazzi del campo si riunirono sotto al palco principale.
«Buonasera, cantanti e rockstar di Camp Rock!» Urlò James, salendo sul palco con la sua solita allegria. «Come sta andando la vostra estate?»
Harry, seduto insieme ad Ed e a Dua ai piedi del palco, si sentì sommerso dalle urla di tutti.
«Fate tanto rumore, ragazzi, perché, finalmente, ho convinto mio nipote Louis a cantarci una canzone!»
Tutto il pubblico esplose in un urlo spacca timpani non appena salì sul palco, ma Harry non sentì assolutamente nulla. Louis era entrato perfettamente nei panni del cantante famoso, con i suoi pantaloni strettissimi, le vans scure e la maglietta strappata in alcuni punti. Il suo ciuffo era tirato su elegantemente e sulla pelle abbronzata del suo collo Harry poteva distinguere chiaramente tre dei succhiotti che gli aveva lasciato la sera precedente.
Louis si diresse verso suo zio, abbracciandolo velocemente mentre un vago vociare di diffondeva tra i presenti, con i ragazzi delle prime file che avevano diffuso la voce dei succhiotti sul collo di Louis Tomlinson. Ed gli diede un paio di gomitate accompagnate da un 'complimenti, tigre' e Harry si sentì incredibilmente soddisfatto.
«Grazie, zio James» Disse Louis, avvicinandosi al microfono e zittendo tutti i presenti.
Si guardò attorno per qualche secondo, studiando il numeroso pubblico che aveva davanti prima che il suo sguardo incrociasse quello del riccio. Harry gli sorrise calorosamente e Louis gli fece un piccolo cenno.
«Amici, ho una sorpresa per voi» Annunciò, sorridendo misteriosamente e indicando i lati del palco. «Vi prego di fare un po' di casino per i miei fratelli, che oggi hanno gentilmente mosso le loro chiappe d'oro e sono venuti a trovarci»
Liam e Zayn salirono sul palco mentre tutti i ragazzi del campo si alzavano in piedi, urlando impazziti. Harry si unì alle loro urla. Aveva passato intere giornate ad ascoltare la loro musica e a guardare i loro video nei primi mesi del loro successo, perciò averli a due metri da lui era una sensazione inebriante.
«Ciao a tutti» Salutò subito Liam, tirando fuori il suo sorriso gentile. «E' bello essere a casa!»
Zayn gli diede una pacca sul sedere, superandolo e posizionandosi alla destra di Louis, ripetendo quanto fosse felice di essere di nuovo lì.
«Suoneremo qualcosa di nuovo. Fateci sapere cosa ne pensate!» Disse Louis, prima di attaccare il microfono all'asta centrale e recuperare la sua chitarra.
La folla urlò in delirio mentre la musica partiva. Harry li osservò a bocca spalancata. Si vedeva lontano un miglio che avessero una chimica perfetta. Le loro voci si completavano come un puzzle.
Louis iniziò con le prime strofe mentre il riccio sentiva il cuore battergli forte nel petto. Dal vivo era tutta un'altra cosa e lui era dannatamente bravo. Dominava il palco e il pubblico come se fosse nato per fare solo quello.
I've got fire for a heart
I'm not scared of the dark
You've never seen it look so easy
I got a river for a soul
And baby you're a boat
Baby, you're my only reason
If I didn't have you, there would be nothing left
The shell of a man that could never be his best
If I didn't have you, I'd never see the sun
You taught me how to be someone, yeah
Lo guardò diverse volte mentre cantava, continuando a suonare mentre Liam interveniva.
All my life
You stood by me
When no one else was ever behind me
All these lights
They can't blind me
With your love, nobody can drag me down
All my life
You stood by me
When no one else was ever behind me
All these lights
They can't blind me
With your love, nobody can drag me down
Nobody, nobody
Nobody can drag me down
Nobody, nobody
Nobody can drag me down
La voce da solista di Liam si unì subito a quella di Zayn, poi tutti e tre iniziarono a cantare insieme il ritornello mentre diversi ragazzi lanciavano fischi ammirati.
I got a fire for a heart
I'm not scared of the dark
You've never seen it look so easy
I got a river for a soul
And baby you're a boat
Baby, you're my only reason
If I didn't have you there would be nothing left (nothing left)
The shell of a man who could never be his best (be his best)
If I didn't have you, I'd never see the sun (see the sun)
You taught me how to be someone
Yeah
All my life
You stood by me
When no one else was ever behind me
All these lights
They can't blind me
With your love nobody can drag me down
Nobody, nobody
Nobody can drag me down
Nobody, nobody
Nobody can drag me down
Louis e Zayn cantarono insieme prima di unirsi nuovamente a Liam per il ritornello. Puntarono tutti e tre i microfoni verso il pubblico, mentre i ragazzi di Camp Rock iniziavano a cantare insieme a loro, battendo le mani a tempo.
All my life
You stood by me
When no one else was ever behind me
All these lights
They can't blind me
With your love, nobody can drag me down
All my life
You stood by me
When no one else was ever behind me
All these lights
They can't blind me
With your love, nobody can drag me down
Nobody, nobody
Nobody can drag me down
Nobody, nobody
Nobody can drag me down
Nobody, nobody
Nobody can drag me down
Nobody, nobody
Nobody can drag me down
Conclusero tutti insieme, finendo con un lungo inchino prima di iniziare ad applaudire insieme al pubblico. Ringraziarono tutti quanti per il supporto, chiacchierando con loro ancora per qualche minuto prima di lasciare il palco.
«E' la loro canzone più bella, Dio, è fenomenale!» Esclamò subito Harry.
Ed annuì d'accordo, mentre tantissimi ragazzi si riunivano attorno a loro. «E' davvero stupenda!»
Rose si mise davanti a loro, lanciando uno sguardo dietro alle spalle del riccio, sorridendo soddisfatta prima di mettersi davanti a lui, sempre seguita da Niall e Bebe.
«Allora Harry, perché non ci racconti ancora di tua madre?»
Harry la guardò con gli occhi spalancati, irrigidendosi visibilmente. 'No, no, ti prego'. Anne era poco distante dalla bionda e lui sentiva già le dita delle mani tremare.
«Lei è... davvero una brava persona» Intervenne subito Ed, mettendosi al suo fianco. «Luke, com'è tua mamma?»
Luke stava per parlare, ma Rose lo interruppe velocemente. «Hai detto che è la presidentessa di MUTV in Cina, ma dicci ancora quanto è importante»
Harry esitò. Anne aveva uno sguardo deluso, ogni traccia di divertimento scomparsa dal suo viso mentre James si metteva accanto a lei.
«Lei è...» Dovette prendere un respiro profondo per non scoppiare a piangere. «Lei è davvero molto importante»
«E...?»
Anne se ne andò via velocemente e Harry sentì un macigno cadergli sul petto. Ed gli poggiò una mano sulla schiena, cercando di confortarlo. «Sei davvero una stronza»
«Forse, ma almeno non sono una bugiarda» Ribatté subito Rose, incrociando le braccia davanti al petto. «Smentiscimi, Harry, dimmi che lei è davvero la presidentessa»
Harry si guardò attorno disperato mentre gli occhi di tutti i presenti di puntavano su di lui. Sentì un forte odore di delizioso profumo da uomo invadergli le narici ancora prima che potesse vederlo. Il suo labbro iniziò a tremare, ma si rifiutò di abbassare lo sguardo, nonostante fosse ormai sul punto di piangere davanti a tutti.
«No... lei...»
«Ci hai mentito per tutta l'estate, vero? Allora dicci cos'è, la vice presidentessa? Una socia?»
«No, lei... Lei è una cuoca»
«Alla MUTV in Cina, vero?»
