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Noi siamo...

Ciao a tutti.
Volevo dirvi di leggere il capitolo ascoltando la canzone che ho scelto per accompagnarlo.
Questo è il mio modo per augurarvi un buon Ferragosto.
Buona lettura.

Ci stendiamo sulla sabbia uno accanto all'altra con il fiato corto ed i sorrisi ancora sulle labbra.
Mi giro, la guardo e non riesco a non pensare che c'è solo una cosa che vorrei ora.
"Adesso posso farlo"
"Che cosa?" Mi chiede lei continuando a guardare il cielo sopra di noi.
"Attraversare ogni centimetro della tua pelle con le mie labbra"
E non aspetto risposta mentre scendo su di lei iniziando a baciarle la gambe, spostandomi poi sulla coscia e salendo lentamente fino all'inguine. Lei sospira ad ogni mio bacio ed io salgo piano. Percorro il sentiero che dalla sua pancia mi porta al suo petto mentre con le mani le tolgo il bianco che la copre. Mi soffermo con la lingua sul suo seno esplorando le sue colline più belle. Arrivo al collo, lo attraverso piano e finalmente raggiungo le sue labbra che semiaperte stanno aspettando le mie e le faccio sentire il sapore di ogni goccia di sale che il mare le ha lasciato addosso.
"Vuoi essere mia Isa?" Le chiedo a fior di labbra.
"Io sono già tua" risponde chiudendo gli occhi mentre io mi prendo quello che è e le dono quello che sono.

Al tramonto siamo sul terrazzo avvinghiati stretti sopra una sdraio, con i raggi del sole ad illuminarci con i loro colori più belli.
Tutto è arancione intorno a noi. Nessun rumore, solo il sussurro del mare.
Ed è proprio la voce delle sue onde che mi porta a pensare che forse io con Isabella c'è un passo che ho bisogno di fare.
"Isa, la faresti una cosa per me?"
Lei, che è stesa su di me, con la testa poggiata tra la mia spalla ed il collo,  alza lo sguardo e lo fissa nel mio.
"Certo"
"Verresti da mio padre con me?"
E rimane sorpresa da questa mia richiesta. Non mi risponde subito e abbassa gli occhi.
"È un incontro troppo importante Riccardo, sei sicuro di volere me al tuo fianco?"
"È un incontro troppo importante Isabella, non posso farlo se tu non sarai al mio fianco. Ho paura di crollare ancora e tu, tu mi tieni insieme"
"Io faccio questo?"
"Sì, tu sei la mia possibilità, quella che mi è stata regalata senza che io me la sia meritata. Non ti aspettavo ma sei arrivata comunque. Sei stata la prima a rifiutare quello che ero, la prima a non giudicarmi, la prima ad aiutarmi, la prima a farlo smuovere il muscolo che mi batte dentro al petto. Sei stata la prima Isabella a vedere quello che sono davvero. Tu ci credi in me e mi hai detto che io devo guardarmi attraverso i tuoi occhi ed è per questo che ho bisogno che tu ci sia con me"
Isabella mi si stringe addosso e senza guardarmi mi risponde: "Riccardo tu sei la mia possibilità, quella che mi è stata regalata perché forse qualcuno ha pensato io l'abbia meritata. Non ti aspettavo ma sei arrivato comunque. Sei stato il primo a chiedermi di uscire, il primo che io abbia mai guardato davvero, il primo che mi ha baciato, il primo che mi ha amato. Il primo a farlo smuovere davvero il muscolo che mi batte dentro al petto.
Io credo in te e ti ho detto di guardarti attraverso i miei occhi perché ho bisogno che tu ci sia con me"
E la bacio Isa, la bacio con metà del sole che non si vede più e l'altra metà che ancora resiste, così come resisto io, pronto a scoprirla davvero l'altra metà di me che per troppo tempo è rimasta nascosta dietro un'orizzonte che non sono mai riuscito a vedere.

