26. "La sfiga si è innamorata di te, letteralmente"
▶️Lady Gaga & Blackpink, Sour Candy
Nikita
Ci sono due tipi di persone al mondo: quelle che affrontano le problematicità della vita con autorevolezza e ponderatezza e quelle che anziché affrontare gli intoppi decidono di fare fagotto.
Io faccio parte della seconda tipologia di persone, però non appena apro gli occhi e vedo il posto in cui mi trovo, mi metto a sedere di colpo, ispezionando la mia stanza con scetticismo. E intendo davvero la mia stanza.
Ecco, ricordo solo di essere andata a fare una passeggiata e poi, puff, sono svenuta e adesso non ricordo nulla. Come ho fatto a tornare a casa?
Sposto il piumone e noto che ho ancora addosso i vestiti di prima. Va bene... Questo è strano. Per caso è stato tutto un sogno?
Infilo i piedi nelle ciabatte e cammino furtivamente verso la porta, e poi piano piano vado in cucina. La casa è immersa in un silenzio religioso, parte della cucina è illuminata dalla luce blu del frigorifero. Afferro la mazza che papà tiene all'ingresso, dietro l'appendiabiti, e inizio ad ispezionare la cucina come se all'improvviso dovesse spuntare un mostro a tre teste davanti me. Non trovando alcuna cosa particolare e misteriosa, decido di sedermi sulla sedia e riflettere su quanto successo. Probabilmente ne parlerò con mia madre e, a malincuore, chiederò di prendere appuntamento dallo psicologo. O meglio, da uno psichiatra. Evito di googlare la mia attuale situazione mentale, perché come minimo come risultato spuntererebbe cancro al cervello e voglio evitare di subire un tale trauma.
Vado a riempirmi un bicchiere con del latte, ma all'improvviso sento un rumore strano e mi nascondo dietro il bancone della cucina, con la mazza in una mano e il bicchiere di latte nell'altra.
Aspetto in silenzio, pronta a fare fuori qualsiasi strana creatura che vuole traumatizzarmi ancora. Mentre i passi si fanno sempre più vicini, le mani iniziano a sudarmi più del dovuto, ma in un impeto di rabbia e coraggio emetto un grido battagliero, esco da dietro il bancone e verso in faccia il bicchiere di latte a questa creatura magica che ha assunto le sembianze di mio fratello, poi alzo la mazza per colpirla dritto in testa.
«Porca puttana, Nikita Hillman ti faccio esplodere come la bomba sganciata su Hiroshima», grida la creatura, imitando perfino la voce e i modi di fare di mio fratello. Non mi lascio ingannare, quindi stringo più forte la mazza e lo colpisco nello stinco, facendolo gridare.
«Mio Dio, sei veramente finita», esclama come impazzito mentre striscia verso di me per afferrarmi la gamba.
«Fatti sotto bestiaccia», grido saltellando da un piede all'altro come Rocky.
Il mio non-fratello mi acchiappa e mi fa scivolare sul pavimento, mettendosi quasi a cavalcioni sopra di me. Prende la mazza e la alza, pronto a colpirmi in testa. «Ti distruggo i neuroni zoppi che hai», ma rimane con la mazza sollevata in aria e ci fissiamo increduli.
Io non mi muovo più. Lui non fiata. Sembriamo due statue.
Le sue sopracciglia iniziano ad aggrottarsi così tanto quasi fino a congiungersi, poi ne approfitto del suo momento di debolezza e di confusione per ribaltarlo come un tavolo, fregargli la mazza e raggiungere il lato opposto della cucina.
«Ma perché ti sei svegliata con la voglia di fare wrestling in cucina? E poi, che cazzo ci fai a casa razza di psicopatica impazzita e fuori controllo», dice in tono roboante e ammonitore mentre cerca nuovamente di alzarsi da terra.
«Tu non mi ingannerai! So che non sei Bryce», lo avviso, come se avessi davvero qualche prova che non sia lui.
«Ah, no? A cinque anni ti ho fatto mangiare un verme e a quattordici anni ti ho rubato un assorbente e ho detto ai miei amici che la mia sorellina sfigata aveva finalmente il ciclo», inizia a raccontare.
«A sedici anni, per poter sbarazzarmi di una tipa, le ho fatto vedere una tua foto e ho detto che eri la mia ragazza. A diciassette ho fatto cagare Ade nelle tue Vans», continua a raccontare e questa volta mi siedo sulla sedia, completamente rassegnata. È davvero la testa di merda di mio fratello.
«Adesso vuoi uccidermi perché ti ho ricordato le cose brutte che ho fatto?», domanda piegando il capo di lato per guardarmi meglio. Ma, con mia grande sorpresa, scoppio a piangere.