Harry tornò di nuovo il ragazzino dal quale aveva invano cercato di fuggire per tutta l'estate. Solo davanti al bullo della scuola, che lo prendeva in giro davanti a tutti i suoi compagni, facendolo diventare l'escluso e l'emarginato. L'unica differenza, ciò che lo faceva stare ancora peggio, era che quella volta se l'era cercata da solo.
«No...Qui»
Diverse persone attorno a loro iniziarono a borbottare cose che Harry non capiva. Non spostò mai lo sguardo da Rose mentre la bionda sorrideva soddisfatta, lanciando uno sguardo dietro di lui. Louis. Harry non poteva nemmeno pensarci.
«Ma certo, lei cucina e tu le dai una mano, era l'unico modo per poterti permettere Camp Rock»
«Rose!» Sbottò Ed, mettendosi davanti a lui. «Ora basta!»
Lei rise tranquillamente. «Zitto tu. Quindi ci hai mentito tutta l'estate»
Harry non provò nemmeno a difendersi: con lei non ne valeva la pena. Si azzardò a lanciare uno sguardo a Niall, che lo stava già fissando, l'espressione incredibilmente spenta e delusa. Fu il primo ad andarsene quando Rose li richiamò, seguito da Bebe, che gli lanciò uno sguardo dispiaciuto.
Harry non ci fece nemmeno caso, voltandosi all'istante con il cuore che batteva forte.
Louis era a un metro da lui, che lo fissava con le sopracciglia aggrottate e gli occhi scuri dalla rabbia, o dalla tristezza, o dalla delusione. Il riccio non sapeva quale delle tre fosse peggio.
«Louis» Mormorò, ignorando lo sguardo preoccupato che Zayn e Liam si erano appena scambiati.
«E così mi hai mentito» Lo aggredì subito il cantante, la voce bassa e le mani strette in due pugni.
Rabbia, era decisamente rabbia. «Louis, io...»
«Tutta l'estate, Harry!» Esclamò, passandosi una mano tra i capelli. «Sai, sono abituato ad avere persone false attorno a me. Sono stato un idiota a pensare davvero che tu fossi diverso»
Quelle parole ferirono Harry più di qualunque altra cosa.
Lo aveva ascoltato parlare di come si fosse chiuso in sé stesso, di come fosse difficile per lui trovare qualcuno che fosse davvero sincero e lo apprezzasse per quello che era. Aveva guardato i suoi occhi tristi e accarezzato il suo ciuffo scombinato, lo aveva rassicurato e baciato dolcemente.
«Ma io sono diverso! Quella è stata... è stata l'unica cosa su cui ti ho mentito, devi credermi!»
Non ti ho mentito quando arrossivo, non ti ho mentito quando ti sorridevo, non ti ho mentito quando ti ho baciato e ho fatto l'amore con te.
«Tu sei uguale a tutti gli altri! Ti interessava Louis Tomlinson, non io»
«Io stavo solo cercando di...»
Louis lo interruppe, continuando a guardarlo in modo truce. «Risparmiatelo per la tua intervista con con qualche stupida rivista: ora hai tanto materiale»
Louis se ne andò via con un ultimo sguardo di rabbia e Harry non riuscì più a trattenere i singhiozzi.
«Non qui, andiamo» Disse Ed dolcemente, stringendogli il fianco e portandolo via.
Camminando verso la sua capanna Louis non poté non sentire la gelosia per quel gesto aizzare ancora di più la sua ira. Tirò un pugno contro il legno della porta, ignorando il dolore alle nocche.
«Vaffanculo! Chissà su cos'altro mi ha mentito!»Urlò, tirando un calcio alla sedia prima di buttarsi sul materasso, non riuscendo a trattenere un paio di lacrime.
Sentì il materasso abbassarsi sotto al peso di Liam e Zayn, ma non ci fece caso, voltandosi a pancia in giù e stringendo il cuscino tra le braccia. Aveva ancora il suo odore, quel perfetto miscuglio di vaniglia e pesca, e, per la prima volta dopo anni, Louis si concesse di essere debole.
«Mi ero innamorato di lui»
Non sollevò lo sguardo dal cuscino mentre cercava di trattenere le lacrime. Liam gli passò dolcemente una mano tra i capelli e Zayn lo abbracciò di slancio, stringendo le braccia ai suoi fianchi e appoggiando il capo il suo sedere.
«Porca di quella puttana!» Esclamò ancora Louis. «Mi ero innamorato di lui come un deficiente. Mi ha sorriso e io ci sono cascato in pieno. Con quella storiella da bravo ragazzo. Era troppo bravo per essere il suo primo bacio»
«Il fatto che abbia mentito su una cosa non vuol dire che abbia mentito su tutto, Lou» Mormorò Liam cautamente.
Il maggiore si voltò verso di lui, fulminandolo con lo sguardo. «Credi che mi interessi? Mi ha mentito, Liam. Io mi sono aperto con lui come mi avevate detto voi. Gli ho raccontato tutto di me, gli ho fatto conoscere ogni singola sfaccettatura. Per una volta ho seguito i vostri fottuti consigli e guardate come cazzo mi sono ridotto»
Liam e Zayn si lanciarono un altro lungo sguardo pieno di preoccupazione, si ricordavano ogni singola volta che Louis era arrivato da loro con il cuore spezzato, chiudendosi in sé stesso per giorni e lasciando spazio solo per alcool, canne e discoteche, che ovviamente finivano immediatamente sui giornali.
«Supererai anche questa campione» Disse Zayn, dopo un po'.
«Vaffanculo» Mugugnò Louis, la faccia premuta sulla stoffa profumata del cuscino.
«Avrai sempre noi e la musica, Lou» Intervenne Liam, alzandosi in piedi. «Avevi ragione, mi sono rotto il cazzo dei manager. Siamo diventati famosi per la nostra musica e continueremo a suonare quella, questa è la fine del loro marketing da quattro soldi. Tuo zio ha registrato l'intera performance di oggi, con il pubblico in delirio. La manderemo alla casa discografica e se a loro non piace chi se ne frega, ce ne possiamo trovare un'altra, al diavolo il contratto»
Zayn lo guardò orgogliosamente, allungandosi per stringergli la mano. Strinse anche quella di Louis.
«Siete i miei fratelli, comunque vada. I fottutissimi One Direction non si faranno più mettere i piedi in testa»
Louis si sollevò a guardarli. La musica era sempre stato il suo sogno, sin da quando era bambino. Avrebbe lottato per poterlo fare e quella sarebbe diventata la sua priorità. Avrebbe cantato col cuore spezzato ogni singola canzone scritta per Harry, ricordando ogni singolo momento passato con lui.
Perché alla fine la musica che amava era quello e, volente o nolente, era stato proprio il riccio a ricordarglielo.
La musica non è soldi, ma emozione.
Sorrise ai suoi migliori amici. «Ce la saremo. I fottuti One Direction ce la faranno»
Si abbracciarono di slancio, ritornando ai primi giorni come band, ai primi sogni condivisi, alle prime insicurezze, alle prime note prese male e alle prime nottate passate a provare.
«Tornate pure in città, ragazzi, posso cavarmela qui» Mormorò Louis dopo un po'.
Liam lo guardò dubbioso. «Sicuro?»
«Ho ancora un lavoro da portare a termine» Louis stirò un piccolo sorriso. «So che la limousine vi aspetta, davvero, andate. Ci vediamo alla Final Jam»
Si abbracciarono ancora velocemente, poi Zayn e Liam uscirono dalla sua stanza, salutandolo e riempiendolo di raccomandazioni. Louis li ascoltò solo in parte, finendo per buttarsi sul letto ancora vestito un attimo dopo che loro se ne furono andati. Si addormentò all'istante, circondato dall'odore di Harry.
Il giorno dopo si svegliò di buon'ora. Si fece una doccia ghiacciata, strofinandosi energicamente la pelle, nella speranza di liberarsi di ogni singolo graffio o succhiotto. Ottenne semplicemente un fastidioso bruciore e i segni ancora più visibili sulla pelle arrossata. Rinunciò tranquillamente alla colazione, sedendosi davanti alla sua capanna con la sua amata chitarra.
