Run devil run
Flynn
Al via, tutte le moto partirono, sfrecciando sulla strada sterrata, innalzando un polverone tale da oscurarci la visuale.
Il rombo potente squarciò l'aria rimbombando e trapassandoci da petto a schiena.
La gente per un'istante s'ammutolì, per poi ricominciare ad esultare e a fare il tifo per i corridori.
Con un colpo di vento poi, la nube di polvere si dissolse nell'aria, e finalmente, tutti noi dagli spalti della pista, riuscimmo a scorgere la calca dei motociclisti impegnati a correre.
"Barnes è tra i primi, insieme ad uno dei fratelli Beta": constatò Rafe, seduto affianco a me, mentre sorseggiava una coca cola ghiacciata.
Incrociando il mio sguardo, con un gesto m'indicò la bottiglietta di vetro, chiedendomi con gli occhi se avessi voglia di bagnarmi le labbra. Declinando gentilmente la sua offerta, ritornai alla gara, cercando di intravedere dove fosse Michelle.
"Sembra che la tua ragazza sia in difficoltà": disse lui fissando un punto preciso.
Seguendo i suoi occhi, m'imbattei nell'Honda e in lei. Il casco nero e gli occhiali, nascondevano il suo viso, la giacca di pelle, attillata, fasciava le spalle un poco ricurve, insieme alla sua schiena. I capelli castani, svolazzavano mossi, scontrandosi con l'aria prepotente.
Piazzata tra gli ultimi, piano piano riuscì a portarsi avanti, sorpassando le altre due ruote. Ritrovandosi in mezzo ad altre due ragazze, accelerando con uno 'scatto felino', fece mangiare loro la polvere.
"Beh, dai sta recuperando": il ragazzo vociò i miei pensieri, avvicinando la baga alla bocca per prendere un altro sorso della bevanda zuccherina.
Adocchiando il tabellone, mancavano ancora parecchi giri alla fine della gara.
Barnes, adesso si trovava al quarto posto preceduto ancora da uno dei Beta, una ragazza in sella ad una Harley blu, un vecchio barbuto spapparazzato sul suo podio di pelle e frange e borse agganciate ai lati del suo trabiccolo, e...
"Rafe, ma quello è tuo fratello?": esclamai io indicando il giovane al primo posto.
"Eh già amico": rispose lui con un sorriso orgoglioso, mostrando i suoi candidi e perfetti denti.
Aveva detto che era bravo, ma non avrei mai pensato fosse stato così esperto e scaltro da ritrovarsi in vetta alla classifica.
"Complimenti": dissi io, mentre lui fissava intento e con adorazione Daniel.
"Ha imparato dal migliore": si vantò lui ridacchiando e allo stesso tempo mollando una pacca alla mia spalla.
"Ma senti questo": sbottai io mollandogli un'amichevole gomitata alle costole.
"Ehi, io non sto scherzando, quando avevo sedici anni, andavo via anch'io in moto. Mi ricordo ancora quando ero un bambino e avevo fregato da sotto al naso di mio padre un mosquito, una bicicletta col motore, appena se n'era accorto, aveva cercato di inseguirmi correndomi dietro": rise lui ripensando alla sua infanzia e ai buoni vecchi tempi.
"E alla fine ti ha preso?": domandai sghignazzando.
"Nah, l'avevo seminato, però al mio ritorno, me l'ero ritrovato davanti casa ad aspettarmi, e non sai che strigliata mi son beccato": disse lui rabbrividendo al pensiero di quel ricordo.
"Peccato mi sia perso la scena": sospirai riportando lo sguardo verso Michelle, la quale notai essere arrivata settima.
Eccola là, la mia Cafe Racer, pronta a stringere i denti pur di arrivare in cima.
Eccola là, gloriosa come non mai, coraggiosa e desiderosa di riscattare il nome del padre.
Una combattente nata, che bramava la libertà, e che vuoleva mostrare almeno un briciolo del suo valore, come se fosse stata in cerca dell'approvazione delle persone per sentirsi degna in mezzo agli altri.
Ma tu non avevi ancora capito che valevi molto di più di chiunque altro, avevi sofferto da giovane, chissà quante ne avevi passate, eppure eri tuttora qui, decisa a combattere con le unghie e coi denti pur di trionfare.
E forse era quello che mi aveva fatto perdere la testa, il tuo restare fedele ai tuoi ideali senza farti suggestionare, mi aveva rapito completamente.
Chi mai avrebbe potuto eguagliare tale convinzione e determinazione?
Chi mai avrebbe potuto brillare di più ai miei occhi?
Nessuno.
Ormai ne ero consapevole.
"Guarda, è arrivata tra i primi due. Se non sta attento Dan, la tua bella gli farà il culo a strisce" : intervenne Rafe riportandomi alla realtà.
Ed era vero, Michelle ce la stava facendo, era stata in grado di oltrepassare gli altri motociclisti con una tale destrezza e fluidità da impressionare tutti quanti.
"Vedo vedo": risi io compiaciuto stiracchiandomi come un gattino.
"E sta fermo, che non vedo niente!": mi rimbeccò lui con sguardo contrariato.
"Che c'è? La sconfitta brucia?": chiesi io beffeggiando il mio caro amico.
"Sta' zitto imbecille": brontolò lui incenerendomi con i suoi occhi tempestosi.
"Suvvia! Non t'imbronci-": m'interruppi appena udii un coro di sussulti provenire dagli spalti.
Stringendo gli occhi per vederci meglio, notai con mio orrore qualcosa che mi fece perdere un battito di cuore.
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Ciao!!!
Che cosa sarà mai successo?
Secondo voi?
Spero questo capitolo vi sia piaciuto, secondo me non è molto facile descrivere una corsa di moto, quindi non so...
Ditemi la vostra opinione.
CAM.
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