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Raccontami

Eccomi di nuovo qui a dirvi di ascoltare la canzone che ho messo in questo capitolo.
Questa volta lascio a voi la scelta se leggere dall'inizio con la musica oppure farlo dal punto in cui vi indicherò io dopo.
Ovviamente se la canzone finisce prima del capitolo io vi consiglio di ripremere play e continuare.
Buona lettura.

Isabella mi guarda, vuole vedere se sono pronto ad ascoltare, ma probabilmente non lo sarò mai.
Poi ritorna ad accoccolarsi al mio petto.
"Lui e papà erano amici fin da ragazzi, lo sono stati anche quando si sono sposati e quando poi Adriano si è trasferito lontano. Mio nonno li chiama i "fratelli mancati". Hanno sempre fatto tutto insieme e quando sono cresciuti è stato lui ad insegnarli come mandare avanti un ristorante. Mentre mio padre era più portato per gestire gli affari, Adriano si dimostrò un ottimo pizzaiolo e mio nonno gli ha insegnato tutti i trucchi del mestiere. È così che ha imparato, è così che poi se l'è cavata una volta andato a vivere in Inghilterra"

La ascolto in silenzio mentre mi racconta la vita di un uomo che dovrei conoscere più di lei. Un uomo che ha un fratello mancato proprio come me.

"Quando ero piccola, lui veniva a trovarci quando poteva. Qualche volta a Natale, qualche volta in estate, al mio compleanno, a quello di papà"

È venuto.
È tornato spesso.
Chissà se nei suoi pensieri era
presente il mio ricordo.

"È sempre stato uno che parla tanto lui, mi ricordo che mi faceva ridere da matti da bambina. Mi ha regalato la prima bici, il primo forno a giocattolo e mi ha insegnato a cucinare la pizza buona come la fa lui. È paziente, l'ho visto davvero poche volte arrabbiato. E poi è affettuoso, nei suoi abbracci rischi di soffocare, ma sono belli Riccardo. Belli perché ti fanno sentire che ti vuole bene"

Si ferma Isabella, come se avesse detto qualcosa di troppo, qualcosa di sbagliato. Ma io la stringo forte, è il mio modo per dirle di continuare, di non sentirsi in colpa per un affetto che a me è mancato.

"Ricordo che chiedevo sempre a papà perché venisse così poco e lui mi diceva che presto sarebbe tornato. Ma gli anni passavano e lui non veniva mai finché mesi fa è tornato. E stavolta davvero.  Ero così felice che finalmente fosse qui con noi, ma lui sembrava un po' diverso. Era triste, spento, una volta l'ho visto piangere e non capivo cosa avesse. Ora invece credo di saperlo"

Forse lo so anche io.
Ma ho paura di chiedere.
Ho paura di sbagliare.
Ho paura e basta.

"Tu. Eri tu"

E Isabella lo ha detto lo stesso quello che avevo paura di ascoltare.
Sì alza e mi guarda dritto negli occhi.

"È tornato poco prima dell'incidente di Alexandria. E le sue lacrime erano per te. Non so perché ti abbia detto che è tornato tre anni fa, non è così. Non che io sappia almeno"

Sono mesi che è qui.
Che mi vede spegnere. 
Che non ha fatto nulla.
Che mi ha lasciato solo a distruggermi.

"Le sue lacrime non mi bastano. Non mi bastano Isabella. Io avevo bisogno di un padre e lui non c'era"
"Lo so. Lo so che non bastano. Ma lo conosco e lui non ha mai pianto per nessuno. Solo per te. Solo per suo figlio"

Solo per me.
Solo per suo figlio.
Solo per me.

Mi alzo di scatto dal pavimento, vado nella mia camera e afferro la busta che stasera qualcuno ha lasciato per me davanti la porta.
È stato Claudio ad aprire mentre stava uscendo con Liliana. Non c'era nessuno, solo questa grande busta con scritto sopra il mio nome. Mi è bastato vedere la calligrafia per capire che era mia madre a mandarlo. Non ho voluto aprirlo, l'ho lanciato sul pavimento e li è rimasto fino ad ora.
Troppa la rabbia verso di lei.
Troppa la paura di sapere cosa contenesse.
Mi piego sulle ginocchia e l'afferro.
Ho potuto ascoltare mio padre raccontato da Isabella. Posso anche aprire questa maledetta busta se lei è qui.

"Riccardo" mi raggiunge e si inginocchia accanto a me.
La guardo e gli porgo la busta.
"Puoi aprirla per me?"
Isa non dice nulla e fa come le ho chiesto.
La mia sorpresa è grande nel vedere uscire fuori un sacco di cartoline, biglietti di auguri e di Natale.
Isa estrae per ultimo un foglio bianco. Lo apre e sono sicuro sia stato mia madre a scriverlo.
"Vuoi che lo legga?"
Annuisco solo, non riesco a dire nulla adesso.

"Lo so che mi odi adesso e hai tutto il diritto di farlo. Ti ho mentito, ti ho lasciato solo, ma soprattutto ti ho tolto tuo padre. Non esiste scusa per questo, perché niente ti ridarà indietro il tempo perso, gli anni trascorsi, i vuoti provati. Sono stata una madre orribile per te, la peggiore che potesse capitarti, ma una cosa per te posso ancora farla. Posso dirti che tuo padre non ti ha mai dimenticato. Nessun Natale, nessun compleanno, nessun viaggio è mai passato senza che tu fossi nei suoi pensieri e se non mi credi potrai leggerlo con i tuoi stessi occhi.
Odia me Riccardo se vuoi, ma non lui.
Non lo merita.
Io ho tolto lui a te e te a lui.
Lo so che è tardi, ma lasciagli essere tuo padre.
Ti voglio bene.
Mamma."

Guardo tutte le cartoline per terra incredulo e continuo a fissare Isa in silenzio, ma in realtà la sto pregando anche senza parlare e lei anche se non ho emesso alcun suono mi sente lo stesso e inizia a leggere...

Play da qui...

2002
"Ciao Riccardo, oggi ho messo per la prima volta piede in Inghilterra. Sono dovuto venire lontano ma solo per poterti poi stare vicino. Lotterò per te, ma tu intanto cresci forte, anche se lontano tu sarai sempre con me ed io con te"

2003
"Natale è appena passato ed io sono tornato solo per vederti. E l'ho fatto, ti ho visto. È trascorso un anno quasi e sei cresciuto. Sei più alto, ti ho visto che parli tanto con i tuoi amichetti al parco e vai di qua e di là che Arianna non riesce a starti dietro. Giochi con il pallone che ti ho regalato (Arianna te lo ha fatto avere) e che gioia vederti mentre gli tiri i primi calci?. Mi sa che ci sei proprio portato piccolo mio.
Qui è pieno di neve ora e vorrei che fossi qui per vederla, sono sicuro che ti piacerebbe e Londra è magica vestita di bianco. Un giorno verrai qui con me.
Buon anno nuovo"

2004
"Ciao Riccardo, oggi sono in Spagna. Sono venuto qui perché il ristorante italiano dove lavoro ha deciso che dobbiamo imparare a fare la paella. Non capisco che bisogno ci sia quando il cibo italiano è il migliore del mondo. Ma la figlia del boss si è fidanzata con  un ragazzo spagnolo è questo è il risultato. Tutti a Valencia in questi giorni di agosto ad assaporare la paella più buona di tutta la Spagna. Sono venuto anche io, nonostante mi occupi della pizza, ma perché non sapevo dove altro andare a trascorrere le mie vacanze. In Italia ho qualcuno che tiene a me come una famiglia, ma non ho te. Tu sei la mia famiglia e fa male guardarti ma non potere essere tuo padre.
Sai oggi ho visto un bambino giocare a palla e ho rivisto te in lui. Sorrideva, era felice, ho sperato che anche tu lo fossi, nonostante tutto.
Mi manchi.
Ti voglio bene"

2005
"Oggi è il tuo compleanno, fai cinque anni. Arianna mi ha detto che sei tutto contento perché finalmente potrai iscriverti alla scuola calcio e non vedi l'ora. Stranamente mi ha detto che tuo nonno si è convinto a lasciarti fare una festa in giardino con i tuoi amici. Spero che ti divertirai talmente tanto da ricordartelo con un sorriso questo giorno. Il mio regalo per te te lo darà Arianna. È una maglia di Kakà, so che lui ti piace da pazzi e sono felice di poterti dare qualcosa che so che amerai.
Ti abbraccio.
Papà"

2006
"Caro Riccardo, oggi è il nove luglio e l'Italia è diventata campione del mondo. Sono tutti euforici, contenti, felici, soprattutto i più piccoli. Loro come te non l'hanno mai vista una cosa così, ma solo sognata, con gli occhi chiusi, abbracciati ad un pallone e tanta speranza nel cuore. Non so cosa tu stia facendo ma spero che tu stia festeggiando perché chissà quando ricapiterà. L'ultima volta è stato ventiquattro anni fa ed io ero un ragazzino liceale che della vita non sapeva ancora nulla, ma ero felice e spero lo sia anche tu.
A presto"

