All right now
"Wow, non pensavo ci fosse tutta questa gente": dissi sorpreso, mentre Rafe ed io ci avvicinammo verso la pista in cui si sarebbe svolta la corsa. La folla ci ostruiva la visuale, tutti quanti strepitavano, per non parlare della confusione e del chiasso di sottofondo. E che dire dello schiamazzo delle ragazzine, probabilmente innamorate perdutamente dei corridori, che impazzite facevano il tifo per loro?
Un trambusto di quelli che non avevo mai sperimentato prima.
Eravamo in anticipo, infatti molti motociclisti non erano ancora arrivati, e quelli che erano qui invece, stavano fissando le ultime modifiche alle loro due ruote. Altri al contrario, se ne stavano belli spaparanzati, riposandosi su alcuni sdrai, abbronzandosi sotto quel sole che poteva spaccare le pietre.
"Ehi, vieni che ti presento qualcuno": intervenne la voce del mio amico, indicandomi alcuni dei concorrenti, e questi una volta notatolo, lo salutarono accogliendolo, alcuni con sorrisi sinceri, altri invece con quella vena di maliziosità, classica del tipo sicuro di sé.
E dire che mi sentivo a disagio, l'avrebbe sminuita tanto...
"Ciao vecchio mio!": esclamò uno di loro, un ragazzo all'incirca della mia età, già munito di una tuta biancorossa, un paio di guanti in pelle dello stesso colore, degli stivali alti quasi fino al ginocchio del medesimo materiale, e un casco nero pece con alcune linee rosse che per il momento teneva in mano.
"Da quanto tempo Dan": ribatté entusiasta Rafe, lasciando una pacca amichevole sulla spalla dell'altro, che in men che non si dica fu pronto a restituire il gesto, accompagnato da una leggera risata.
"E già fratello": disse lui con affetto scompigliando i capelli castani del mio compagno d'avventure, che a ciò, sbuffò rumorosamente scocciato del fatto che ci avesse impiegato più di una mezz'ora a sistemarseli, neanche fosse nato donna.
"Come avrai capito, lo scemo qui presente è il mio fratellino Daniel, e finalmente ha deciso di riportare il culo qui per fare visita al suo vecchio": proruppe la sua voce divertita presentandomi la persona a me difronte.
"Piacere di conoscerti Daniel, sono Flynn": dissi io porgendoli una mano, ma dovetti presto ritirarla, quando lui, letteralmente mi si tuffò addosso, cingendomi con le sue braccia in una presa mortale.
La risata di Rafe fece staccare il fratello minore dal mio corpo asfissiato, e che sollievo...
"Vedo che nessuno ti ha introdotto ai nostri calorosi benvenuti": parlò il motociclista, mostrandomi il suo sorriso a me alquanto familiare, molto simile a quello del mio amico.
"A quanto pare sì": risposi io ridendo a mia volta.
"Allora, bando alle ciance, quei due là che vedi, sono i fratelli Beta-": cominciò lui facendomi notare due persone vicine ad uno stand gastronomico, ma all'udire dello strano soprannome mi intromisi : "Beta?".
"Sì, è la marca di quelle due moto giallorosso da cross laggiù. A quanto pare essendo gemelli, hanno preferito fare le cose assieme. Parlando di punti di forza quei due sono dei campioni, no, te lo giuro, sono bravissimi, e ad ogni gara che partecipano, in qualche modo, uno dei due arriva sempre tra i primi tre posti": esultò lui tutto gasato, e le punte delle mie labbra si arcuarono appena verso l'alto, quando pensai che lui come Michelle, ci fosse proprio cresciuto in questa realtà.
"Poi, quello là è Ramirez, uno Speedy Gonzales a tutta birra. Scarseggia in fatto di tecnica, ma parlando di velocità... Puoi intuire dal suo appellativo": additò lui un uomo con un paio di baffetti mori sui trentacinque, che se ne stava bell'appollaiato sul suo motociclo, disteso con il capo poggiato sulla sella e coi piedi rivolti verso il manubrio, in un equilibrio quasi precario. Gli mancava solo il sombrero e una spiga di grano tra le labbra.
"Quello vicino al Kawasaki Z seicentocinquanta, un bel pezzo di moto, quella rossa fuoco, è Carl. Uno che non parla molto, ma in fatto di corse e di tattiche da sfruttare durante una gara, se ne intende eccome": alzò il capo verso lui, salutandolo con un cenno, cosa che l'altro fece a sua volta. Un bel esemplare di pel di carota con pelle chiazzata color peperone.