Cominciò a ripetere tutte quelle note che aveva sentito il primo giorno, pensando solo alla voce di quel ragazzo fino a quando James non si sedette accanto a lui.
«Cosa è successo l'altro giorno?» Chiese tranquillamente suo zio.
Louis non smise di suonare, rispondendo accigliato. «Niente»
«Sì? Non sembrava niente» Continuò James. «Sembri schiacciato, distrutto, devastato»
«Grazie zio» Mormorò sarcasticamente il cantante, interrompendo la sua musica. «La verità è che sì, soffro come un cane al momento, ma non posso permettere che qualcos'altro si metta di nuovo tra me e la musica. Non lascerò che il fatto di essermi innamorato di un ragazzo mi impedisca di pensare al mio nuovo album»
James gli appoggiò una mano sulla spalla. «Sono fiero di te, Louis. E non commenterò il modo in cui dici di esserti innamorato, con gli occhi che brillano come non li avevo mai visti. Non te lo dirò perché sei grande e io non posso starti addosso, cercando di fari capire come cerchi da sempre il suo sguardo e come sorridi dopo averlo trovato»
Louis sbuffò, guardando altrove. «Non voglio pensare a lui. C'è un altro ragazzo che ho bisogno di trovare»
«Il tuo ragazzo speciale?» Domandò James con un sorriso.
«Ho la sua canzone in testa dall'inizio dell'estate! I told him that I loved him, just not sure if he heard // The roof was pretty windy and he didn't say a word // Party died downstairs, had nothing left to do //Just me, him and the moon »
Ancora una volta, la seconda in due giorni, nessuno di accorse della ragazza che, nascosta lì vicino, aveva ascoltato tutto.
Rose corse al suo bungalow nonostante i corsi che avrebbe dovuto seguire. Sollevò il materasso dove Harry aveva dormito fino a due notti prima, recuperando il suo amato quaderno di appunti. Lo aprì, sfogliandolo per qualche secondo prima di trovare la pagina che stava cercando.
« I told him that I loved him, just not sure if he heard //The roof was pretty windy and he didn't say a word» Iniziò a leggere lentamente. «Party died downstairs, had nothing left to do // Just me, him and the moon»
Sorrise maleficamente, osservando il suo braccialetto dorato. «Oh Harry, tu non sai contro chi ti sei messo»
—
«Io davvero non riesco a capire come tu possa vergognarti di quello che sei!»
Harry sollevò gli occhi al cielo mentre Anne si sedeva ai margini del letto dove era coricato. Aveva pensato fosse meglio, almeno per qualche giorno, tornare nel bungalow da lei, non avrebbe sopportato la presenza di Rose più di quanto fosse strettamente necessario.
«Te l'ho già detto mamma, mi dispiace tantissimo» Riprovò, sedendosi accanto a lei. «Io ammiro quello che tu fai per me, lo sai. Il fatto è che per una volta, una sola volta, volevo semplicemente essere accettato»
Anne gli sistemò i ricci sporchi. «Ma tu non hai bisogno di mentire per essere accettato, tesoro, a casa hai tanti amici...»
«Ne ho una!» La interruppe Harry, alzandosi con uno scatto nervoso. «E guardiamo in faccia la realtà: nessuno ha mai fatto a gara per sedersi accanto a noi in mensa. Io non sono mai stato quello popolare. Io ero quello strano, quello che se ne stava in angolo a canticchiare le sue canzoni mentre tutti giocavano a pallone. Io volevo solo avere l'estate più bella della mia vita, almeno qui volevo liberarmi di tutto quello che a Holmes Chapel mi impedisce di essere chi sono davvero. So di aver sbagliato mamma, i sensi di colpa mi hanno tormentato tutta l'estate, ma ho fatto semplicemente quello che ho potuto per essere accettato»
La guardò con le lacrime agli occhi, ma lo sguardo di Anne era puntato sulle sue spalle.
«Io ti avrei accettato lo stesso, razza di idiota»
Harry si voltò all'istante, ignorando i muscoli del collo che tirarono fastidiosamente per via del movimento improvviso.
«Scusate l'intrusione» Disse tranquillamente Niall. «Volevo conoscere ufficialmente la mamma del mio compare, che ha cucinato per tutta l'estate le omelette più buone che io abbia mai mangiato»
Anne gli sorrise. «Grazie, Niall, sono felice che ti siano piaciute tanto»
L'irlandese sorrise a sua volta, prima di sposare lo sguardo su Harry, che era rimasto immobile, fissandosi imbarazzato le punte dei piedi.
«Mi dispiace davvero tanto, Nì»
«Lo so, Haz, lo so. E' tutto okay, credo» Lo rassicurò Niall. «Avrei voluto ucciderti all'inizio, è vero, ma adesso ho capito perché l'hai fatto. E' tutto a posto»
Harry sorrise. Lo abbracciò di slancio, lasciandosi stringere in uno dei suoi mega abbracci alla Niall. Alla fine aveva lui, aveva Ed e aveva ancora la Final Jam. Forse la sua estate non sarebbe stata completamente rovinata. Lo pensava, almeno fino a quando due occhi azzurri delusi e arrabbiati non fecero capolino nella sua mente.
«Capirà anche lui, Haz, lo capirà per forza» Lo rassicurò Niall, come se gli avesse letto nel pensiero.
Harry sciolse il loro abbraccio scrollando le spalle. Louis non lo avrebbe mai perdonato. Ormai il riccio lo conosceva bene: aveva visto il suo sguardo e i suoi gesti, lui gli aveva mentito su troppe cose e Louis, soprattutto con quello che aveva vissuto, non lo avrebbe mai capito.
«Non per interrompere il momento, ragazzi» Mormorò dolcemente Anne, appoggiando le mani sulle spalle di entrambi. «Io devo andare ad aiutare con il servizio, voi iniziate ad andare a pranzo. Harry, dopo potrai venire ad aiutarmi, ora goditi questa bella giornata»
Niall la guardò subito emozionato. «Verrò anche io, ho sempre voluto vedere come sono le cucine qui»
Andarono a pranzo insieme, camminando verso la mensa mentre Niall raccontava di come se ne fosse andato dal gruppo di Rose. Persino lui, la persona più pacifica del mondo, si era stufato di come Rose li trattava continuamente.
«Ovviamente mi dispiace aver lasciato anche Bebe, ma dopo quello che ti ha fatto non avrei sopportato di stare accanto a lei un minuto di più. Sputtanarti davanti a tutti è stata la cosa più meschina che io le abbia mai visto fare»
Si sedettero insieme al tavolo di Ed, Dua e dei 5 Seconds Of Summer. Tutti i ragazzi lo accettarono subito, scherzando un po' con lui prima di confermargli ciò che Niall e Ed gli avevano già detto: lui sarebbe stato perfettamente accettato in ogni caso.
Harry mangiò il suo broccoli con un sorriso felice sul volto. Era stato uno stupido a pensare che la fama fosse davvero meglio di tutto quello: delle prese in giro di Calum verso i capelli fucsia di Michael, delle battute orribili di Dua e della risata rumorosa di Niall.
Stavano ridendo, quando Rose si avvicinò al loro tavolo, appoggiandovi sopra il suo piatto.
«Sai, la mia bistecca era troppo cotta oggi, vai a dire a tua mamma di stare più attenta ai fornelli»
Qualcuno ridacchiò mentre la bionda faceva per allontanarsi. Harry non aveva più intenzione di stare al suo gioco. Stufo di tutto quello si alzò in piedi, mettendosi davanti a lei.
