Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Feelings


Dopo ore passate a vagare senza la minima idea della mia posizione, finalmente arrivai in questa piccola cittadina.

Una tavola calda aperta a tutte le ore si presentò davanti ai miei occhi. L'aroma di caffè mi aveva attirato verso l'entrata invitandomi al suo interno.

Una volta dentro mi diressi verso i tavolini dove poi mi sedetti su una panca rivestita di pelle color carminio adiacente al tavolo.

Una signora sui cinquant'anni mi si avvicinò, i capelli castani ornati da fili argentei erano raccolti in un semplice crocchia, il suo vestito a fiori che al minimo movimento svolazzava appena, era ricoperto da un grembiulino bianco.

Una targhetta sul suo petto, il suo nome.

Ruth.

"Brutta giornata?": inquisì la donna ormai davanti a me.

"Non si può dire il contrario": ammisi sospirando abbattuto, osservando di sfuggita i suoi occhi cerulei, un bel contrasto con il colore dei suoi capelli.

"Problemi di cuore?": domandò lei sedendosi di fronte a me.

"Non vorrei disturbarla": dissi io spostando lo sguardo da lei, alle mie mani intrecciate poggiate sul bordo del tavolo.

"A quest'ora l'unico cliente è lei, e se non ha ancora ordinato, magari ha voglia di conversare": controbatté lei offrendomi un sorriso sincero.

"Allora mi porti un caffè bello forte": mormorai, e sentendomi le palpebre sempre più pesanti, mi stropicciai gli occhi per svegliarmi un poco da questo stato catatonico.

"Arriva subito": parlò lei allontanandosi da me e mentre era intenta a prepararmi ciò di cui adesso avevo disperatamente bisogno, la sua voce mi interpellò : "Parlarne aiuta".

Una risata amara lasciò le mie labbra : "Sa, ho detto la stessa cosa a lei, eppure ha preferito tenersi tutto per se".

"Probabilmente è una cosa che le sta davvero a cuore": intervenne Ruth posando la mia tazza fumante davanti a me, accompagnata da una ciambella.

"Quella-": dissi ma venni interrotto dalla donna che con una mano spinse il pattino verso di me : "- offre la casa".

Non potendo discuterne, accettai e afferrando il dolce diedi un morso alla delizia che aveva sciolto le mie papille gustative.

"E' davvero buona": diedi voce ai miei pensieri mentre mi concentrai a gustare la glassa zuccherina che sotto sotto nascondeva la ciambella e il suo ripieno al cioccolato, una leccornia per il palato.

"Mia figlia le prepara, è davvero una scalmanata, ma sa essere un vero tesoro. Sai, la mia Millie è l'unica che mi è rimasta. Dopo la morte di mio marito è stato molto difficile andare avanti, però lei è sempre stata vicino a me, la mia luce...": disse lei con uno sguardo misto tra malinconia e amore nei suoi occhi.

"Sua figlia deve esserne fiera, avere una madre come lei è una vera fortuna...": contemplai io ripensando alla mia di madre.

Mia madre morì quando ero molto piccolo, mi erano rimasti davvero pochi ricordi di lei, eppure quelli che avevo, li tenevo stretti al cuore, come fossero il mio tesoro più prezioso.

Ruth sospirò con il capo sommesso : "Vorrei ritornasse quella di un tempo, il mio tesoro. Certe volte è così chiusa da allontanarsi da tutti, mostra a ognuno la sua corazza da dura ma in realtà è talmente fragile, che temo che la prossima volta che succederà un qualcosa di spiacevole, non so io... Lei si spezzerà completamente".

La mia mano involontariamente prese la sua e con una carezza rassicurante le dissi : "Da quello che mi ha raccontato, sua figlia è una persona molto forte. Purtroppo la vita ci pone molte difficoltà sulla nostra strada, e noi come avventurieri dobbiamo superarli, non è semplice, a volte si può pensare di non farcela, eppure bisogna continuare, questo è il nostro obiettivo. Se lei non riuscirà ad oltrepassarli, allora vorrà dire che avrà bisogno di aiuto, una persona fidata, la via per ritornare alla luce, qualcuno che l'ami come tutto questo tempo ha fatto lei".

