Throwback
"L'amicizia non è diminuita dalla distanza o dal tempo, dalla prigionia o dalla guerra, dalla sofferenza o dal silenzio. È in queste cose che essa mette più profonde radici. È da queste cose che essa fiorisce."
Il ragazzo scese dall'auto con un'espressione seria in volto.
Cady fece appello a tutte le sue forze, fisiche e mentali, per non svenire in quel preciso istante.
Jake le aveva detto che la stava cercando, ma lei non avrebbe mai immaginato che l'avrebbe trovata così presto!
Ma la cosa peggiore era che non se lo ricordava affatto così. Aveva sempre gli stessi occhi, che ora si posarono su di lei, e il volto era simile a grandi linee, ma si vedeva benissimo che era cambiato. Aveva tirato su i capelli, indossava un completo formale, non sorrideva, ma soprattutto era bello da morire.
Cady non lo ricordava così... Irresistibile.
I suoi polmoni erano rimasti a secco, mentre Cameron si avvicinava sempre di più.
- Cady... Che gioia rivederti. Ah, quanto tempo! - esclamò, tirando fuori un mezzo sorriso.
La ragazza fu costretta a reggersi allo stipite della porta. Proprio non ce la faceva da sola.
- C-che... cosa...
- Che cosa ci faccio qui? - simulò una risatina.
Cady cominciò a pensare la situazione come un solo aggettivo: inquietante.
Non era normale che Cameron Dallas la venisse a cercare e si presentasse a casa sua dopo anni di separazione totale. Che cosa lo attirava lì?
Annuì semplicemente in risposta.
- Io e te dobbiamo parlare, cara Cady. Mi inviti ad entrare?
- C'è mia madre. E io ho le stampelle. Sarebbe meglio se passassi un altro giorno...
Cameron tornò perfettamente serio.
- Ti cerco da un po', sai? Non credo di voler attendere oltre per questa chiacchierata.
Cady volse lo sguardo altrove. Non sarebbe sopravvissuta a uno sguardo diretto.
- Cady.
- Davvero, è meglio se te ne vai adesso. - sussurrò lei.
Un secondo dopo arrivò la signora Wharton.
- Cady, cosa ci fai qui fuor... Cameron?!
- È un piacere rivederla, signora Wharton. - disse Cam educatamente.
- Vuoi entrare? Non state qua fuori che prendete freddo: dicembre è alle porte e rischiate di ammalarvi.
Cady maledisse sua madre per l'ennesima volta in pochi giorni.
Perché doveva intromettersi?
Se quello che Jake aveva detto era vero, c'era da spaventarsi.
- Mettetevi pure in salotto, io vado di sopra a fare alcune chiamate. - li avvisò la signora Wharton.
Andarono a sedersi e Cady tenne le stampelle vicine al divano. Il suo allarme interiore stava ancora suonando.
- Allora... Hai una vaga idea d...
- Volete qualche stuzzichino? Una bevanda? Un biscottino?
- Va' via mamma! - disse Cady, irritata.
Furono di nuovo soli in pochi istanti.
- Dicevo... Hai una vaga idea del perché io sia qui? - riprese Cam.
Cady scosse la testa.
- Vediamo se riesco a fartici arrivare... Vai indietro con la memoria di un po' di anni.
- Quanti? - chiese.
- Una decina più o meno. Io avevo otto anni, tu forse sei. Ricordi che andavamo quasi tutti i finesettimana da mio zio in campagna?
- Ricordo. Un po' sfocatamente, ma ricordo.
- Bene. C'è stata una volta, in cui ci siamo spinti oltre i terreni che lo zio ci dava per giocare. Ti avevo chiesto di sigillare il ricordo di quel giorno e di non parlarne più con nessuno. Ricordi anche questo? - Cam marcò bene le ultime tre parole.
Cady cominciava a sentire troppa ansia in corpo, troppa pressione. Dove voleva andare a parare Cam?
- Sì. - sussurrò, a voce bassissima.
- E allora saprai spiegarmi: come cazzo fa Jake Cooper a sapere che esiste quel terreno e che ci sono nascosti dei milioni?! - disse Cam fra i denti, cercando di non urlare ma di spaventarla ugualmente.
- Io non... Giuro... Non ho aperto bocca... - si difese Cady.
- Zitta, troia! Una cosa ti avevo chiesto! Non so se hai capito, ma quei milioni sono spariti! Tutti quanti, volatilizzati! E tu sei pure viva. Incredibile.
La paura di Cady si trasformò in rabbia non appena sentì quelle parole.
- Cosa hai detto?
- Nulla.
- Tu. Tu, come osi venire qui, darmi della troia, accusarmi ingiustamente e lamentarti pure che io sia viva? In casa mia! Sparisci, prima che chiami la polizia! - urlò Cady.
Cameron si alzò, andò fino alla porta, poi si voltò verso di lei. Parve addolcire lo sguardo, ricordando i vecchi tempi.
- In nome della nostra vecchia amicizia, potrei crederti, Cady. Ma dovresti sapermi spiegare come fa Cooper a sapere tutto. E soprattutto dove sono finiti i soldi.
- La nostra amicizia... A me piacevi diversamente, lo sai benissimo. - la ragazza curvò le labbra in un sorriso amaro.
- Non cambiare discorso. - sbuffò Cam.
- Tutto quello che posso dirti è che Jake non sa tutto.
- Cosa non sa?
- Il luogo esatto dove si trovano i soldi.
- Dove si trovavano semmai. Sono spariti, completamente. Chi li ha presi non ha lasciato tracce, è talmente bravo da aver eluso ogni controllo. Ho ingaggiato chiunque, inutilmente. - disse Cam, assumendo un'aria stanca.
Cady fece spallucce, non sapeva che altro dire.
- Prima di andarmene, devo chiederti due cose: innanzitutto, scusami per gli insulti e le accuse, davvero non riuscivo a capire chi altro avrebbe potuto fornire queste informazioni. E poi, promettimi di non dire a nessuno cosa ci siamo detti né che mi hai visto. Non posso permettermi di essere troppo appariscente.
Lei annuì.
- Starai qui per molto? - gli domandò.
- Non credo... Devo risolvere questa faccenda il prima possibile, poi tornerò a New York.
- Che lavoro fai?
- Questo è un segreto. - le fece l'occhiolino.
***
Verso le dieci di quella sera, la signora Wharton andò a prendere la sua primogenita all'aeroporto fuori città e tornò a casa facendo sosta all'albergo di suo marito per portarlo a casa.
Non l'aveva perdonato, semplicemente voleva rendere felice sua figlia: Sophie era sempre stata una pacifista e vedere i suoi genitori in crisi la faceva stare male.
Cady dormiva quando entrarono in casa, perciò preferirono farle una sorpresa la mattina seguente.
- Come sta? - chiese Sophie alla madre, mentre prendevano una camomilla in piena notte.
La donna le rivolse uno sguardo greve.
- Se devo essere sincera, sono preoccupata. E non poco. Da quando te ne sei andata non ha fatto altro che peggiorare. C'è stato un periodo in cui era talmente fredda e distante che non sembrava nemmeno figlia mia. Ora non mi è indifferente come prima, ma molto arrabbiata. Sembra che ogni cosa che faccio sia per danneggiarla e metterle pressione, quando voglio solo il suo meglio. Io non so più cosa fare per farglielo capire.
Sophie si passò una mano tra i capelli. Dopo il lungo viaggio, non era in grado di sostenere una conversazione del genere. Avviandola, aveva sperato che non fosse tanto pesante.
- Proverò a parlarle.
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