«Devi smetterla di trattarmi così. Devi smetterla di trattare così tutti!» Iniziò, fiero di poter finalmente dire ciò che pensava. «Sarai anche ricca, ma ciò non ti rende una persona migliore di noi. Sei solo una ragazzina viziata e se credi di potermi trattare come un essere inferiore beh, ti sbagli di grosso. Sarò anche il figlio di una cuoca e di un meccanico, ma almeno io non sono felice dopo aver fatto star male tutte le persone attorno a me. E di dirò una cosa: preferisco essere me tutta la vita»
Si fissarono in silenzio per qualche secondo, poi Rose tirò fuori il suo sorrisetto, per niente toccata. «Nel caso non ci arrivassi da solo: sei fuori dal gruppo»
Se ne andò via velocemente, mentre Ashton e Calum battevano energicamente le mani in un applauso, mandandogli baci volanti e cuori. Harry scoppiò a ridere, voltandosi però verso il tavolo di James.
Louis, che lo stava fissando fino ad un minuto prima, spostò velocemente lo sguardo sul suo piatto.
«Allora formeremo il nostro gruppo!» Esclamò Ed, battendogli una pacca sulla spalla non appena Harry si sedette accanto a lui.
«Ma... E la tua fidanzata?»
Il rosso scrollò le spalle. «Per lei posso cantare sempre, l'occasione di umiliare quella gallina non capita spesso. Con la tua voce e la mia musica, noi vinceremo la Final Jam»
Harry gli sorrise orgoglioso, annuendo velocemente.
«Mettetevi in coda ragazzi. Mi dispiace per voi ma su quel trofeo c'è già il nome dei 5 Seconds of Summer!» Esclamò subito Luke.
Tutti iniziarono a ridere, tornando a mangiare tranquillamente.
Due ore più tardi Harry era in cucina, occupato a pulire le ultime tracce di farina dal bancone in legno. Era rimasto da solo mentre Ed e Niall si erano offerti di aiutare Anne ad organizzare diversi scatoloni nel magazzino.
Fu in quel momento che qualcuno entrò nella cucina come una furia.
Louis si fermò a fissarlo mentre Harry lasciava cadere il panno a terra. Era la stessa identica posizione della prima volta in cui si erano visti.
Nessuno disse nulla per quasi un minuto, poi Louis rise, una risata nervosa e sarcastica.
«Ma certo, ma certo!» Disse, continuando a guardarlo. «Io sapevo di averti già visto da qualche parte! Ero sicuro che i tuoi occhi mi ricordassero qualcosa!»
Harry deglutì. Il cantante indossava dei pantaloni della tuta e un'aderente maglietta blu. Il solito ciuffo era disordinato e la barba gli era ricresciuta come la sera in cui avevano fatto l'amore. Harry riusciva ancora a sentirla sul suo petto e tra le sue gambe. Voleva solamente correre da lui e farsi stringere tra le sue braccia forti.
«Louis...» Provò, sentendo un piccolo nodo stringergli la gola.
L'espressione dura del cantante ebbe un tremolio prima di tornare alla solita maschera d'indifferenza.
«Stai zitto. Non sono venuto qui per sentire le tue scuse. Anzi, sinceramente non me ne frega più un cazzo»
«Allora perché sei venuto?!» Chiese, iniziando a mettersi sulla difensiva.
Sentiva il cuore martellargli nel petto e le mani iniziare a tremare, ma non avrebbe ceduto davanti a lui.
«Volevo vederlo con i miei occhi»
Harry sbuffò, allargando le braccia. «Sì? E ti piace la vista? Perché sono sempre gli occhi che tanto ti piacevano, le gambe lunghe hai stretto e i capelli ricci che hai accarezzato. Sono sempre io. L'Harry a cui hai raccontato tutto, l'Harry a cui hai scritto le canzoni, l'Harry con cui hai fatto l'amore»
Louis scosse la testa. «Sono venuto perché avevo bisogno di vedere con i miei occhi tutte le tue bugie. Adesso che ti ho visto posso chiudere qui tutto quello che c'è stato tra noi. Non posso cancellare ciò che è successo e sono obbligato a rimanere qui fino alla Final Jam, ma dopo quello tu per la tua strada e io per la mia»
Harry non poté dire nulla. Non ebbe neanche il tempo di metabolizzare ciò che gli era stato detto, che il cantante era già sparito, sbattendosi la porta alle spalle.
Realizzò tutto, di aver perso il suo primo bacio, il suo primo amore, il suo primo tutto. Appoggiò i gomiti al bancone, prendendosi la testa tra le mani mentre i primi singhiozzi gli scuotevano il petto. Non aveva neanche voluto ascoltarlo, sentire la sua versione. Lo aveva semplicemente cancellato.
Sentì dei passi avvicinarsi e delle mani accarezzargli dolcemente la schiena. Ed lo aiutò ad alzarsi e gli asciugò le lacrime. Stava per dire qualcosa, quando la porta della cucina si aprì nuovamente.
«Eccoli! Sono stati loro!» Sbraitò Rose, avvicinandosi velocemente al bancone, seguita da James.
Harry si asciugò velocemente il viso con la manica della casacca azzurra, respirando profondamente e cercando di recuperare un po' di contegno.
«Okay, ha perso la testa» Borbottò Ed accanto a lui.
Rose puntò subito il dito contro di loro. «Io non ho perso nulla! Voi me lo avete rubato!»
«Che cosa?!» Esclamarono subito Harry e Ed a tempo.
Anche Anne fece velocemente il suo ingresso nella cucina, attirata dalle urla, chiedendo spiegazioni a James.
«Rose è convinta che Harry e Ed abbiano rubato il suo braccialetto con i ciondoli» Spiegò il direttore.
Alzò subito le mani, fermando la sfilza di domande e esclamazioni scioccati che i tre avevano iniziato a lanciargli contro.
«Sentite, lo so che sembra assurdo e sinceramente voi due non mi sembrate il tipo...»
«Harry ha raccontato cazzate per tutta l'estate!» Iniziò subito la bionda. «Chissà su che cos'altro ha mentito»
Harry fermò subito sua mamma con un cenno del capo. «Controlla pure James, qui non troverai assolutamente niente, perché noi non abbiamo rubato niente!»
«Mi dispiace, ragazzi» Mormorò James, sembrando seriamente dispiaciuto. «Darò una veloce occhiata qua e nei vostri bungalow e, se non dovessi trovare nulla...»
Si interruppe mentre gli sguardi di tutti i presenti si fermavano sull'unico, piccolo ciondolo dorato che pendeva tra due grossi libri di cucina.
Harry sentì il fiato mancargli mentre James lanciava loro una lunga occhiata delusa, recuperando il braccialetto. Lo tenne in mano, sollevato in alto così che tutti potessero vederlo.
«Io sono davvero senza parole»
«Anche io!» Esclamò subito Harry, cercando di difenderli. «Ci dev'essere un errore James, Rose potrebbe mentire e...»
«Hai qualche prova?»
«No, ma...»
«Allora mi dispiace» Disse James. «Ho le mani legate, ragazzi. Visto quello che è successo e visto che siamo ormai alla fine dell'estate, devo impedirvi di suonare, fino alla fine della Final Jam»
Harry e Ed provarono a protestare, ma non ci fu niente da fare.
«Fino alla fine della Final Jam» Ripeté guardando entrambi.
James passò il braccialetto a Rose e uscì dalla stanza, immediatamente seguito dalla bionda che, dopo aver lanciato un lungo sguardo soddisfatto nella loro direzione, uscì dalla cucina.
Harry e Ed si guardarono a lungo, completamente sconvolti. Il riccio sentiva un macigno sullo stomaco: quella sarebbe stata la sua ultima occasione e lui era riuscito a farsela scappare tra le mani.
—
Gli ultimi giorni prima della Final Jam furono come una tortura per Louis.
