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At last


Flynn


"Rafe, potresti farmi un favore?": chiesi io con voce esitante una volta approcciato il mio amico.

"Mh... Sentiamo, in cosa posso esserti utile?": domandò lui di rimando arcuando un sopracciglio.

"Beh... Questa sera dovrei uscire... Diciamo per un appuntamento? Ehm... Solo che il posto a cui pensavo non sarebbe proprio di queste parti... Non so se intendi": dissi io grattandomi la nuca nervosamente, allentando con l'altra il nodo della cravatta che sembrava volermi soffocare.

"In realtà? Nella tua testa avrebbe potuto avere un senso, ma una volta fuori, davvero, non ho capito un accidenti": rise lui mollando una pacca sulla mia spalla.

"Questa sera dovrei uscire con Michelle e avrei bisogno della tua macchina!": sputai fuori di colpo diventando paonazzo in volto.

"Ah... Dunque, qualche progresso c'è stato! Che c'è? Vuoi passare alla base successiva? Nessun problema, la Spider fa al caso tuo!": esclamò lui sornione ammiccandomi come un indemoniato.

Impallidendo di botto, girai di poco il viso folgorandolo all'istante : "Ma che sei scemo? Spiegami perché tu ogni volta debba pensare solo ed esclusivamente a quello. Non che non lo voglia, Dio se la desidero... E' solo che passando il tempo con lei, quello perde la priorità, andando così in secondo piano. Inizi ad accorgerti delle piccole cose, come per esempio il sorriso che rivolge solo a me, o come certe volte io l'osservi  mentre si perde tra i suoi pensieri e lei neanche se ne rende conto, oppure di come i suoi occhi brillino se il sole si riflette su di loro... Questi particolari ti fanno perdere la testa, perché sono quello che la distinguono dalle altre; nessuna potrà mai essere come lei".

Intento a parlare, mi immaginai ogni cosa di lei, e un po' potei sentirlo, quel battito scappare via dal mio cuore per rincorrere e raggiungere il suo, al momento lontano.

Descrivevo e dipingevo nella mia mente i suoi dettagli minuziosamente, e il mio stomaco pensava bene di aggrovigliarsi e di contorcersi, riscaldandomi di un calore che avrei voluto condividere con lei e nessun'altra. 

Le mie fervide fantasie però vennero poi interrotte da qualcosa che mi bloccò all'istante.

"La ami?": intervenne lui che per tutto questo tempo se n'era stato ammutolito. 

"I-Io..": biascicai agitato, sentendomi il sangue affluire in un'unica zona, le mie guance. E quel muscolo nel petto batteva talmente forte quasi da voler scoppiare, per poi ricomporsi e riscoppiare di nuovo in un'eterna tortura.

Un sorrisetto compiaciuto comparve sulle sue labbra, e così dirigendosi verso il portachiavi appeso alla parete del salotto, prese l'oggetto del desiderio lanciandolo verso di me, ed io a mia volta, l'afferrai pronto.

Guardandolo sorpreso, Rafe sospirò : "Va' a prendertela, e di corsa perché potrei ripensarci".

Sorridendo come un matto annuii ringraziandolo mentalmente.


Parcheggiando vicino alla baita, smontai dall'auto. Avvicinandomi poi all'abitazione, bussai un paio di colpi contro la porta di legno. 

La porta si aprì e Michelle in tutta la sua bellezza mi accolse con un sorriso enorme.

"Ciao": sussurrai spaesato.

Un suo sguardo bastava per farmi tremare, e guardandomi da sotto quelle folte ciglia quella strana sensazione mi investì di nuovo.

"Ciao": rise lei arrossendo un poco, toccandosi i capelli mossi imbarazzata.

"Stai benissimo vestita così": ammisi io notando il vestitino nero a pois bianchi che partendo attillato dal petto, lentamente s'ammorbidiva lungo le curve dei suoi fianchi.

"Neanche tu sei male": disse lei con nonchalance, sorpassandomi con una leggera spallata, ma io pronto le afferrai il polso gentilmente.

