5 GENNAIO 1757 - L'ATTENTATO A LUIGI XV
Quando il mantello ti salva la vita
5 gennaio 1757, un giorno come tanti altri per il re di Francia Luigi XV, costellato dagli impegni regali legati alle festività natalizie. Ritagliandosi un momento per sé, aveva attraversato la sua immensa tenuta in carrozza, dal Trianon, il palazzo in cui la famiglia reale trascorreva abitualmente il periodo che intercorre tra la vigilia e l'epifania, fino agli appartamenti a Versailles, dove sua figlia Victoire era rimasta sola, dato che stava poco bene.
Dopo aver trascorso un po' di tempo con lei uscì e si apprestò a risalire sulla sua carrozza, per tornare al Trianon, dove lo attendevano i preparativi per la festa dell'epifania, una ricorrenza molto sentita all'epoca dei fatti.
Alle sei meno un quarto però un losco figuro si fece largo tra le guardie che avrebbero dovuto proteggere il sovrano, e lo aggredì con un coltello. Lo colpì una sola volta, e poi, con uno scatto fulmineo iniziò a correre nella speranza di far perdere le proprie tracce.
La lama non era molto lunga, appena otto centimetri, misura sufficiente se si colpisce nel punto giusto e con la dovuta forza. Cosa che Robert- Francois Damiens, sfortunatamente per lui, e fortunatamente per il re, non fece.
Ma a essere decisivi per la salvezza di Luigi XV, non fu tanto l'incapacità del suo aggressore, bensì i suoi vestiti. Come forse saprete, in Francia a gennaio fa molto freddo e il re era ricoperto da strati e strati di calda e lussuosa stoffa, la quale attutì il colpo a tal punto che l'uomo credeva di aver ricevuto un pugno invece che una pugnalata. Si accorse dell'errore solo quando, dopo aver toccato la zona ferita, vide che la sua mano era insanguinata.
A quel punto il re venne subito portato nella sua stanza dove, il suo chirurgo, lo visitò attentamente per accertarsi che la ferita non fosse pericolosa o avvelenata, cosa che avrebbe spiegato lo scarso impegno di Damiens, ma che non fu riscontrata.
Nonostante avesse perso parecchio sangue, gli organi vitali non erano stati nemmeno sfiorati, e quindi Luigi XV era completamente fuori pericolo, grazie al suo sfarzoso mantello.
E l'aggressore? Che fine fece Damiens? Nonostante il re non volesse che gli venisse fatto del male, e nonostante l'uomo avesse confessato sotto tortura di voler solo spaventare il monarca, senza fargli realmente del male, alla fine fu giustiziato in modo barbaro e crudele, tramite squartamento, per ordine del parlamento.
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