La notte non dormiva e di giorno si sentiva svenire dal sonno. Per non dover incrociare Harry evitava tutti i posti dove sarebbe potuto passare. Non era più tornato alla loro spiaggia e non era più passato per quel sentiero dove si erano conosciuti; si rintanava nel bungalow di suo zio, senza presentarsi quasi più ai pasti, passando giornate intere a scrivere musica, smettendo solo per andare a fare lezione.
Unico punto a favore: con il cuore spezzato uscivano fuori canzoni meravigliose.
Tutti i suoi sforzi comunque crollavano esattamente tre volte a settimana, quando doveva tenere il corso di hip hop al quale partecipava anche Harry. Cercava di fare finta di nulla, cercava di guardare il fisico perfetto di Rose o il sedere di uno dei ragazzi del corso, ma non serviva niente. Il suo sguardo cadeva sempre e inesorabilmente sulla figura del suo ragazzo dagli occhi verdi.
Si diceva che la sua unica consolazione fosse vedere Harry stare male tanto quanto lui -forse anche di più, vista la sua eliminazione dalla Final Jam- ma in realtà voleva solo poter tornare a vedere le sue dolci fossette, accompagnate dai brillanti occhi verdi.
Non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva, ma sapeva che fosse così.
Ci pensava tutto il tempo, costantemente. Ogni secondo c'era una parte di lui che pensava a cosa sarebbe successo se l'avesse perdonato. Una parte di lui voleva perdonarlo. Si chiedeva continuamente il perché di tutta quella sofferenza.
Harry era giovane e influenzabile.
Voleva essere accettato dopo una vita da emarginato e aveva finito per spingersi troppo oltre. Pensandoci, Louis si era reso conto che forse avrebbe fatto la stessa cosa.
Poi però usciva fuori l'altra parte, quella schiva, diffidente e permalosa, quella che costituiva un buon ottanta percento.
Pensava a come Harry gli avesse mentito dopo che Louis aveva detto di fidarsi di lui. Lui gli aveva raccontato tutta la sua storia, tutti i suoi cuori spezzati legati alla sua situazione. Harry sapeva quanto lui odiasse le bugie, eppure aveva taciuto tutto. Sia quando Louis gli aveva detto di fidarsi incondizionatamente di lui, sia quando si erano baciati e aveva fatto l'amore.
Come poteva, lui, tornare da una persona che non aveva le palle di dirgli le cose in faccia? Quanto sarebbero durati insieme?
«Stai da schifo» Lo salutò Zayn.
Louis sorrise, tirandogli un pugno sulla spalla e facendoli entrare entrambi nel suo bungalow. Come promesso erano arrivati tutti e due, pronti a sostenerlo e a giudicare con lui i concorrenti della Final Jam.
Lo obbligarono a mangiare -non che fosse così difficile, dopo avergli portato il pranzo in camera- a farsi una doccia e a darsi una sistemata. Si accorciò la barba, che negli ultimi giorni era diventata di una lunghezza imbarazzante, e si sistemò i capelli nel solito ciuffo perfettamente disordinato.
«Abbiamo sentito che Harry non canterà, stasera»
Louis si bloccò davanti allo specchio non appena sentì Liam pronunciare quelle parole. Fu solo un secondo, poi ricominciò a sistemarsi il colletto della polo nera.
«No, non canterà»
«E ti dispiace?» Chiese Zayn, lanciandogli la giacca nera di pelle.
Louis la infilò, lasciandola aperta sul petto. «Non lo so, non l'ho mai sentito cantare»
Zayn e Liam lo guardarono con gli occhi spalancati. «Non l'hai mai sentito cantare?!»
«E' timido. Diceva che lo metteva in soggezione cantare davanti a me, mi aveva promesso che sarebbe stata un sorpresa per la Final Jam, ma a questo punto non se ne farà niente, immagino. Non che mi interessi più molto, è altro quello che sto cercando»
«Ma scusa un attimo» Ragionò Liam. «Tu non hai ancora trovato la voce che cerchi e non lo hai mai sentito cantare. Se le due cose fossero collegate? Se fosse lui la tua bellissima musa?»
"Lui era già la mia bellissima musa"
Louis si sedette sul letto, guardandoli. «Non lo so, ragazzi. Una parte di me ci spera così tanto, solo che poi arriva la parte razionale»
«E cosa ti dice la parte razionale?» Chiese Zayn.
«Harry ha davvero una bellissima voce. Il fatto è che non ha nulla di particolare: è un timbro basso diverso dal solito, quello sì, ma ho già sentito tantissimi altri ragazzi con una voce simile»
Cercò di chiudere il discorso e i suoi migliori amici afferrarono all'istante. Chiacchierarono di qualunque altra cosa mentre finivano di prepararsi, poi, tutti e tre insieme, si incamminarono verso la limousine che li avrebbe portati al teatro di Camp Rock, ad una decina di minuti dal campo.
Fecero la loro entrata scenica, correndo per la passerella che passava tra i pubblico, battendo qualche cinque ai fan che porgevano loro la mano e raggiungendo James sul palco principale. Si sedettero nei tre posti dedicati alla giuria, ancora circondati da scroscianti applausi.
«Ma ora bando alle ciance. Iniziamo subito la sfida, al termine della quale un fortunato, giovane talento vincerà l'ambitissimo trofeo della Final Jam e potrà incidere un disco con mio nipote, la popstar Louis Tomlinson! Che sera stasera!»
James iniziò a battere le mani insieme al pubblico, sicuramente esaltato quanto loro.
«Iniziamo con una collaborazione da capogiro! I nostri australiani preferiti, i 5 Seconds of Summer, la meravigliosa Dua Lipa e l'irlandese che illumina le nostre giornate, Niall Horan!»
Il pubblico esplose in un grande applauso mentre tutti salivano sul palco.
Louis ascoltò interessato la loro canzone. Era qualcosa di nuovo e fresco, i 5 Seconds of Summer erano sempre stati ottimi musicisti e le voci di Dua e di Niall erano perfette insieme. Anche Liam e Zayn, così come tutto il pubblico, apprezzarono la loro performance.
«Fantastici!» Urlò James, salendo sul palco, una volta che loro ebbero finito. «E adesso un gruppo fatto tutto da biondi! Un grandissimo applauso 'Rose and the blondes'!»
«Quella è la figlia di Tj Tyler?» Mormorò Zayn al suo orecchio, vedendola salire sul palco. «Ho sentito che è anche lei tra il pubblico, oggi»
«Rose ne sarà felice» Commentò Louis, non troppo toccato.
Avrebbe dovuto esserle grato, perché era stato solo grazie a lei che aveva saputo tutta la verità, eppure il suo senso di protezione nei confronti del riccio lo avevano spinto a detestare il suo atteggiamento da diva e il suo fortissimo odore Chanel. Non avrebbe neanche dovuto preoccuparsi di essere imparziale, poi, perché la sua esibizione non era un granché.
Sfortunatamente per Rose, la sua bella voce e il suo naturale carisma non potevano compensare i suoi movimenti ripetitivi e i suoi testi sempre così privi di spessore. Tuttavia Louis non poté non dispiacersi quando la vide inciampare sul palco, interrompendo di scatto la canzone prima di scappare via con le lacrime agli occhi, tra le risate generali.
Quando Louis si voltò vide che la grandissima Tj Tyler stava discutendo animatamente al telefono durante l'esibizione della figlia.
James salì sul palco subito dopo, cercando di mettere su un sorriso. «Beh, andiamo avanti! C'è una aggiunta dell'ultimo minuto che i nostri giudici sono invitati a prendere in considerazione!»
Il cuore di Louis fece una capriola nel petto a quelle parole.
«Bleta Rexha! Corri qua, il palco è tutto tuo, tesoro!»
Non era Harry.
Era Bebe, che, a quanto pare, aveva imitato Niall abbandonando il gruppo di Rose.