I suoi occhi che con ammirazione mi avevano guardato per tutta la durata del tempo si offuscarono appena : "Sei un ragazzo d'oro, dovevamo parlare di te e guarda dove siamo finiti? Forse dovresti incontrarla...".

"Non è che lei sta cercando di sistemarmi a vita?": chiesi ridendo e al contempo passandomi una mano tra i miei capelli biondi che non mi davano un attimo di tregua finendomi di continuo davanti agli occhi.

"Io? Ma no...": rispose lei puntandosi il dito indice contro e guardandosi attorno con fare circospetto, il tutto suggellato dalla teatralità.

"Grazie per avermi fatto compagnia ne avevo bisogno": intervenni io per poi sorseggiare il mio caffè che in tutto questo tempo si era raffreddato, il gusto amaro mi risvegliò completamente ridandomi le forze necessarie per continuare il giorno.

"Ma ritornando a noi, come hai detto che si chiama la ragazza di prima?": domandò con fare curioso, osservando le poche macchine che passavano fuori.

"Non l'ho mai detto": risi tra me e me pensando che la signora di fronte a me credesse di farmela ma poi continuai : "Comunque il suo nome è Michelle, la conosce?".

I suoi occhi un poco si sgranarono alla mia rivelazione ma non ci feci più di tanto caso dato che la sua espressione tornò quella di prima, solo un piccolo sorrisetto mi lasciò perplesso, anche se non decisi di indagare.

"Michelle dici?": ripeté Ruth facendo finta di nulla. "Mh... Forse sì so di chi parli. E dimmi com'è questa giovane che ti ha rubato il cuore?".

"Siamo seri, non mi ha rubato il cuore, mi ha solo...": cominciai a dire quando notai qualcuno entrare dentro al ristorantino. La sagoma si fece sempre più vicina fino a farsi contraddistinguere per bene.

"Mamma tutto bene?": intervenne la sua voce a me ormai più che familiare.

Leccandomi un labbro in segno di frustrazione, mi alzai piano dal tavolo e girandomi verso Michelle mi rivolsi alla donna con cui avevo parlato per più di un'ora : "Sa bene di chi parlo, non è vero?".

Il mio intervento posto per essere una semplice domanda, venne fuori più amaro e velenoso di quanto volessi.

"I-io...": restò a bocca aperta per quanta freddezza stavo mostrando. Stringendo i denti per non dire altro, come avevo fatto precedentemente dentro la casa di Michelle, raccolsi di nuovo le mie cose e mi inviai verso l'uscita.

Quando mi ritrovai fuori tirai un sospiro di sollievo.

Facendo qualche passo in là, mi sedetti sopra una panchina in legno. Per il nervosismo tirai fuori un pacchetto di sigarette, ne sfilai una portandomela verso le labbra. Dopo averla accesa, feci qualche tiro per calmarmi.

Perso tra i miei pensieri passai quei minuti ad osservare i rivoli del fumo salire verso l'alto per poi dissolversi nell'aria.

"Flynn": la sua voce mi chiamò e controvoglia voltai il viso per fissare il suo.

"Cosa vuoi? Se sono scuse quelle che mi devi porre, te ne puoi ritornare dentro, non me ne faccio nulla": dissi sprezzante continuando ad aspirare la nicotina che lentamente pensava a curare le mie ferite, quelle non celate.

"Perché sei così?": chiese lei con voce flebile facendo qualche passo verso di me.

"Perché sennò poi chi ci pensa a ricucirmi?": dissi io per rialzarmi e voltandole le spalle mi indirizzai verso il motel più vicino.

________________________________________________________________________________

Wow che lungo che mi è venuto.

Guai in paradiso come si suol dire ahhashahahah....

Ci vediamo con il prossimo...

CAM. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro