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Stefano's pov
Ares ha insistito tanto nel volermi dare qualcosa.
Non volevo niente e così lui mi ha fatto promettere che ci avrei ripensato su.
Mi ha dato un piccolo gufo reale d'oro.
Speravo davvero non si fosse preso una cotta per me.
Gli dei Greci sono famosi proprio perché solitamente non accettano un NO, Come risposta.
Egocentrici, narcisisti e odiosi.
Almeno pensavo così....
Ares tra tutti è il peggiore a parer mio.
Spietato, senza pietà è talvolta davvero uno stronzo.
Però mi ha stupito positivamente, lo ammetto.
"Stefano, STEFANO! "Alzo lo sguardo e vedo Amelia che mi fissa a braccia incrociate.
"Ti ho chiamato trenta volte"Dice.
Butto la spugnetta nel secchio.
"Qui ho finito"Dico.
"Evvaiii, possiamo andare a riposarci, Tra poco arriva Andromeda con Talia e Sonya per accogliere gli ospiti"
Mi lavo le mani e torno a casa assieme ad Amelia.
"Bentornati a casa! "Dice Elena appena entriamo in casa.
"Ciao Elena... "La saluto per poi salire direttamente in camera.
Appena arrivo in camera mi siedo per terra e sospiro.
In che guaio mi sono cacciato stavolta?
Guardo il piccolo gufo reale.
Mi manca Sascha.
Mi manca ogni giorno di più.
Mi manca la sua voce, il suo sorriso.
Però farò il possibile per trovare una soluzione per i suoi occhi.
Sono qui solo per questo.
La sera, mentre sono sul letto a fissare il soffito sento picchiettare alla finestra che da all'esterno della casa.
Mi avvicino ad essa e vero Ares il quale si è arrampicato.
Per in attimo prendo un colpo.
Apro la finestra e lo aiuto ad entrare solo per dirgli:
"Non puoi stare qui... Potrebbero vederti"
"Lo so, volevo solo... Rivederti"Abbasso lo sguardo.
"Voi dei dovete capire che noi umani abbiamo delle conseguenze"
"Stavi piangendo? "Chiede vedendo immediatamente i miei occhi umidi.
"No che non stavo piangendo"Mi asciugo le lacrime velocemente.
"Piangere non ti rende debole, lo sai? "Dice asciugando le lacrime rimanenti.
"Facile per te, sei un dio, qualunque cosa tu voglia la ottieni"Dico senza pensarci troppo.
"Magari fosse come dici tu, sono il dio della guerra eppure me ne sto qui, annoiandomi come se non ci fosse un domani, non dico sia un male, però... "Inizia.
"Perché sei così buono con me?"Domando.
"Perché hai gli occhi di una persona che ha sofferto abbastanza"Dice con un tono così stranamente dolce e calmo che mi ritrovo obbligato ad abbassare la testa per l'imbarazzo.
"Devi andartene... "Dico sospirando.
"Lo so, lo so... Però sei sicuro che tu non voglia niente? "
"Posso pensarci ancora su? "
"Come vuoi, ricorda solo che il mondo non aspetta nessuno"Dice.
Annuisco.
"Usi l'arco? "Chiede vedendolo vicino al letto.
"Lo so usare"Dico.
"Bello... "Dice guardandolo.
"Ares... "Dico incrociando le braccia.
"Lo so, lo so, me ne vado"Mi bacia sulla fronte.
"Pensaci in fretta Stefano..."Dice.
"Lo farò, promesso"Dico.
Lui mi sorride prima di uscire dalla finestra per sparire.
(Da adesso Stefano parla al passato)
Il giorno dopo non andai per niente a lavoro, stetti a casa per studiare con l'insegnante.
Scoprì un sacco di cose, cose che per me potevano essere vecchie, ma che potevano essere utili.
Poi mi ricordai che avevo un appuntamento con Ares.
Completamente dimenticato.
Quando tornai in camera lui era steso sul letto.
...
"Sei in ritardo... Tremendamente in ritardo... "
"Stavo studiando... "Dissi appoggiando dei rotoli di pergamena.
"Potevi dirmelo... "
"Hai ragione, perdonami"Dissi.
