Epilogo
19 settembre 2035 - San Francisco (CA, USA)
- Mamma, ho un po' paura. - disse la ragazzina, mentre sistemava la felpa bordeaux.
Cady la guardò, sorridente.
- È normale, tesoro. Sai, il liceo ai miei tempi era diviso in quelli popolari, cioè quelli che contano, e quelli insignificanti. C'era una ragazza a scuola che amava considerare la scuola un po' come il suo regno e sembrava una regina. Alcuni erano terrorizzati.
- Com'era? Era bella?
- Penso di sì. Era bella, intelligente e carismatica. Riusciva a freddare una persona con lo sguardo. Poi si è innamorata... E tutte quelle cose come il regno, le feste, la popolarità hanno perso valore. Vedeva il mondo con occhi diversi, più gentili. Era bella davvero, allora. - raccontò Cady, con occhi trasognanti.
- E come si chiamava? - chiese la figlia, rapita.
Cady tornò con la mente sulla Terra.
- Non ricordo... Non ha importanza, comunque. Quello che volevo dirti era che anche se qualcosa ti sembra difficile, c'è sempre qualcos'altro che può darti sollievo, che può rallegrarti.
- Quella ragazza non mi sembra tanto sfortunata, però. Era bella, intelligente, popolare, andava alle feste e ha trovato pure l'amore. Cosa poteva chiedere di meglio? - obiettò la ragazzina.
- Non è stato tutto così facile per lei, Frances. I bei tempi non durano mai troppo a lungo: ha vissuto un periodo davvero traumatico al penultimo anno del liceo e l'amore che ha trovato non le è costato poco. Ha perso un'amica a cui teneva, i rapporti con suo padre sono andati via via peggiorando, tanto che alla sua morte non ha nemmeno pianto. Con il fidanzato si è lasciata due volte e con la sorella ha passato pochissimo tempo. Teneva moltissimo a lei.
- Ma il fidanzato che fine ha fatto?
- Per quanto ne so sono sposati. Hanno due figli e lavorano, come qualunque famiglia normale. - rispose semplicemente Cady.
Frances mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e guardò l'insieme: decise che finalmente andava bene.
- Quindi è stato un happy ending?
- Non ci sono happy endings nella vita reale, amore mio, ma presumo che non possa lamentarsi. I piccoli problemi quotidiani non risparmiano neanche lei. - sorrise la madre.
Scesero le scale ed entrarono in cucina per salutare.
- Seth, caro, porti tu Dave a scuola? - domandò Cady al marito, alludendo al figlio maschio che a già a otto anni imitava i gusti alimentari della madre, mangiando a colazione nient'altro che biscotti al cioccolato.
- Certo. Andate pure, voi. In bocca al lupo, Frances! - mandò un bacio volante alla figlia, che nei suoi quattordici anni mostrava già i tratti di una ragazza bellissima.
D'altronde, pensò Seth, bastava guardare la madre.
Frances ringraziò gentilmente e seguì la madre fuori di casa e poi in macchina.
- Secondo te potrò mai conoscerla? Avrei un sacco di domande per lei. - chiese ancora Frances, riferendosi alla ragazza che Cady aveva descritto.
- Devo aver perso il suo numero, da quella stordita che sono. Mi dispiace, tesoro.
- Avrai pure un indizio, una traccia... Qualcosa. Il suo nome, ad esempio?
- Forse Cindy, o Carla... A dire il vero non ricordo nemmeno quello. - rise.
Frances tenne la mente fissa nelle parole che aveva sentito.
C'era da temere il liceo?
- Mamma. Seriamente: dovrei avere paura del liceo? - chiese, espirando forte.
Cady tenne gli occhi sulla strada per qualche istante, guadagnando anche del tempo per formulare una risposta appropriata.
- Non devi temere il liceo, Fran. Sii te stessa, cioè, il meglio di te, e mostralo senza paura. La gente ama le persone fiere e decise, purché non siano presuntuose, e poi sei bellissima. La gente ama anche le persone belle.
La ragazzina mordicchiò un labbro. Era tremendamente nervosa.
- E se facessi qualche figuraccia?
- Non preoccuparti nemmeno in quel caso. Basta riderci su in un primo momento e sminuire la gravità della cosa subito dopo, per dare spazio agli altri di fare peggio di te. La gente ama anche le persone solari, ricordalo.
- C'è qualcosa che la gente non ama? - rise Frances.
Rise anche Cady.
- Tesoro, davvero: stai tranquilla. Farai un figurone. - le diede un bacio sulla guancia.
La figlia sorrise, rassicurata, e guardò le persone sui marciapiedi come ombre sfocate mentre l'auto sfrecciava per le strade della città.
Poco dopo Cady prese l'ultima curva a sinistra prima del liceo.
Si fermò sul versante opposto della strada davanti alla quale c'era la scuola.
Frances mise lo zaino in spalla e lanciò un'ultima occhiata alla madre.
Cady le fece l'occhiolino.
- Guarda, quei bei ragazzi ti stanno già adocchiando. Mi raccomando, non fare strage di cuori. - sorrise.
- Mamma!
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