La sua performance fu una delle migliori che Louis avesse mai sentito. La sua voce era fenomenale e il suo testo commovente: aveva portato sul palco la sua storia e, a giudicare dalla reazione degli spettatori, Louis non era l'unico a trovarla sensazionale. Si alzò in piedi ad applaudire non appena finì, così come tutto il resto del pubblico.
Sarebbe stato felice di fare una collaborazione con lei. Un solo pensiero lo disturbava, in quel momento: l'estate era finita e lui non aveva trovato la sua voce.
«Fantastica!» Esclamò James, salendo nuovamente sul palco. «Fanstastica, non è vero? Adesso possiamo dirlo ufficialmente: questa è la fine della Final Jam! Questa è la fine della Final Jam!»
Diverse urla si sollevarono dal pubblico.
«Bene, è arrivato i momenti che i nostri giudici si appartino per... beh, per giudicare»
Louis, Liam e Zayn si alzarono in piedi, percorrendo di nuovo la passerella. Avevano appena raggiunto la fine di questa, quando il rumore di uno stereo collegato si diffuse nell'ambiente. Louis non ci fece caso, parlando e discutendo con i suoi amici di quello che avevano sentito.
Suo zio li raggiunse, sembrando persino più felice del normale. Gli appoggiò una mano sulla spalla, battendo un paio di volte.
Louis lo ignorò, continuando a discutere con Liam, fino a quando le prime note non invasero l'intero teatro.
I told him that I loved him, just not sure if he heard
The roof was pretty windy and he didn't say a word
Party died downstairs, had nothing left to do
Just me, him and the moon
Non fece nemmeno caso alla prime note, come se fosse completamente perso nel suo mondo. La voce era timida e leggermente più titubante, ma era quella, era quella al cento percento.
I set you on fire babe
Than down came the lightning on me
Love can be frightening for sure
A quel punto Louis lo realizzò. Stava dando le spalle al palco principale, ma la voce era quella, la avrebbe riconosciuta lontano un miglio.
Era Harry quello, era il suo piccolo Harry. Ancora prima di girarsi capì che una parte di lui lo aveva sempre saputo.
«Oh, begl'occhi» Bisbigliò, voltandosi a guardarlo.
Harry era al centro del palco, bellissimo a scrivere la sua storia, con i suoi strettissimi skinny jeans neri e la sua svolazzante camicetta bianca e nera. La mano che non reggeva il microfono tremava appena, ma la sua voce era diventata ferma e sicura.
All I know at the end of the day is you want what you want and you say what you say
And you'll follow your heart even though it'll break
Sometimes
All I know at the end of the day is love who you love
There ain't no other way
If there's something I've learnt from a million mistakes
You're the one that I want at the end of the day
Louis afferrò velocemente il microfono di James, continuando a guardarlo rapito, con il cuore che batteva velocemente mentre Harry si spostava al centro del palco, puntando lo sguardo nella sua direzione.
At the end of the day
You're the one that I want at the end of the day
Fu quando lo vide accennare un sorriso timido, mordendosi vagamente il labbro inferiore e spostandosi i capelli dal volto, che Louis sentì qualcosa smuoversi definitivamente dentro di lui. Non ebbe neanche bisogno di prendere un bel respiro perché, ancora prima di accorgersene, stava camminando verso di lui.
Sure the night was over, I said it's forever
Twenty minutes later wound up in the hospital
The priest thinks it's the devil
My mum thinks it's the flu
But boy it's only you
Harry gli sorrise e per Louis fu come se l'intero capannone si fosse illuminato.
Camminarono uno verso l'altro come se fossero rimasti solo loro due. Loro due e la loro musica.
I set you on fire babe
And down came the lightning on me
Love can be frightening for sure
Louis terminò la sua strofa con le mani che tremavano dall'emozione, quella stessa gioia che non provava da ormai tantissimo tempo. Si fermò davanti al riccio, incrociando velocemente i loro microfoni e facendogli un occhiolino mentre iniziavano a cantare insieme.
All I know at the end of the day is you want what you want and you say what you say
And you'll follow your heart even though it'll break
Sometimes
All I know at the end of the day is love who you love
There ain't no other way
If there's something I've learnt from a million mistakes
You're the one that I want at the end of the day
Le loro voci non sarebbero potute essere più diverse, ma insieme sembravano suonare incredibilmente bene. Gli acuti perfetti di Harry compensavano tutti i difetti che lui sapeva di avere sempre avuto; dal canto suo, l'esperienza di Louis faceva da ancora al riccio, guidandolo e supportandolo in mezzo agli sguardi curiosi e critici di tutti i ragazzi di Camp Rock.
Con mano tremante, Harry appoggiò le lunghe dita sulla sua spalla, tenendolo vicino e accarezzandogli col delicatezza il braccio. Louis fece intrecciare le loro dita mentre cantava il suo assolo, sempre guardandolo negli occhi.
When the sun goes I know that you and me and everything will be alright
And when the city's sleeping, you and I can stay awake and keep on dreaming
You and I can stay awake and keep on dreaming
Occhi negli occhi, le dita intrecciate e le voci perfettamente in armonia, si sorrisero dolcemente mentre la musica proseguiva, prendendo un profondo respiro prima di concludere, insieme.
All I know at the end of the day is you want what you want and you say what you say
And you'll follow your heart even though it'll break
Sometimes
All I know at the end of the day is love who you love
There ain't no other way
If there's something I've learnt from a million mistakes
You're the one that I want at the end of the day (at the end of the day)
Louis avvicinò i loro volti fino a poter vedere ogni singola sfaccettatura di verde negli occhi del minore. Gli baciò il palmo della mano mentre il labbro di Harry tremava leggermente.
At the end of the day
You're the one that I want at the end of the day (at the end of the day)
You're the one that I want at the end of the day
Diversi fischi di ammirazione e applausi si sollevarono dal numeroso pubblico non appena la musica terminò, ma né Harry né Louis ci fecero troppo caso.
Prima ancora di avere il tempo di pensare, si strinsero in un lungo abbraccio e, per entrambi, fu come tornare a respirare. Harry appoggiò il volto nell'incavo del collo del cantante, inspirando quel profumo che aveva sempre amato mentre sentiva le forti braccia del maggiore stringergli la vita.
«Mi dispiace, Lou» Iniziò velocemente. «Mi dispiace così tanto. Non volevo approfittarmi di te o niente di tutto quello. E... io non sapevo di essere la tua voce. Non...»
Harry parlò velocemente, spaventato che Louis potesse cacciarlo via non appena realizzato quello che era successo tra loro. Il cantante, comunque, lo interruppe velocemente, scuotendo la testa e sorridendogli dolcemente.
«E' tutto okay, amore mio, è tutto okay» Mormorò, appoggiando la mano sulla sua guancia.
Harry chiuse gli occhi, con il cuore che martellava al centro del petto. Lasciò che Louis baciasse la sua fronte, poi si allontanò dal suo corpo caldo, continuando a stringere le sue dita mentre entrambi camminavano verso la fine del palco, in mezzo a sguardi curiosi e fischi maliziosi.
«Ora devo andare ad annunciare il vincitore della Final Jam, dopo ti prometto che parleremo per bene, okay?»
Harry annuì subito, sorridendogli mentre Louis gli lasciava un veloce bacio sulla fronte, prima di sparire nuovamente sul palco. Un boato si sollevò tra il pubblico mentre gli One Direction e James Corden si preparavano ad annunciare il vincitore.
«Sei stato fenomenale!»
Il riccio venne subito travolto dall'entusiasmo di Ed, che lo strinse in un lungo abbraccio. Harry ricambiò subito, sentendo le mani che ancora tremavano dall'emozione.
«Ce l'ho fatta, Ed!» Esclamò, allontanandosi dalla sua stretta. «Ce l'ho fatta! Anzi, ce l'abbiamo fatta!»
