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319 - Non Posso...

Una giacca rossa che spiccava su tutto quel grigiore, capelli color miele e un sorriso appuntito.
A un primo sguardo poteva non sembrare l'astuto predatore che era, Ma Jon aveva l'occhio allenato, aveva visto fin troppi pretendenti per non riuscire a riconoscere una belva feroce.
La principessa che la fiera accompagnava sembrava un delicato e fragile fiorellino, Jon non aveva nulla contro di lei, ma il suo guardiano, il fratello Danil lo impensieriva oltremodo.
Jon si sollevò, si sistemò sul suo trono, aggiustò le maniche del vestito fissando l'anello della reggenza che suo padre gli aveva consegnato.
Era tutto temporaneo, se non avesse sposato una principessa entro la fine dell'anno avrebbe perso ogni cosa. Non riusciva a credere che una nuova prigione fosse l'unica scelta possibile.
Non voleva sposarsi, non in quel modo.
Si ripeteva che fosse solamente un contratto, un accordo tra famiglie per mantenere prestigio e potere. Eppure, non riusciva a ignorare quel senso di soffocamento che ogni incontro gli lasciava addosso.
Avrebbe lasciato quella gabbia dorata se solo non si fosse legato a quella promessa.
La strega nera aveva sugellato quel patto con suo padre, se non fosse riuscito a mantenerlo sarebbe sprofondato in un sonno profondo.
Si era tenuto lontano da ogni tentazione, aveva rinunciato ad amare... Eppure nel suo cuore albergava il desiderio di essere salvato, non poteva sposare una principessa, nel suo spirito lo era anche lui e desiderava con tutto se stesso trovare il suo principe, eppure non poteva.
La strega era scomparsa ma Jon poteva percepirne l'oscuro potere.
«Vostra altezza, posso presentarvi mia sorella, Lysa, il mio nome è Koas e sono la vostra ultima speranza...»
Il predatore aveva parlato calmo, sorridente, mentre i suoi occhi dorati scintillavano feroci.
«Potete rivolgervi al Principe con il suo nome, non ha alcun potere se non quello che suo padre gli ha concesso... E solamente fin quando rispetterà il patto solenne che ha stretto.»
Alle parole del ciambellano Jon si irrigidì. Tutti sapevano, tutti aspettavano che facesse quanto doveva. Lui era solo una promessa ai loro occhi, non una persona.
Jon annuì e congedò i suoi ospiti. Avrebbe voluto fuggire, lasciarsi cadere sul suo trono sperando di concedersi un attimo di libertà ma non poteva, mai.
«Converrete che questa è un'ottima scelta, nonché l'ultima. La principessa è un buon partito, e i vostri eredi porteranno nuova luce e gloria alla vostra casata a rischio...»
Jon annuì, cercando di mantenere una posa statuaria. Era tutto già deciso a quanto pareva.
Si ritrovò solo a fissare il vuoto, era solo...
Quasi avrebbe preferito addormentarsi per sempre, ma non voleva scoprire cosa fosse il vero amore prima di perderlo... Perché se si fosse innamorato, la maledizione lo avrebbe fatto sprofondare in un sonno profondo. E solo un gesto di vero amore lo avrebbe risvegliato, a dargli riprova che quel gesto di ribellione non era stato vano.
Jon sospirò sconfortato, non ci credeva più da molto molto tempo.



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NOTE dell'AUTORE:
Iniziano le storie di Garvin che, come accennato nel capitolo precedente, inizia con una fiaba dark.
La storia di Jon...

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