Come prendere in giro un creazionista

Il 16 ottobre del 1869 doveva essere una giornata come tutte le altre per il gruppo di lavoratori che stava costruendo un pozzo dietro al fienile di William C. Newell, a Cardiff, ma a un certo punto le loro pale colpirono qualcosa di insolitamente duro e dalla forma inquietantemente umana. 

Sbalorditi, disotterrarono la figura che si rivelò essere un enorme uomo alto ben 3 metri. Nonostante sembrasse fatto di pietra, la sua pelle presentava i pori che tutti noi abbiamo sulla cute e il suo corpo sembrava, in tutto e per tutto, un vero corpo umano, tanto che gli operai che fecero la scoperta si persuasero di aver trovato il cadavere mummificato di un nativo americano gigante. 

Il proprietario del fienile, Newell, decise di allestire un tendone in cui esporre il gigante ad un pubblico pagante. Molti archeologi si convinsero subito che il gigante fosse un falso, prodotto ad arte proprio per guadagno, ma non tutti erano dello stesso avviso. 

Per i fondamentalisti cristiani quella era una scoperta incredibile, e assolutamente autentica, la prova che ciò che c'è scritto sulla Bibbia corrisponde al vero. 

Nell'antico testamento, infatti, vengono nominati spessissimo uomini di dimensioni colossali, il più famoso è certamente il gigante Golia, ma non è l'unico. Secondo le sacre scritture sarebbe esistito un intero popolo di giganti, indicati con il nome di "Nefilim" nati dall'unione dei "figli di Dio" anche detti "Elohim" e le "figlie degli uomini". 

E per quanto anche all'epoca della nostra storia, si sapesse che non esiste alcuna prova dell'effettiva presenza di questo popolo leggendario, i creazionisti si ostinavano a leggere la Bibbia letteralmente, senza cercare altre possibili interpretazioni a queste parole. 

Durante un incontro di risveglio metodista tenuto nel 1868 dal reverendo Turk, venne letto il versetto 6:4 della Genesi, nel quale si parlava appunto dei "Nefilim", e l'oratore sembrava non avere alcun dubbio riguardo la passata esistenza di questi esseri leggendari. 

A quel punto, George Hull, un tabaccaio particolarmente interessato alla scienza e in particolare alla teoria dell'evoluzione di Darwin, iniziò a discutere con il reverendo, confutando le sue tesi con solide argomentazioni. Ma essendo in minoranza, quasi tutti i presenti erano creazionisti proprio come Turk, perse la discussione. 

Adirato e sorpreso dalla credulità della gente, Hull escogitò un piano machiavellico per mettere in ridicolo in reverendo. E fu così che nacque il "Gigante di Cardiff". 

Hull acquistò un grande blocco di gesso e lo fece modellare con la massima cura da uno scalpellino, Edward Burghardt, facendogli giurare di mantenere il segreto. Per rendere il tutto più realistico poi, vennero usati degli acidi per rovinare la superficie della statua e vennero simulati i pori della pelle tramite l'uso di piccoli aghi di acciaio. 

Lo scherzo proseguì per mesi, durante i quali moltissimi creazionisti, tra cui Turk, si esposero, cantando vittoria e dichiarando senza ombra di dubbio che quel ritrovamento confermava tutte le loro teorie. Ma il 2 febbraio dell'anno successivo al ritrovamento, Hull dovette ammette in tribunale che si era trattato di un grande scherzo, una bufala che gli era costata quasi tremila dollari, ma che lo aveva ripagato dello smacco subito alla riunione metodista.