Ed stava per rispondergli, ma venne interrotto da tutti i loro amici, che, dietro le quinte e in attesa del verdetto, si lanciarono su di loro, per abbracciarli e congratularsi. Niall fu il primo, ovviamente. Fece subito maliziosi occhiolino al riccio, sussurrandogli qualcosa che, nel trambusto generale, Harry interpretò come un 'e così alla fine eravate davvero destinati, razza di idiota, altro che bugie'.
Fu poi il turno di Dua, dei 5 Seconds of Summer e di Bebe, che lo abbracciò dolcemente, dicendogli quanto gli mancasse averlo in stanza con lei per commentare i look delle star sulle riviste di Rose.
La bionda fece la sua comparsa proprio in quel momento, schiarendosi la gola per attirare l'attenzione di tutti i presenti. I suoi occhi erano ancora rossi dal pianto e il mascara era leggermente colato sulla sua guancia.
«Io volevo solo dirvi che...beh mi dispiace, davvero tanto» Iniziò in un mormorio, guardando tutti timidamente. «Mi sono sempre comportata da stronza con voi e non ve lo meritavate. Siete stati tutti bravissimi stasera e quando qualcuno è bravo è giusto che venga premiato. Spero che possiate perdonarmi...»
Niall fu primo ad andarle incontro, abbracciando anche lei di slancio. «Certo che ti perdono, Rosie. Alla fine, anche se sei stata una stronza la metà del tempo insieme, sei comunque la mia bionda preferita. E prendi sempre piatti che non ti piacciono in mensa solo perché possa mangiarli io al tuo posto»
Anche Bebe si unì al loro abbraccio, poi Rose si voltò verso Ed e Harry.
«Ho detto a James di essere stata io a nascondere il braccialetto» Mormorò imbarazzata. «Mi dispiace davvero tantissimo e Harry... Sei stato fantastico sul palco, hai davvero una voce stupenda»
Harry non poté non sorriderle dolcemente, nonostante tutto quello che era successo. Se c'era una cosa che aveva imparato durante quei mesi, quella era che ognuno mente, finge di essere chi non è o si atteggia solo per tirare un po' d'acqua al proprio mulino. Lui aveva fatto lo stesso errore, magari in modo più innocente, e poteva solo immaginare come sarebbe stato se gli altri non fossero stati pronti a perdonarlo.
«Grazie Rose» Disse alla fine.
La bionda sorrise a tutti un'ultima volta. «Io devo andare... Spero di vedervi la prossima estate»
«Se ci porti ad un concerto di tua mamma possiamo vederci anche prima, biondina» Ne approfittò subito Luke.
Tutti scoppiarono a ridere divertiti, Rose compresa. Si scambiarono i numeri di telefono e si abbracciarono tutti un'ultima volta, poi Rose se ne andò, lasciandoli immobili dietro le quinte del palco, in attesa del tanto atteso nome del vincitore della Final Jam.
L'urlo di James in realtà non stupì nessuno, perché Bebe aveva fatto una performance meravigliosa. Si fece abbracciare da tutti e salì sul palco con le lacrime agli occhi, stringendo la mano di Louis e lasciandosi baciare da James mentre Zayn e Liam le porgevano il grosso trofeo della competizione.
«E così un altro anno è andato» Mormorò Ed al suo fianco.
Erano rimasti solo due, mentre tutti gli altri si erano ritirati nei camerini per struccarsi e cambiarsi.
«Ci vedremo l'estate prossima, vero?»
Ed gli batté un paio di pacche sulla spalla. «Anche prima, Harry. Sei uno dei miei migliori amici, ormai»
Harry non poté non sorridere emozionato. Si abbracciarono di slancio, stringendosi per qualche secondo.
«Questo è il punto in cui tu ti allontani velocemente da me» Bisbigliò Ed al suo orecchio. «Louis è a tre metri da noi che sembra volermi incendiare con lo sguardo»
Il riccio sentì il cuore accelerargli nel petto solo a sentire quel nome. Si allontanò dal rosso, ridacchiando sottovoce e salutandolo mentre questo si incamminava a sua volta verso i camerini. Harry prese un profondo respiro, poi si voltò.
Louis era davanti a lui, le mani infilate nelle tasche degli skinny jeans che lo guardava con un sorrisetto vagamente divertito sul volto. Il riccio si sentì arrossire ancora prima che uno dei due avesse la possibilità di dire qualcosa. Si avvicinò cautamente mentre il cantante si raddrizzava davanti a lui.
«Devo preoccuparmi?» Chiese alla fine, facendo un cenno nella direzione dove era sparito Ed.
Harry scosse subito la testa fermandosi a meno di un metro da lui. «Sono innamorato di te»
Harry vide Louis strabuzzare gli occhi sorpreso, prima che le sue labbra si aprissero in un grande sorriso. Era preoccupato di aver detto troppo, o di aver scelto il momento sbagliato, ma si dimenticò di tutte le preoccupazioni non appena il cantante fece un lungo passo verso di lui.
Ancora prima di potersene accorgere Harry si ritrovò di nuovo stretto tra quelle braccia forti che l'avevano sempre fatto sentire nel posto giusto. Lasciò andare un piccolo singhiozzo, premendo il volto contro la stoffa della t-shirt del maggiore, inspirando il suo odore mentre lo sentiva lasciargli lunghi baci tra i capelli.
«Hai davvero una voce bellissima, Harry» Mormorò Louis, dopo un paio di minuti. «Credo che ora la mia ricerca sia davvero finita»
Harry sollevò lo sguardo. «Hai trovato la tua voce speciale?»
«Ho trovato molto, molto di più di una voce» Louis continuò a guardarlo negli occhi, appoggiando una mano alla sua guancia e avvicinandosi alle sue labbra. «L'ho trovato la prima volta in cui mi ha sorriso, con quelle due enormi fossette»
Harry si leccò istintivamente le labbra. «Sì? Anche se quella persona ha rovinato tutto?»
«Quella persona non ha rovinato un bel niente» Sussurrò allora il cantante, guardandolo negli occhi. «E' stata solo un po' stupidotta, ma credo di potergliela far passare liscia, per questa volta»
Harry poteva sentire il suo respiro battergli contro le labbra e l'unica cosa che poteva fare era continuare a stringere i lembi della sua giacca in due pugni, sperando in quel bacio che aveva tanto aspettato.
«E' una persona molto fortunata, allora» Mormorò, sentendosi tremare da capo a piedi.
Louis sorrise contro le sue labbra, baciandogli delicatamente l'angolo della bocca. «Mai quanto lo sono io, begl'occhi»
Fu a quel punto che il cantante lo baciò.
Fece scontrare le loro labbra con un impeto tale che Harry si sentì le gambe fatte di gelatina. Si strinse a lui mentre l'unica cosa che poteva fare era mugolare soddisfatto. Lasciò che Louis leccasse e mordesse il suo labbro prima di socchiudere la bocca, portando una mano a stringere i suoi morbidi capelli lisci mentre appoggiava l'altra sul petto, esattamente all'altezza del cuore.
Le loro lingue si incontrarono a metà strada, sfiorandosi e accarezzandosi mentre entrambi si stringevano come se il più sottile filo d'aria tra i loro corpi avesse potuto ucciderli.
Quando si separarono a causa della mancanza di ossigeno non poterono non guardarsi con due sorrisi a trentadue denti.
«Questo vuol dire che avrò una seconda possibilità?» Chiese Harry con un sorrisetto furbo, sentendo la mano del cantante scendere fino al suo fondoschiena mentre gli baciava la mascella.
Louis ricambiò il suo sorriso. Lo strinse a sé, facendogli un piccolo sgambetto così che il riccio posasse tutto il suo peso su di lui.
Harry capì subito. «Oops!»
«Ciao» Mormorò il cantante, sorridendo divertito. «Sono Louis Tomlinson, ti andrebbe di fare un giro in canoa con me?»