«Senti, la smetti di piangere come una ragazza?», mi dice sbuffando.
«E come dovrei piangere allora? Io sono una ragazza», mi lamento a mia volta.
«Piangi come un ragazzo», suggerisce.
«Cioè mi stai suggerendo di non piangere davanti a te e piangere poi nella mia stanza, così gli altri non mi vedono e non penseranno che sono debole e fragile?», lo prendo in giro.
Mi scocca un'occhiata omicida e borbotta: «L'unica volta che ho pianto nella mia stanza è stata quando la mia fidanzatina a dieci anni mi ha mollato, quindi piantala», mi punta l'indice contro.
«No, ne avevi diciassette di anni. Io lo ricordo benissimo», affermo a denti stretti.
«Va bene, hai vinto tu. Allora, perché stai piangendo? Quando sei tornata a casa? E perché mi hai attaccato come se fossi un ladro?», chiede sedendosi sull'altra sedia, davanti a me.
E come faccio a spiegarlo? Non lo so nemmeno io! Mi prenderà per pazza, dato che già pensa che io lo sia.
«Mi sono successe delle cose parecchio strane ultimamente», inizio a raccontare.
«Aspetta, prendo i biscotti e il latte», mi interrompe.
«Ma perché?»
Lui ghigna. «Perché quando dici qualcosa di strano, significa che sarà esilarante. Quindi devo mangiare».
Con immenso piacere scopro che decide di non mangiare da solo, ma condivide anche con me. «Dai, inizia!».
«Io ero lì», punto il dito verso il nulla «e adesso sono qui», indico la cucina. «E qualcuno mi ha teletrasportata qui», sussurro, spalancando gli occhi. Mio fratello sputa il latte e scoppia a ridere come un pazzo.
«Sapevo che sarebbe stato esilarante», applaude.
«Sto dicendo la verità. Stanno accadendo delle cose strane e sovrannaturali! E ti assicuro che non sono pazza», batto il pugno sul tavolo.
«Mi servirà una prova», si incupisce, ma so che in realtà sta trattenendo le risate.
«Io sono la prova! E gli anni che abbiamo passato insieme in questa casa, nella stessa famiglia, deficiente», ringhio, ma per calmarmi mangio un biscotto con la stessa aggressività di Bryce quando perde ad una partita.
«No, non è sufficiente», scuote la testa.
«Apri gli occhi! Mi sono svegliata nel mio letto a caso! Come avrei potuto spostarmi da sola?».
«Tu sei completamente pazza», fa per alzarsi.
«No, non lo è», mormora una voce da donna e mio fratello salta giù dalla sedia e afferra di nuovo la mazza. «E tu chi diavolo sei?», abbaia lui.
«Una delle ancelle di Artemide, puoi chiamarmi Chris», strizza l'occhio e penso di aver visto mio fratello sbavare per lei. Anche se è poco visibile nella penombra la sua bellezza è comunque ben palese. «E ti conviene mettere via quella mazza, se non vuoi ritrovarti una freccia nell'occhio», aggiunge con voce melodiosa.
«Okay, Chris... Cosa ci fai a casa mia?», Bryce si avvicina e lei pure. I capelli lunghi e biondi raccolti in una treccia abbellita da fiori viola le donano quasi un aspetto angelico, ma in contrasto con la strana divisa che sta indossando la rende quasi un angelo infernale. Si può dire?
«Aggressiva, mi piace», commenta Bryce.
«Perché a voi ragazzi piacciono sempre quelle aggressive? Che problemi avete? Ti assicuro che non è piacevole ritrovarsi una freccia nel sedere», replica Chris quasi smaliziata.
«Be', le ragazze cattive sono interessanti», ribatte mio fratello.
«Gli umani che ci provano spudoratamente lo sono un po' meno».
E Chris l'ha spento. Ma torniamo un attimo indietro. «Hai detto Artemide? E chi sarebbe?», domando.
Bryce borbotta qualcosa tra sé e sé, e poi dice: «La dea della caccia, è mitologia greca! Per Dio, cosa hai fatto durante le lezioni?».
«Io inizio a preferire una freccia nell'occhio piuttosto che tutte queste notizie sconvolgenti. E non sono per niente ironica», specifico.
«Ti capisco», la voce dolce e allo stesso momento bassa di Chris fa restare me e mio fratello di sasso, ammaliati. Mi chiedo se sia normale che una persona sia davvero così bella, affascinante, attraente e anche minacciosa. Il mix perfetto e letale per ciascun umano. La sua bellezza mi intimidisce.
