Let's stay together
Michelle
"Mimi sei pronta?": chiese un tipetto fastidioso di mia conoscenza arrivatomi di spalle, mentre io intenta a specchiarmi, mi stavo truccando.
"Non dovevo rivelarti quel soprannome": sbuffai io accigliata mollandogli una gomitata alle costole, cosa che lo fece sghignazzare come un matto.
"Andiamo, Mimi è il nome più carino e coccoloso che esista": controbatté Flynn poggiando le sue mani attorno ai miei fianchi, massaggiandoli con il suo tocco vellutato come un petalo di rosa.
"Solo mio padre mi chiamava così": sospirai rattristata girandomi verso di lui, e quella vena di divertimento appena apparsa nei suoi occhi, mutò in compassione, cosa che mi impedì di sostenere il suo sguardo.
Il giovane, come se avesse percepito il mio disagio, mi alzò il mento con due dita per incastonare di nuovo le sue iridi alle mie. Mi guardò, mi studiò intensamente, come se lui fosse il navigatore ed io il suo orizzonte, la sua bussola per tornare a casa, l'unica sponda di salvezza su cui approdare.
"Purtroppo il tempo scorre contro ogni cosa, passa e neanche ce ne accorgiamo. In questo momento non percepiamo il suo peso, quando saremo vecchi invece... Beh rimpiangeremo gli anni della nostra gioventù. Purtroppo non ci restituirà mai ciò che abbiamo perso, ma non credi sia proficuo sfruttarlo finché possiamo ancora?": ipotizzò lui accarezzando la mia guancia amorevolmente.
"Mh... Dimmi cos'hai in mente": dissi io di sottecchi alzando un soppracciglio curiosa di scoprire cosa gli frullasse per la testa.
Un ghigno colpevole spuntò sul suo volto e gli occhi limpidi sembrarono accendersi di colpo, ardendo di felicità, alimentati da quella furbizia di chi in tenera età ne aveva combinate di tutti i colori. Era pronto, lo avevo percepito e tra poco sarebbe giunta la mia fine.
Allontanandomi un poco da lui, feci per aprir bocca ma le sue mani si avventarono su di me facendomi il solletico, e una risata compiaciuta uscì dalle sue labbra mentre io invece mi dimenavo come non mai cercando di porre fine alla sua tortura.
Non contento mi prese a mò di sacco di patate caricandomi sulla sua spalla procedendo verso quella che dedussi fosse camera mia.
Scalciando come un cavallo imbestialito risi : "Eddai mettimi giù".
"Come desideri": controbatté il regista facendomi cadere sul mio letto.
"Dunque... Era questo il tuo ideale di-": iniziai a dire ma Flynn ebbe altri piani, e così facendo, mi tappò la bocca con la sua, sovrastando il mio corpo minuto con il suo, venerando le mie curve con le sue mani bramose, che come possedute da Eros stesso, resero di me la sua preda perfetta.
Le sue labbra delicate si scontrarono con le mie in una danza frenetica ritmata dalla passione e da quel desiderio ardente che ci stava risucchiando l'anima, un po' peccatrice sì, ma non talmente pudica da privarsi di questo, di un'insieme di sensazioni e di sentimenti che sarebbe sbocciato in qualcosa di più, se solo lo avessimo voluto.
A corto di fiato, ci separammo di poco, ma solo per guardarci negli occhi, e restammo così, in silenzio. Perché i nostri sguardi esprimevano più di mille parole quello che provavamo, i nostri respiri affannati, erano quel 'ti voglio' inespresso e il bisogno incondizionato che ci fosse stato qualcuno per noi, perché senza di loro non saremmo più riusciti a vivere, e i nostri cuori che battevano l'uno per l'altro, rappresentavano un chiaro segno nell'aver trovato la persona giusta per noi.
"Michelle": sussurrò il ragazzo, incantato da qualcosa che aveva visto in me.
"Michelle": ripeté con voce tremante poggiando il capo sull'incavo del mio collo, inalando il mio profumo come tanto amava fare con le sue sigarette, assaporando la mia pelle, banchettandovi su di essa mosso dalla più superba ingordigia.
"Sì? Cosa c'è Flynn?": mormorai io tracciando con una mano i muscoli definiti della sua schiena, lambendola con leggerezza.
"Non riesco a capacitarmi di come io abbia fatto ad incontrarti... Tu neanche te lo immagini quanto io sia fortunato": rivelò lui, ed io lo vidi, vidi che nei suoi occhi potei leggervi la sincerità più assoluta, non vi era un filo d'incertezza, nessun dubbio, nessun ripensamento, solo io ed lui, noi insieme, e questo mi fece sorridere riempendomi il cuore di felicità.
"Vale lo stesso per me": dissi io baciandogli la guancia con dolcezza, soffermandomi più del dovuto come per imprimergli quanto ci tenessi a lui, e Flynn sorrise avendo colto il profondo messaggio.
Spingendolo via da me, facendolo atterrare dall'altro lato del letto mi alzai, poi sistemandomi le pieghe del vestito che avevo indosso, con uno sguardo di sfida e un ghigno malizioso gli chiesi : "Beh, hai intenzione di stare qui tutto il giorno o preferisci muovere il culo e raggiungere gli altri al parco?".
"Ma sentila": ribatté lui ridacchiando per poi alzarsi a sua volta incamminandosi verso l'uscita di casa.
* * * * *
"Ehilà!": dissi al giovane che con un braccio stava cingendo le spalle di suo fratello Daniel.
"Ciao a te Cafe Racer, uno di questi giorni dovremmo farcelo un giro insieme su quella tua due ruote": mi salutò lui con un sorriso sghembo, mentre il fratello un poco contrariato scosse il capo con disapprovazione.
"Che c'è?": domandò lui con innocenza, facendo il finto tonto.
"C'è che come minimo devi starle lontano tre metri": intervenne Flynn avvicinandosi a me facendo poi intrecciare le nostre mani, stringendo la mia con possessività.
Allontanandomi da lui controbattei io stizzita : "Se avete finito di vedere chi ce l'ha più grosso, propongo di pranzare".
Daniel sbalordito dalla mia audacia restò a bocca aperta pietrificato per un attimo, un attimo perché in seguito scoppiò e per l'assurdità, si piegò in due dalle risate.
"Sei una tosta Mitch": affermò lui asciugandosi gli occhi umidi, e poi venendo verso di me mi diede il cinque congratulandosi per aver fatto ammutolire per una volta quei due.
"Mah... Non mi devo neanche impegnare": constatai compiaciuta dei complimenti ricevuti, sfoggiando un sorriso sornione degno di nota.
"Smettila di aumentare il suo ego sennò poi chi la sente quella": disse Flynn sorpassandomi infastidito per essere stato messo da parte. Imbronciato come non mai, si sedette sulla panca dove avevamo pensato di fare picnic.
Sedendomi di fianco, avvicinandomi a lui gli sussurrai con voce maliziosa all'orecchio : "Geloso?".
Sbuffando, si girò verso di me guardandomi in un modo completamente differente da quello che mi sarei aspettata : " Assolutamente!".
Detto questo afferrò la mia nuca e fece scontrare così le nostre labbra in un bacio rovente.
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Ciaoooooooo!
Scusate per l'immenso ritardo :(
Purtroppo queste settimane sono state davvero intense, per non parlare che ho cominciato alternanza scuola lavoro e che quindi non ho un minuto di pausa per aggiornare.
Spero possiate perdonarmi *.*
CAM.
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