"Grazie Isabella"
"E per cosa?"
"Perché sei qui, con me"
"Non mi devi ringraziare per questo. Mi sento bene tra le tue braccia e sono qui perché voglio esserci"
"Ed è davvero assurdo che tu voglia starci davvero qui con me"
Neanche finisco di dirlo che mi becco la seconda cinquina sul viso della giornata. Isa mi guarda è sembra davvero arrabbiata.
"Riccardo piantala! Perché ti sembra così strano che qualcuno voglia starci davvero con te?"
"Perché nessuno lo ha mai voluto Isabella"
"Io sì. Io sì" mi guarda decisa come io non so più essere.
"Perché? È da quando ci siamo rivisti che me lo domando. Me lo ricordo come mi hai guardato la prima volta che ci siamo rivisti, volevi scappare lontano da me"
"Ero sorpresa di vederti lì. Non sapevo come comportarmi. Era la prima volta che ti vedevo dopo quello che....."
Sì ferma Isa, non sa come dirlo. Non sa come fare a pronunciare quelle parole senza farle sembrare una delle cose peggiori che qualcuno potrebbe fare.
"Dillo Isabella"
"Scusami non..."
Non mi guarda più ora.
"Dillo" ma non lo fa, non vuole ferirmi  Ma non lo sa che l'ho già fatto da solo tempo fa. Il suo silenzio ora però potrebbe riaprirla quella ferita, perché se non riesce a dirlo vuol dire che non è in grado di accettarlo che il ragazzo che è qui abbracciato con lei, anche se diverso, è lo stesso che ha rischiato di portarle via una persona a cui vuole bene.
"Perché vuoi costringermi a dire quelle parole?"
"Perché anche quello fa parte di me Isabella. E se davvero vuoi stare con me come dici devi essere consapevole di questo"
"Tu non la faresti mai una cosa così"
Le prendo il mento con le dita perché voglio che mi guardi mentre lo dico: "Io l'ho già fatta"
E le vedo le sue lacrime che vogliono uscire ma lei glielo impedisce.
"Tu non sei più quello che eri. E il ragazzo che ho davanti adesso. Quello che mi ha toccato, quello che mi ha baciato, quello che è qui abbracciato a me, non sarebbe in grado di farlo"
"Isa, il ragazzo che ti ha toccato, che ti ha baciato, che ti ha amato, quello che è qui abbracciato a te, lo ha già fatto"
Ora le lacrime di Isabella escono senza che lei possa fermarle. E quelle gocce che le cadono dagli occhi si che sono in grado di ferirmi. Perché ancora una volta ho causato dolore.
E Isa si alza, si allontana da me.
Si avvicina alla ringhiera e mi dà le spalle.

"Basta Riccardo. Smettila! Perché fai così? Perchè permetti al passato di rovinare il presente? Non puoi cambiare quello che è stato, ma quello che sarà sì. E tu lo stai facendo. Non ti permetterò di allontanarmi, per cui smettila di provarci"
Mi alzo anche io e l'abbraccio da dietro.
"Non voglio allontanarti. Ma il mio passato farà sempre parte di me. Voglio che tu ne sia consapevole"
"Pensi che non lo sappia?" Isa si gira e mi spinge via: "Credi davvero non ne sia consapevole? Io ero lì quando Alexandria non riusciva a svegliarsi. Ero lì quando poi ha aperto gli occhi. E l'ho vista tutta la fatica che ci ha messo a rimettersi, la forza che ha dovuto trovare, il dolore che a causa tua ha dovuto affrontare. Ed ero così arrabbiata con te, ho pensato che eri tu quello che doveva stare là, non lei"
E ora le parole che volevo sentire dette da lei fanno solo più male.
Ma Isa non lo sa che anche io ho desiderato poter prendere il posto di Alexandria.
Non era possibile.
Ma l'avrei fatto.
Io l'avrei fatto.
"Se è questo che volevi dicessi ora l'ho fatto. Ora lo sai che quello che hai fatto non l'ho dimenticato, non potrei"
Ora sono i miei occhi a guardare a terra.
Ora vorrei non averle detto di sbattermi in faccia il passato troppo presente.
Ora vorrei solo tornare a stringerla.
Ora l'ho solo allontanata.

"Io l'avrei fatto. Io me lo sarei preso il suo posto. E lo so che quello che ho fatto non può essere dimenticato. Per questo non ci credo quando ti guardo e ti trovo ancora qui, con me"

Isa si avvicina e stavolta è lei ad alzare il mio viso e cercare il mio sguardo. Ha gli occhi ancora lucidi dal pianto che le ho causato.

"Lo sai cos'altro ho visto stando vicino ad Alexandria?"

Ho di nuovo paura di ascoltare.

"Ho visto i suoi occhi cambiare quando si parlava di te. Prima erano pieni di rabbia, risentimento, dolore.  Dopo che ti ha incontrato però non è stato più così. Io ci ho visto solo tanta speranza dentro. La stessa che ha deciso di concedersi e concederti"

Speranza, quella che vedo guardandoti Isabella.