«Io sono Bryce», dice mio fratello in tono allusivo, strizzando l'occhio e provando a pavoneggiarsi. Senza successo, aggiungerei. Chris ignora totalmente il suo intento di flirtare con lei e si avvicina a me.
«Stai bene?», domanda, un sorriso le apre nuovamente il volto perfetto.
«Bene, ma sono confusa».
Lei continua a guardare me ma le sue mani armeggiano con l'arco, poi la vedo posizionare una freccia in direzione di Bryce. «Smettila di guardarmi in quel modo, altrimenti ti ucciderò», e lo dice con una tale grazia che se dovesse uccidermi probabilmente finirei per ringraziarla.
«Ma cosa hanno le ragazze di oggi», brontola mio fratello alzando le braccia in alto, esasperato.
«È stata Artemide a portarti qui. A quanto pare ha fatto una scommessa con suo fratello gemello, niente di nuovo», spiega Chris, sospirando.
«Apollo?», interviene Bryce.
«Da quando te ne intendi di mitologia greca, tu?», chiedo, sconcertata.
«A me piace», risponde.
«Ciao», una terza voce familiare si inserisce nella nostra conversazione notturna.
«Adone, che piacere vederti qui. Non saresti dovuto venire, lo sai?», Chris si gira verso di lui, io sono più confusa di prima. Ma se anche lui è qui, significa che non siamo mai partiti?
«Adesso che sono qui puoi andare via», le dice lui in tono autoritario.
«Non prendo ordini da te e lo sai benissimo», replica l'ancella con lo stesso tono di voce.
«Cosa vuole Artemide? Per caso vuole unirsi anche lei al gioco? A quanto pare Ade ha fatto già la sua apparizione.»
A questo punto perdo la pazienza e mi giro verso di lui. Lo trovo con lo stesso sorrisetto sarcastico di sempre e gli occhi azzurri brillano come fuochi fatui in una serata estiva.
«Mi puoi dire cosa diavolo è successo?», chiedo stizzita, guardandolo male.
«Adone se ne andrà. Vero?», Chris si frappone tra di noi.
«Certo che no, ma grazie di averci provato», le fa cenno di andare via, senza togliersi il sorriso malizioso dal viso.
«Penso tu mi debba delle spiegazioni. Anzi, entrambi. In realtà non sto capendo niente».
«Non sapevo che la nostra cucina fosse in grado di attirare solo gente bella ma pazza», poi c'è Bryce che rovina totalmente l'atmosfera.
«Hai infranto le regole, ancora! Sai cosa ti aspetta, figlio di Zeus?», grida Chris, ma Bryce sussurra: «Shh, i nostri dormono».
«Io? E voi? State dando tutti la caccia a lei!», Adone gonfia il petto mentre il suo braccio è sollevato e puntato verso di me.
«Non tutti sono contro di te», Chris cerca di farlo ragionare. Wow, quindi improvvisamente sono diventata una specie di preda?
«Oh, per gli dei! Non prendermi in giro».
«Dovresti tornare lì, nel tuo vero mondo. Questo non è il tuo posto», afferma aspramente guardando lui, poi si gira verso di me. «E tu non avresti mai dovuto invocare questo qui.»
«Eh?», faccio io.
«È il dio della sfiga, sciocca! Non aspettarti che tu abbia un'esistenza felice», scoppia a ridere, ma si porta la mano davanti alla bocca, come se volesse nascondere il suo essere inopportuno ma allo stesso tempo volesse farmi capire che non sta scherzando e che mi conviene aprire bene le orecchie.
Ora che ci penso, non è la prima volta che lo sento nominare. Anzi, è la stessa identica cosa che Adone mi ha detto la prima volta che si è presentato davanti alla mia porta.
«Ma tu non puoi...», mormoro, scioccata. Adone alza gli occhi al cielo, per niente colpito, e incrocia le braccia al petto.
«E invece è così, ma tu non mi hai mai creduto», dice. Scoppio a ridere e non so esattamente perché.
«Per gli dei, sei una divinità?!», grido, spalancando gli occhi e aprendo la bocca per lo stupore, ma tutto quello che riesce a dire lui è: «Stai iniziando a parlare come me?».
E dal fondo della cucina vedo un rotolo di carta volare verso di lui e colpirlo dritto in faccia.
«Che cazzo hai detto, bello?», adesso è Bryce ad essere incazzato.
«Questa conversazione non sta prendendo una bella piega», brontola Chris.
«Ma che diavolo! Quindi se tu sei la sfiga, questo significa che tu...tu...», non riesco nemmeno a finire la frase, ma so che lui ha capito perché fa un timido sorriso e alza le mani davanti al petto, come se volesse proteggersi.