2007
"Oggi ti ho visto Riccardo. Ho visto la tua partita al campo. Giochi in attacco come immaginavo e sei bravo, bravo come non mi aspettavo. Spero che il calcio possa portarti lontano, lontano dal dolore che so di starti causando.
Non so se tu mi hai visto oggi, ero sui gradoni di fronte al campo e ti ho visto segnare, ho esultato con te e per un attimo mi è sembrato mi stessi guardando, ma non credo tu mi abbia riconosciuto. Eri troppo piccolo quando sono andato via, ma oggi io ero lì, accanto a te"

2008
"È San Lorenzo ed io sono a Camber Sands, nell' East Sussex, una spiaggia inglese bellissima. È dorata, fatta di ghiaia e c'è una vista sull'oceano meravigliosa. L'ho scelta perché è tranquilla, perché si respira pace e mi fa pensare a te e a tua madre. Sarebbe così bello se anche voi foste qui con me. 
È notte, è qui fa fresco anche in estate. È appena caduta una stella e spero che tu alzando gli occhi al cielo possa esprimere il mio stesso desiderio"

2009
"È Natale. Il settimo che passiamo separati. Sono qui, nella tua stessa città, vicino ma lontano. Sono con la famiglia che mi ha sempre sostenuto. I Girardi. Anche loro hanno una bimba, ha un anno meno di te ed è così sveglia che fa girare la testa a tutti. Sorride sempre e mi sono immaginato voi due qui a giocare insieme. Sono sicuro che Isabella farebbe girare la testa anche a te.
Ti ho comprato un regalo, ma non so se lo riceverai quest'anno.
Ma sappi che ti penso.
Tutti i giorni.
Sempre.
Buon Natale"

2010
"Oggi fai dieci anni. So che non festeggerai a casa ma andrai da Matteo e la sua famiglia. Arianna mi ha detto che siete molto amici, i migliori. Lei vi chiama "i fratelli mancati" e a me viene da ridere perché chiamano così anche me e Marco Girardi.
Sono contento tu abbia trovato un luogo dove stare bene, lontano da quella casa che so inizi a non sopportare più.
Ci sto provando a lottare per te Riccardo, ma i Visconti sanno arrivare dovunque.
Ma io non mi arrendo.
Aspettami"

2011
"Siamo allo stadio oggi.
Tutti e due.
A San Siro, uno dei più belli, uno dei più spettacolari.
Io sono seduto al secondo anello arancio qualche seggiolino più indietro di te e da qui ti vedo benissimo.
I capelli biondi come i miei, gli occhi verdi come quelli di tua madre.
Hai la maglia del Milan, quella di Inzaghi, Kakà se ne è andato via e tu sei cresciuto, non potevi più metterla quella maglia che ti avevo regalato.
Sei in compagnia del tuo amico Matteo che invece è uno Juventino scatenato. Arianna me lo dice sempre che vi fate di quelle litigate per i vostri colori diversi che non sa come fermarvi.
Vi vedo da lontano e ti guardo cantare e applaudire con gli occhi pieni di queste luci che illuminano la notte come fosse giorno.
Ti sono passato vicino prima di salire e ti ho sorriso mentre ti dicevo: "Forza Milan" e tu mi ha risposto: "Sempre"
Allora sempre Riccardo.
Sempre con te.
Papà"

2012
"Arianna mi racconta che stai diventando sempre più triste a casa con il nonno. Tua madre non c'è.
E tu vorresti essere nato in un altro posto.
In un'altra famiglia.
In un'altra città.
Vorresti scappare lontano.
E non puoi.
Ma anche io vorrei tanto poterti prendere e portare lontano, con me.
Ma non posso.
Perché la legge ha parlato.
E tu per lei non sei più mio figlio.
Una carta mi ha detto che non posso essere tuo padre.
Che tu sei un Visconti.
Io invece Milani.
Ma tu non crederci.
Tu sei una parte di me.
Per sempre lo sarai"

2013
"Sono di nuovo in Spagna, questa volta a Barcellona. I Girardi sono venuti in vacanza qui e io sono venuto a trovarli. Non li vedo da un po', scendo sempre meno in Italia. Non posso neanche avvicinarmi a casa tua ormai. C'è un ordine del giudice che non me lo permette. E se non posso vedere te non ha senso tornare.
Ma Arianna mi manda tue foto per fortuna e ormai sei diventato grande.
Grande senza di me.
Ma continua a vivere Riccardo.
Continua anche senza di me"

2014
"Un altro anno è passato e tu hai iniziato il liceo, ma lo so che non sei sereno. Che la tua famiglia ti manca. Ti mancherà sempre.
Qui a Londra c'è di nuovo la neve e di nuovo freddo ed il mio cuore si sta congelando, le luci mi riscaldano, ma mio figlio non c'è.
Ma tu non lasciare che il freddo congeli quello che sei, non lasciarlo vincere Riccardo.
Non farlo"

