Il mattino seguente Dillon venne portato in reparto e trovò Louis ad attenderlo.

Il bimbo aveva la testa fasciata, due flebo attaccate alle braccia, ma trovò la forza per sorridere al padre.

" Come stai, piccolo?" chiese Louis al figlio, una volta che fu sistemato dalle infermiere.

Dillon, come al solito, non rispose, ma sorrise nuovamente.

In quel mentre Harry entrò nella stanza, si avvicinò ai due e, dopo averli salutati, cominciò ad osservare con una piccola torcia le pupille del bimbo.

" Quando si saprà se l'intervento gli ha portato dei benefici?" chiese Louis a bassa voce.

" Ci vorrà del tempo " rispose Harry " ma non so dirti quanto, perché varia da persona a persona. Comunque il suo cervello andrà stimolato con suoni, immagini e parole....sono convinto però che ce la farà "

Dillon tese una manina, toccò lo stetoscopio che Harry aveva nella tasca del camice e sorrise.

Il medico, allora, si mise lo strumento alle orecchie e appoggiò la parte rotonda sul suo petto.

" Oh, signore " ridacchiò " il cuore di Dillon bussa perché vuole uscire!"

Sotto gli occhi spalancati del bimbo ripetè gli stessi gesti con Louis e pronunciò le identiche parole.

Dillon cominciò ad aprire e a chiudere una mano e Harry capì.

Gli mise lo stetoscopio alle piccole orecchie e poi si appoggiò la parte rotonda sul petto.

Dillon, non appena sentì il battito del cuore, sorrise divertito.

Ad un certo punto strinse un po' gli occhi in uno strano cipiglio e iniziò a muovere la bocca nel tentativo di articolare un suono.

" Tum! Tum ! " scandì a voce alta Harry " Guarda le mie labbra Dillon "

Il bimbo lo fece e cercò di copiarne i movimenti, non riuscendo ad emettere però alcun suono.

Louis scosse la testa scoraggiato, ma Harry gli appoggiò una mano sul braccio e lo rincuorò dicendo:

" Stai tranquillo, ci vuole tempo. Comunque capisce tutto ciò che diciamo e vedrai che presto riuscirà anche ad uscire dal suo guscio "

Detto questo si congedò da loro e tornò al suo lavoro.

Louis rimase con suo figlio tutta il giorno e uscì solo per scendere al bar a mangiare qualcosa.

Alla sera Harry, ormai in abiti civili, passò a chiamarlo per tornare a casa.

Dillon, non appena lo vide, sorrise di gioia e lo chiamò muovendo una manina.

Harry si chinò allora su di lui e il bimbo, con un grande sforzo, emise un flebile " Tum " e gli toccò il petto.