"Non credi che manchi qualcosa?": bisbigliai io vicino al suo orecchio, strofinando appena le mie labbra contro il suo lobo.

Inspirando profondamente e chiudendo gli occhi Michelle rispose : "Non so di cosa tu stia parlando?".

"Bene allora ci penso io": proclamai, ridacchiando appena, sfidandola con i miei occhi.

"Cosa vuoi f-": l'interruppi tappandole la bocca con la mia in un bacio dolce ma allo stesso tempo passionale.

"Ehi!": esclamò lei indignata facendomi scoppiare in una fragorosa risata.

"Ora va meglio": mormorai io intrappolandola tra le mie braccia. Posando il capo sulla sua spalla, inspirai il suo profumo muschiato, lasciandole un altro bacio tra l'incavo del collo e la clavicola scoperta dall'abito setoso che divinamente accarezzava le sue forme.

Staccandomi appena da lei chiesi : "Pronta per passare la serata migliore della tua vita?".

"Hm... vediamo se riesci a sorprendermi": disse lei spavalda alzando il mento, sfidandomi a sua volta.

Guardandola di sbieco, impulsivamente alzai il suo corpo, e correndo verso la Centoventiquattro con lei che si dimenava tra le mie braccia ridendo come una matta, arrivammo davanti alla vettura.

Aprendo la sua portiera, la feci accomodare dentro sul sedile di pelle nero. Camminando verso la mia parte, entrai e dopo essermi assicurato che tutto fosse apposto, girai la chiave facendo partire il ruggito del motore.

Ingranando la prima, per poi premere l'acceleratore, partimmo sotto il cielo stellato che impavido vegliava su di noi.

E la musica alla radio ci accompagnava addolcendo questi attimi di pace, che trascorrevano anche troppo veloci per il mio gusto.

 E il vento sferzava i nostri volti lambendo la nostra pelle del dolce profumo dell'estate che a poco sarebbe terminata, portando via con sé i momenti passati con lei.

Già avevo paura che da un momento all'altro tutto sarebbe finito, come quando stai sognando e poi tutto d'un tratto ti svegli sul più bello. Come quando stai guardando un film, e arrivi verso la fine per ritrovarti davanti ad un finale scontato, che non ti lascia nulla per cui essere ricordato.

Purtroppo è la paura a bloccarti e a non permetterti di agire e di fare quello che più vuoi.

Però se non ci fosse lei, allora non avremmo più motivo di vivere.

"Flynn": mi chiamò Michelle distraendomi dai miei pensieri : "-tutto bene?".

Schiarendomi la voce risposi : "Sì, nessun problema, tu invece?".

"Sto bene": disse laconica, guardando fuori dal finestrino osservando i dintorni.


Una volta fermi, uscimmo dalla macchina. Michelle non pronunciando parola, mi seguì, e lo vidi come i suoi occhi si erano rabbuiati, probabilmente ancora prima di arrivare qui.

Fermandomi davanti all'entrata della balera mi voltai verso di lei e alzandole gentilmente il suo capo con le mie dita, feci scontrare le sue pietre preziose contro le mie.

"Michelle, che c'è che non va? Ho fatto qualcosa di sbagliato, se è per quello dimmelo così che io possa rimediare, ti prego": chiesi io preoccupato, accarezzando la sua guancia, e quei due smeraldi si inumidirono un poco nel fissare la mia espressione.

"Flynn... Forse non dovremmo...": mormorò lei abbattuta cercando di allontanarmi da sé stessa, ma questa volta non sarei ceduto e non me la sarei fatta scappare, perché ormai ne ero dentro fino al collo e quello che sarebbe successo, nel bene o nel male, avrei dovuto affrontarlo visto che io...

In quell'istante le parole di Rafe mi risuonarono in testa.

La ami?

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Con un tempaccio così come si può passare il tempo se non scrivendo ?

ahahah, scusate il ritardo ma eccomi ritornata con un nuovo capitolo.

Michelle quanti dubbi eh?

CAM.


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