"Che ci fa da queste parti?": domandai io incuriosito.
"Lui? Beh, a quanto pare la cara vecchia America paga meglio...": mormorò Rafe con capo sommesso ma lo vidi bene, il serrarsi della sua mascella, come se lui avesse vissuto la stessa identica cosa sulla sua pelle.
Ma riacquistando il sorriso cambiò discorso quando ci avvicinammo verso uno tappezzato completamente di pelle e borchie : "E quello è Barnes, il rampollo della città, un ragazzaccio dal cuore d'oro che continua a fare il filo alla ragazza per cui stravedi".
"Rafe": fece quello, mentre poi il suo sguardo si incupì un poco, squadrandomi dall'alto al basso.
"E questo, dove l'hai trovato?": continuò lui con ghigno malefico.
Osservando per bene la sua faccia, lo riconobbi. Lui era quello al bancone, la prima volta che entrai nel baretto dove lavorava Michelle. Uno alquanto insistente.
"Sì, in effetti è nuovo da queste parti. Lui è Flynn": rispose l'altro introducendomi a questo Barnes.
"Cory".
"Felice di conoscerti Cory": dissi io con tono pacato, guardandolo male a mia volta, come se con quell'aria di superiorità si credesse chissà cosa, quando in realtà era solamente un trentenne come altri che si atteggiava a fare il fighetto.
"Ti consiglio di stare lontano da queste parti, non vorrei che ti si rompesse un unghia": sghignazzò lui premendosi lo stomaco con una mano, a causa del male che le sue risate isteriche gli stavano provocando.
"Tu invece, non andare a piangere da papino se poi alla fine perdi": controbattei io folgorandolo con uno sguardo di sfida.
"Perdere io? Scherzi vero? Se senti la gente qui intorno, ti diranno tutti quanto io sia dotato": sputò lui velenoso facendo un passo verso di me, con l'intenzione di intimidirmi.
"Sai, chi si pavoneggia molto, è una persona che in genere è talmente insicura, che per far risaltare sé stesso, disprezza e mette in cattiva luce gli altri. Uno che in fatto di autostima, si trova a sotto zero, uno senza palle in pratica": risposi io a tono, tirando fuori quella sfumatura saccente di cui certe volte avrei dovuto davvero sbarazzarmene.
"Senti chi parla": sbottò Cory furioso avventandosi su di me, ma qualcuno da dietro lo bloccò impedendo che cominciasse qualcosa, qualcosa che non sarebbe finito per niente bene.
"Suvvia Barnes, non c'è bisogno di scaldarsi così tanto": disse quella voce, quella voce non sentivo da settimane, la sua voce.
"Michelle": sussurrai restando a bocca aperta. Ovviamente lei era qui, ma non me lo sarei mai aspettato di trovarla di fronte a me.
"Ciao Flynn": mi salutò lei con quell'aria di spavalderia che si portava sempre appresso.
Mollando la presa, lasciò andare Barnes, e offrendogli un'occhiata, si rivolse poi a me, avanzando sempre più finché poi annullò completamente le distanza tra di noi, facendo scontrare le nostre labbra in un bacio a cui non seppi dire di no. Muoveva quella bocca con agilità, mordicchiando e succhiando appena la mia come se ne dipendesse, come se fosse l'unica cosa che potesse darle sollievo. Ed io feci lo stesso, e anche se probabilmente ero l'unico tra i due ad essere coinvolto emotivamente, mi lasciai andare seguendo la sua guida. Nel tempo in cui lei conduceva le danze tra le nostre lingue, portai le mie braccia all'altezza del suo bacino, stringendola contro il mio corpo.
Con il respiro corto poi, ci staccammo di poco, restando ancora vicini l'uno all'altra, e un sorriso sornione decise di presenziare sul suo bel faccino da schiaffi.
"Mi sei mancato": disse lei seducente, sbattendo quelle folte ciglia, che non avevano altro compito se non far risaltare i suoi occhi da cerbiatta.
Deglutendo a fatica non riuscii a comprendere il perché delle sue azioni, ma quando poi mi chiese di seguirla, non obiettai.
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Ehilà, vi sono mancata?
Ecco a voi un nuovo capitolo, che ne dite?
Chi sa il perché la nostra cara Michelle abbia deciso di fare così?
Eheheheh, spetta a voi scoprirlo.
CAM.
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