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16 GENNAIO 1904 - LA RINASCITA DI DOROTHY EADY

Una sacerdotessa egizia a Londra?

Esattamente 121 anni fa, veniva alla luce una donna decisamente particolare. Un personaggio che, indipendentemente dalla veridicità di ciò che raccontava, ha sconvolto i suoi contemporanei, e chiunque si sia interessato alla sua storia: Dorothy Louise Eady. 

La sua vita iniziò normalmente, come quella di milioni di bambine inglesi, ma all'età di tre anni le successe qualcosa di veramente sorprendente: dopo aver battuto la testa, cadendo accidentalmente dalle scale, iniziò a parlare di ricordi di una vita passata. 

Inizialmente Dorothy non fu molto precisa, chiedeva spesso ai suoi genitori di "riportarla a casa" senza specificare dove questa si trovasse, poiché diceva di non riconoscere i luoghi in cui si trovava, e parlava con un accento molto diverso da quello londinese.

Sua madre e suo padre non si preoccuparono molto, speravano che fosse solo una fase, dovuta al piccolo trauma cranico che aveva riportato, ma ben presto la cosa iniziò a causare dei problemi ben più seri. L'insegnante della scuola domenicale la fece allontanare dalla sua classe dopo che Dorothy aveva paragonato il cristianesimo alla religione egizia e qualche anno dopo fu espulsa dalla scuola femminile di Dulwich, poiché si era rifiutata di cantare un inno che chiedeva a Dio di maledire i "mori egiziani". 

Ma solo quando visitò il British Museum riuscì a essere più precisa riguardo chi credeva di essere realmente. Osservando le foto che ritraevano il tempio di Seti I, gli occhi le si illuminarono, ed esclamò :"C'è la mia casa! Dove sono gli alberi? Dove sono i giardini?" e colta dall'entusiasmo, iniziò a correre tra le sale del museo, in mezzo ai "suoi popoli", baciando i piedi delle statue. 

Da lì in avanti iniziò a studiare con grande impegno tutto ciò che riguardava l'antico Egitto, in particolare i geroglifici. Ma il suo comportamento e le visioni notturne che diceva di avere, durante le quali sosteneva di ricevere visite dalla mummia del faraone Seti I, la portò in breve a essere internata in diversi sanatori.  Questa cosa, ovviamente, intaccò la sua carriera scolastica, ma Dorothy riuscì comunque a terminare gli studi presso il Plymouth Art School.

All'età di ventisette anni, lavorando per una rivista di pubbliche relazioni egiziana, conobbe Eman Abdel Meguid, uno studente egiziano e se ne innamorò follemente, tanto che nel 1931 si trasferì in Egitto per sposarlo con rito islamico. 

Appena arrivata nel paese, Dorothy baciò il terreno, sostenendo di essere finalmente tornata a casa. Qui visse felicemente insieme al marito e alla sua famiglia, che la accolse a braccia aperte, dandole il soprannome di "Bulbul" che significa "usignolo". In quel periodo ebbe anche un figlio, che chiamò, ovviamente, Sety, cosa che le permise di assumere il soprannome arabo "Omm Sety" ovvero "madre di Sety". 

Contemporaneamente le sue visioni aumentarono, e Dorothy sostenne di aver ricevuto moltissime visite da Hor-Ra, il quale le raccontò la storia della sua vita passata. 

Secondo questo spirito, il suo vero nome era Bentreshyt, figlia di un soldato e di una venditrice di frutta, che la abbandonarono, ancora in fasce, sui gradini del Tempio di Seti I ad Abido. Qui, uno dei sacerdoti, di nome Antef, la crebbe come sacerdotessa di Iside, ruolo che Bentreshyt ricopriva con grande orgoglio e impegno. 

La sua vita cambiò nel momento in cui il faraone si innamorò di lei. I due, nonostante il voto di castità della sacerdotessa, divennero amanti e lei rimase incinta. Notando il pancione Antef la costrinse a togliersi la vita. 

Una storia sicuramente affascinante, ma un po' troppo elaborata per sembrare credibile. I racconti di "Omm Sety", infatti, sono davvero incredibili, e probabilmente frutto della sua grande immaginazione, anche se bisogna citare il fatto che, secondo il capo ispettore del sito di Abido, nel quale Dorothy aveva lavorato come ricercatrice, la donna era stata in grado di ritrovare i giardini del tempio e aveva dato un valido aiuto anche nell'individuazione della galleria settentrionale del santuario, riuscendo a scovare l'ingresso del sito. 

Che si decida di crederle o meno, poco cambia, Omm Sety lasciò decisamente il segno. La sua ossessione per "casa sua" la spinse addirittura a separarsi dal marito, il quale voleva trasferirsi in Iran per motivi di lavoro, e ad abbracciare totalmente il culto pagano politeista. Le fu persino concesso l'accesso al tempio per poter svolgere i riti previsti dalla sua religione, diventando una delle prime persone a praticare il kemetismo. 

Si spense il 21 aprile del 1981, la sua lapide, presente ancora oggi all'esterno di un cimitero copto ad Abido, riporta la sua data di nascita, il suo nome e il soprannome che aveva scelto per sé "Omm Sety". 










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