Poi, come un giocatore di rugby, prendo la rincorsa e mi butto addosso a lui con l'intento di gettarlo a terra, ma non si muove. È così forte che non riesco a farlo spostare nemmeno di un millimetro.
«È ridicolo!», sento lo sdegno nella voce dell'ancella.
«Eh sì, ma in realtà tutti i membri della nostra famiglia amano mettersi in ridicolo. Sei libera stasera?», Bryce continua a provarci spudoratamente come se niente fosse.
«Tu mi hai portato sfiga tutta la vita?», continuo a chiedere sconvolta.
Il sorriso di Adone svanisce piano piano e rilassa le braccia lungo i fianchi. «Non proprio».
«Non proprio?», ripeto.
«È più complicato».
«Tu sei il dio della sfiga e io sono la sfigata più grande del mondo!», apro le braccia con aria ovvia.
«E sei anche l'unica sfigata che mi piace».
«Perché? Perché grazie a te sono sfigata? Sono per caso una tua creazione? Volevi crearmi a tuo piacimento?», ormai ho perso tutta la pazienza e le lacrime sono pronte a scendere.
Per la prima volta vedo Chris rimanere in silenzio e farsi da parte. Adone deglutisce e i suoi occhi disperati vorrebbero trovare le parole giuste, ma dalla sua bocca non esce nulla.
«Aspetta, ma quindi non stanno recitando?», chiede Bryce.
«Fuori!», gli indico la porta. «Vattene via!».
«Posso spiegarti», sospira, mentre prova ad avvicinarsi, ma mi allontano.
«Tu sei uno stronzo! Ecco cosa sei. Ti rendi conto di avermi rovinato una gran parte della vita? Di avermi portato sfiga nei momenti più importanti? Delle figuracce che mi hai fatto fare?», le lacrime bagnano le mie guance, ma Adone non si scompone.
«Ti aspettavi davvero una reazione diversa? È un'umana», gli dice Chris, posandogli una mano sulla spalla. «Vai. È arrivata l'ora di tornare a casa.»
«Ma non ti vedrò più?», mi chiede lui, quasi supplicandomi con lo sguardo.
«Tanto ci penserai tu a portarmi sfiga ogni cazzo di giorno», butto le braccia in aria.
«Lo giuro sul fulmine di mio padre, mi piaci davvero e non volevo farti soffrire», la sua voce è ferma e calda.
«Spero il suo fulmine ti prenda in pieno! Ora sparisci», gli indico la porta, ma anziché muoversi sulle sue gambe, sparisce letteralmente dalla mia vista.
«Hai fatto la cosa migliore», mi fa sapere Chris e poi esce dalla cucina e sento la porta dell'ingresso chiudersi. Quando rimaniamo solo noi due in cucina, mi giro verso Bryce e dico: «Ma tu hai assistito a tutto questo, vero? Tu sei qui?».
«Certo, e adoro tutto ciò! È tipo la storia che hai intenzione di portare al corso di recitazione?», mi chiede mentre afferra un biscotto dal piatto. «Be', nel caso fossero davvero delle divinità, significa che esistono anche gli alieni! È una figata».
C'è da dire che mio fratello l'ha presa molto, molto bene e con più filosofia rispetto a me.
«Poi la pazza sarei io», mormoro, prendendomi la testa tra le mani.
«No, no. Tu sei soltanto sfigata», dice a bocca piena.
«Taci!».
«A parte gli scherzi... Tu davvero pensi che finirà così? Ho l'impressione che tu l'abbia ferito», fa spallucce.
«Mi ha portato un sacco di sfiga. Le conseguenze della sfiga sono: imbarazzo, tristezza, lacrime. Ma secondo te mi importa qualcosa?», alzo il mento all'insù.
«Be', sì... Ma hai visto la sua faccia triste?».
«E quindi?», rispondo mordace.
«Forse gli piaci davvero. Ma se adesso che è ferito ti portasse ancora più sfiga di prima?»
«Oddio, sono maledetta», mi siedo a terra con la schiena appoggiata al muro.
«No, la sfiga si è innamorata di te. Letteralmente. E adesso sei nei guai. Letteralmente», mangia un altro biscotto e poi esce dalla cucina, sbadigliando. No, non è possibile. Lui non può essere una divinità...
E perché diavolo Bryce non ha una reazione esagerata? Se sì trovasse un alieno in casa probabilmente lo adotterebbe.
Ehilà, ho aggiornato presto 😂 finalmente Nikita ha capito che è davvero un Dio. Adesso chissà come procederanno le cose. Secondo voi finisce così? O le succederanno altre disgrazie? 👀
Chissà i suoi amici.....🤧
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