Harry scoppiò a ridere mentre Louis scendeva a baciargli il collo, tirando e succhiando la sua pelle. «Harry Styles, molto piacere. E sì, mi piacerebbe molto venire in canoa con te»
Si sorrisero ancora, riprendendo a baciarsi mentre i loro corpi iniziavano a muoversi lenti e sinuosi uno contro l'altro, le mani di Louis premute sul suo sedere e quelle di Harry aggrappate alla sua giacca di pelle nera.
Non ebbero tempo di arrivare alle canoe. Si ritrovarono invece nel bungalow del cantante, nudi e ansimanti tra le sue lenzuola disordinate.
Si toccarono e assaggiarono con più consapevolezza, senza l'imbarazzo e l'indecisione della prima volta. Sapevano quali punti facessero impazzire l'altro e ne approfittarono fino a trovarsi completamenti sudati, i corpi aggrovigliati e le voci rauche a causa dei gemiti e delle urla di piacere.
Continuarono a guardarsi negli occhi mentre facevano l'amore. Louis lo prese da dietro, spingendo con forza dentro di lui mentre Harry, inginocchiato sul materasso, con l'erezione violacea che gocciolava su tutto il suo petto, si contorceva per continuare a guardarlo, baciandolo tra un gemito e l'altro.
Solo quando furono entrambi al limite Louis uscì da lui. Si sdraiò subito, lasciando che Harry si sedesse sul suo grembo e lo cavalcasse velocemente, alla disperata ricerca del suo orgasmo. Vennero contemporaneamente dopo pochi affondi, baciandosi voracemente e graffiandosi la pelle sudata.
Ignorando il suo petto sporco di sperma, Harry si accoccolò sul cantante, baciandogli il volto mentre questo gli accarezzava i ricci sudati. Si coccolarono come se si conoscessero da sempre, fino a quando i loro respiri non furono tornati ad un ritmo normale.
«Mi dispiace davvero tantissimo, Loueh» Mormorò Harry dopo un po', disegnando piccoli cerchi immaginari tra i peli del suo petto.
Louis cercò di interromperlo, facendogli sollevare lo sguardo così da poterlo guardare negli occhi. «Piccolo...»
«No, Lou, ti prego. Tu mi hai raccontato la tua storia, ora voglio che tu sappia la mia, quella vera, stavolta»
Il cantante annuì serio e Harry gli lasciò un veloce bacio a stampo. Erano entrambi sudati e sporchi di sperma, ma a nessuno dei due sembrava importare più di tanto.
Harry gli raccontò tutto, a partire da quando era bambino. Gli raccontò dei bulli della sua cittadina, delle parole dolci di sua mamma, di tutti i suoi pianti e le sue canzoni. Gli parlò anche della sua adolescenza, di come le cose non fossero cambiate alle superiori e di come lui si fosse trovato sempre più solo ed emarginato, con il solo sogno di andarsene via da quel posto.
«Mentirti mi era insopportabile, Lou, ma non sapevo più come uscirne. Più uscivamo e più io mi innamoravo di te, più mi innamoravo di te e più il pensiero di allontanarti mi faceva star male. Sono stato un idiota, lo so, ma devi sapere che non ho mai voluto approfittarmi di te: il lavoro di mia mamma è stata l'unica cosa su cui ti ho mentito, solo quello»
Louis lo interruppe solo per baciarlo. Fece scontrare le loro lingue in modo lento e dolce, accarezzandogli il volto e cullandolo contro il suo petto mentre il cielo fuori si faceva sempre più scuro.
«Lo so, begl'occhi, ho capito tutto. Alla fine mi sono innamorato di te, non del lavoro di tua mamma»
Harry sentì il cuore esplodergli nel petto mentre il cantante gli sorrideva dolcemente. «Tu...»
Louis annuì, facendo scontrare le loro fronti. «Io sono innamorato di te»
«Anche io» Mormorò subito Harry senza fiato.
«Mi sembra ovvio, tesoro, anche perché altrimenti la situazione sarebbe stata imbarazzante»
Harry scoppiò a ridere, gli tirò uno schiaffo sul petto e lo baciò ancora, mettendosi di nuovo a cavalcioni sul suo corpo mentre le dita di Louis scavavano nella pelle dei suoi fianchi, guidando i suoi movimenti mentre entrambi ricominciavano ad ansimare piano nel bacio.
Si ritrovarono un'ora dopo stretti ancora su quello stesso materasso, le pelli ancora più graffiate e sensibili, i respiri ancora più corti e le dita ancora più formicolanti per via degli orgasmi appena avuti.
«Cosa faremo ora, Lou?»
Harry si sfilò dalla sua erezione spenta con un sussulto di dolore mentre Louis si sdraiava accanto a lui, pulendo i petti di entrambi con una vecchia t-shirt.
Il cantante gli morse la spalla, avvolgendogli un braccio ai fianchi nudi e baciandolo lentamente.
«Adesso ci faremo una bella nottata di sonno abbracciati qui» Iniziò Louis, stringendolo e coprendo entrambi con il lenzuolo spiegazzato. «Poi domani mattina cureremo le nostre erezioni mattutine in piena tranquillità»
«Ancora, Lou?» Domandò Harry divertito.
Louis gli fece un occhiolino, mordendogli giocosamente il naso. «Sempre, tesoro»
«E poi?»
«Poi ti saluterò e tornerò a Londra. Io e i ragazzi abbiamo alcune cose da chiarire con la nostra casa discografica, o se vuoi posso portarti lì con me, e, prima che tu inizi il tuo ultimo anno, voglio portarti qualche giorno al mare, solo io e te in qualche isoletta sperduta nel Mediterraneo, dove possiamo fare il bagno nudi e tutto quel genere di cose, lontani dai paparazzi»
Harry lo guardò preoccupato. «Come pensi che saranno?»
«Insopportabili» Rispose il cantante, accarezzandogli i capelli dispiaciuto. «Ma una volta che sarà passata l'ondata iniziale vedrai che le cose si calmeranno un po'. Dovrò stare un anno in tour, a partire da novembre, ma verrò a trovarti ogni volta che potrò»
Il riccio annuì, baciandogli le clavicole. «Sono questi i tuoi piani?»
«Ci ho pensato a lungo, Harry» Disse subito Louis. «Sei troppo importante per lasciarti andare: questi giorni lontano da te mi hanno lasciato completamente distrutto. So che sei ancora giovane e non voglio attirarti in qualcosa che potrebbe essere più grande di te. Io sono sicuro di quello che provo, ho solo bisogno che tu mi dica che lo sei quanto me. In qualche modo riusciremo a farcela, insieme»
Louis iniziò a giocare con le sue dita e Harry non esitò a stringerle con le sue.
«Sono stufo dell'Harry timido e insicuro» Mormorò convinto, guardandolo negli occhi. «Sono pronto a fare qualunque cosa finché tu sarai al mio fianco»
Louis gli sorrise come se lui gli avesse appena regalato la luna. Lo baciò con passione, intrecciando le loro gambe e tenendolo contro di sé.
«Ne sono felice, begl'occhi. Sai, non ti ho mai ringraziato per quello che hai fatto per me, per me e per la mia musica. Mi hai aiutato a tirare fuori quello stesso Louis che ha vinto la Final Jam anni fa»
Harry gli sorrise velocemente. «Ringraziami domani mattina, bel sorriso, ora ho sonno»
«Tsk, ma sentilo» Borbottò il maggiore, solleticandogli i fianchi. «Si atteggia già a divo»
«Ho imparato dal migliore»
Non andarono avanti ancora per molto, crollando addormentati uno tra le braccia dell'altro, cullati dal silenzio del campo.
Erano giovani, ma ce l'avrebbero fatta. Avevano il loro amore e avevano la musica e quello sarebbe bastato.
FINE.
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