"Ci hai pensato allora?"chiese guardando la sua spada dorata.
"No..."
"Ti lascerò ancora un mese di tempo per decidere Stefano... "dice.
Un qualcosa che possa aiutare Sascha e la sua vista.
Quello pensavo e continuava a tormentare i miei pensieri.
Continuavamo a vederci io e il dio Ares, era un rapporto tra "amanti".
Io lo soddisfavo e lui mi dava oro, tessuti...
Nel passare dei mesi, oltre ad essermi affezionato alla famiglia di Amelio, iniziavo davvero ad avere dei sospetti su Ares e della sua infatuazione verso i miei confronti.
Si stava davvero innamorando di me.
Lo stavo usando per i miei scopi, e sono sempre stato così.
Sempre.
Anche quando vendevo il mio corpo a completi sconosciuti, in fondo, amavo vederli pendere dalle mie labbra.
Poi un giorno finalmente decisi di dire ad Ares cosa volevo dopo attente ricerche.
Erano passati ormai 6 mesi.
"Ares, vorrei solo una cosa... "Dissi dopo aver consumato un rapporto sessuale.
"Finalmente... Oro? Una casa? "
"L'acqua curativa delle amazzoni"lui mi guardò.
"Ahia... Ci penserò su... "Disse accarezzando i miei capelli.
"Perché? Pensavo tu fossi un dio.... "Dissi quasi per fargli dispetto.
"Ma lo sono infatti, però è abbastanza... Inquietante quel posto, e poi le donne lì sono tutt'altro che graziose"
Gli baciai il mento.
"Ma tu poi, vero che puoi? "
"Ci penserò su... "Disse rimettendosi la sua tunica e la sua corazza dorata.
"Ares, quindi anche tu provi paura? "
"Paura? Paura è mio figlio...Fobos"Dice ridendo.
"Davvero? "
"Sì... Solo che tendo ad ignorarlo perché è uno stronzo ingrato... "
Dopo tre giorni disse che era abbastanza fattibile.
Cioè che avrebbe rischiato per me.
Gli chiesi se potevo venire con lui ma lui protestò per un po' poi accettò.
Decidemmo di partire un mese dopo.
Il mese corrispondeva esattamente alla nascita dei piccoli Burci.
Quando dovetti scegliere di partire dovetti salutare tutta la famiglia che mi aveva accolto a braccia aperte.
Ero cambiato molto, fisicamente, mentalmente.
Ero un altra persona con i valori di prima ancora più rafforzati.
Ero cresciuto.
Le lacrime furono davvero tante.
Regalai a tutte un dono che caratterizzasse i loro caratteri.
Amelia e Andromeda stavo entrambe per sposarsi e quasi mi dispiaceva non potere assistere ai loro matrimoni.
"Stefano, ricorda che qui hai sempre un posto"Mi disse Amelio regalandomi un arco bellissimo.
Ares mi aspettava davanti la terma.
(Presente)
"Bene, finalmente sei pronto per venire con me... "
"Puoi darmi ancora un ora? Devo fare una cosa importante prima"
Lui annuisce mentre prende le mie cose.
Appena sono abbastanza lontano mi pungo con il pugnale per poter aprire un portale che mi portava dritto alla foresta dietro casa mia nel mio villaggio natale.
Il mio abbigliamento ovviamente cambia appena metto piede nella foresta.
Il mio cappuccio e il mio arco e il ritorno del marchio di connessione con Sascha.
Riflesso appare immediatamente davanti a me.
Lo Guardo.
Non è aggiornato, è rimasto il riflesso che ho lasciato.
"Stefano? Sei tu? Ma hai un po' di barba e ommioddio sei cambiato..."
Gli sorrido.
"Sono nati? "Chiedo.
"Sì.. Le campane... "Dice facendomele notare.
Infatti stanno suonando.
"Sono due maschi... "Dice poi.
Faccio apparire una lettera e richiamo un corvo.
"Tornerò... "Dico facendo spiccare il volo al corvo.
"Ha bisogno di te, abbiamo bisogno di te... "Dice riflesso.
Non rispondo e ritorno indietro in Grecia.
Tornerò presto.
Lo Prometto.
CONTINUA...
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