"Te lo ricordi la prima volta che mi hai chiesto di uscire? Io ho rifiutato, però l'avevo visto Riccardo che tu stavi morendo dentro e ti ho respinto perché quello che eri avrebbe portato me a fondo con te.
Io non avrei potuto aiutarti.
E quando il fondo lo hai toccato davvero ho pensato di odiarti per quello che avevi fatto, ma poi lei ti ha dato una possibilità che io pensavo non meritassi.
Ma mi sbagliavo.
E l'ho capito quando ti ho visto in quel garage, lì ho visto di nuovo che stavi morendo dentro ma non eri lo stesso ragazzo di un tempo. Eri diverso, il tuo sguardo lo era. Volevi vivere, scoprire se potevi essere un ragazzo che vive la sua età. Volevi solo qualcuno che ci credesse ancora in te. Ed io ti ho osservato tanto, ho asciugato le tue lacrime, mi sono presa i tuoi sorrisi, ho toccato il tuo dolore. Ho visto la rabbia, la fragilità, ma anche il mondo che ti porti dentro e ho voluto prendermi tutto di te perchè quello che sei è tutto quello che sapevo tu potevi essere"

E torna a stringersi a me Isa, poggia la sua testa al mio petto e ascolta il mio battito. Quello che ora vive grazie a lei.

"Non permettere al tuo passato di rovinare quello che siamo" sussurra piano.
"Tu dici che non devo ringraziarti, ma non è così.
Devo ringraziarti per aver rifiutato quello che ero.
Devo ringraziarti per non avermi permesso di ferirti.
Devo ringraziarti per essere stata te stessa.
Per esserti arrabbiata.
Per esserti avvicinata.
Per aver sorriso.
Per aver pianto.
Per aver cantato con me.
Per avermi baciato.
Per avermi amato.
Per aver semplicemente tentato.
Per avermi allontanato quando non era il momento.
Per avermi poi trovato quando ne avevo bisogno.
Per avermi scelto nonostante tutto.
Per essere qui con me adesso.
Tu mi hai acceso quando credevo di essermi spento.
Non me ne sono accorto nemmeno ma tu mi sei entrata dentro.
Credi davvero io potrei allontanarti adesso?"
"Non puoi farlo e nemmeno io posso"
"Allora credo che siamo fregati"
"Eh sì, siamo proprio fregati" e ridiamo per questo nostro modo di dirci che abbiamo bisogno di esserci l'uno per l'altra, che ci siamo scelti e non per errore o per caso ma perché lo abbiamo voluto.
"Sai che ti dico? Che questa è la fregatura più  bella che potesse capitarmi"
"Allora siamo stati proprio fortunati"

E stavolta è lei a baciarmi.
Dolcemente.
Lentamente.
Senza lacrime.
Senza paure.
Con tutta quella che è.
Con tutto quello che sono.

"Isa, cosa siamo io e te?"
Lei si slega da me solo il tempo necessario per potermi stringere da dietro e spingermi, con lei addosso a me,verso la ringhiera.
"Lo vedi l'orizzonte Riccardo?"
"Sì"
"Lì è dove il cielo ed il mare sembrano incontrarsi.
Lì è dove il nostro sguardo non può arrivare.
Lì è dove tutto sembra finire.
Ma non è così.
Lì tutto inizia.
C'è il mondo oltre quella linea.
E quando il mio sguardo osserva l'orizzonte così lontano e a te che penso, perché lo so che hai sempre creduto che tu così lontano non potevi arrivare. Lo so che lì per te tutto sembrava finire.
Ma non è stato così.
Lì tutto è iniziato.
Lì siamo iniziati noi"

E Isa ha ragione io non ci ho mai visto niente oltre quella linea. Ho sempre pensato non ci sarei arrivato mai.
Per me lì tutto sarebbe finito invece con Isabella tutto è iniziato.

"L'inizio. Questo siamo io e te insieme"
E mi giro per averli dentro di me quegli occhi che mi hanno visto essere dove io pensavo di non poter essere più.
"Il mondo oltre quella linea. Questo siamo io e te insieme."

E la bacio con passione la mia Isabella per farglielo sentire che noi siamo l'inizio di quel sentimento che non ho mai incontrato. 
E non parliamo più. Ci viviamo il nostro attimo, un altro che non potrà essere dimenticato. Ma con un domani già pronto a regalarcene uno nuovo. Proprio come il tramonto che è appena svanito, che ha vissuto l'attimo, un altro che non potrà essere dimenticato. Ma con un domani già pronto a regalarcene uno nuovo.

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