2015
"Riccardo, oggi sono di nuovo davanti all'Oceano.
Su quella spiaggia "Camber Sands" a fare Kite Surf. Mi serviva qualcosa che non mi permettesse di stare fermo a pensare. E con il kite è difficile pensare ad altro perché se non stai attento rischi di cadere. È tutto un gioco di vento ed equilibrio.
Ma ad essere onesto l'oceano, con la sua grandezza, il suo rumore, il suo silenzio, mi porta a te.
Mio figlio.
Sempre"

2016
"Sono tornato in Italia da un paio di giorni sotto insistenza di Marco. Voleva presentarmi un amico che dice può aiutarmi.
È un avvocato.
Uno bravo dicono.
Ci ho parlato e mi ha dato qualche speranza.
Ma sono passati così tanti anni che non so se ci pensi ancora a me.
Io spero di sì, ma forse sarebbe meglio di no.
Sperare in una cosa che poi non succede ti fa sentire solo dolore.
E tu ne senti già tanto.
Lo so.
E non voglio.
Non voglio Riccardo"

2017
"Oggi è arrivata una bella notizia. L'ordine del giudice non c'è più. Posso avvicinarmi, posso almeno vederti. Il mio avvocato dice che non finirà qui, che noi lotteremo anche per riavere indietro i diritti che ho perso tempo fa. Ma ormai sei grande e lo so che sei cambiato. Non sei più quel bambino che ho visto allo stadio anni fa. Li ho visti i tuoi occhi alla partita l'altro giorno.
Sono spenti.
Non sono più i tuoi.
Non sei più tu"

2018
"Tutto è cambiato di nuovo.
Con il mio avvocato stavamo lottando.
Ci stavamo provando a farmi essere ancora tuo padre anche per la legge.
Ma poi la vita si è messa di nuovo in mezzo ed un incidente ha portato via l'avvocato migliore che avessi avuto, un amico vero che ha lottato al mio fianco.
E ora? Tutto mi sembra nero ora.
Tra poco sarai maggiorenne e non ti ricordi di me, non potresti.
Non ci sono mai stato.
Non è stata una mia scelta.
Ma comunque non c'ero.
Tornerò in Italia.
Tornerò come avevo promesso al mio avvocato e amico Giulio Martini.
Tornerò anche se non sono stato tuo padre.
Ti starò vicino anche se da lontano.
Ti vorrò bene sempre.
Anche se non ci credi.
Anche se non mi vedi.
Ciao Riccardo"

E Isabella si ferma.
Non c'è più niente da leggere.
Non c'è più niente da ascoltare.
Le parole sono finite ed io le ho sentite tutte.
Me lo ricordo il mio primo pallone, lo adoravo. Spesso ci ho anche dormito.
Non lo sapevo fosse il suo primo regalo.
E la maglia di Kakà, l'ho indossata fino a quando ho potuto. L'ho consumata e quando lui è andato via dal Milan non l'ho più messa. Ma è a casa. L'ho conservata.
E poi l'Oceano, Londra.
Mi ricordo che Arianna mi regalò due cartoline una volta. Mi disse di conservarle perché un giorno mi avrebbe portato lì. In realtà voleva portarmi da mio padre.
Ed io le ho conservate le cartoline, sono ancora appese sul muro.
E quello sconosciuto che credevo di aver già visto, che mi ha sorriso e detto "Forza Milan" io me lo ricordo appena, ma se avessi saputo fosse lui, se me lo avesse detto, io gli avrei chiesto di portarmi via con lui.
Ma non poteva.
Ed è stato lontano.
Lontano ma vicino.
Padre non potendolo essere.
Ma quando ho fatto diciotto anni lui si è arreso.
Per paura forse.
Di un mio rifiuto.
Di un nuovo inizio.
Di un'altra fine.
Ma io mio padre anche tardi, anche a diciotto anni lo avrei voluto.
Perché senza mi sono perso.
Perché senza ho sbagliato.
Perché senza non ho vissuto.
Dovevi venire lo stesso papà.
Dovevi venire.
Io ti aspettavo.
L'ho sempre fatto.
Però ora lo so che almeno non mi hai dimenticato.
Le tue parole me lo hanno detto.
"Non mi ha dimenticato" e i miei occhi ora stanno lasciando cadere lacrime piene di un affetto non vissuto.
Guardo Isabella e la vedo quella bimba che mi ha fatto girare la testa piangere con me.
"No, non lo ha fatto" balbetta in un sussurro.
E poi mi abbraccia stretto.
Mi stringe forte.
E io mi perdo tra le sue braccia.
Mi aggrappo a lei e piango.
Piango tutto il dolore che sento.
Tutto l'amore che ho perso.
Tutto l'amore che forse ho ritrovato.
Tutto l'amore che mi è mancato.

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