La caverna della strega del mare era buia e angusta, il giovane iniziò a temere che la sua decisione fosse alquanto stupida. Si dicevano cose orribili su quella creatura, purtroppo era la sola che poteva realizzare il suo desiderio. quando aveva visto quell'umano, quando si era dovuto allontanare da lui il suo cuore si era spezzato.
Ma ciò che lo aveva spinto a raggiungere le profondità più remote e pericolose del suo regno era stato ciò che gli aveva urlato suo padre distruggendo la statua che i suoi amici avevano ritrovato nel vano tentativo di ridargli il sorriso.
"Non sei una sirenetta, tu sei un tritone, sei mio figlio, erede al trono... E non puoi mettere a repentaglio quanto io ho creato per un insensato capriccio adolescenziale... Ti sposerai con chi sceglierò per te e dimenticherai la superficie e le sue insensate tentazioni"
«No padre... non è un capriccio... tuo figlio non è quello che vuoi e io non posso restare con te... In questo luogo se vuoi che diventi chi non sono...».
«Povero piccolo infelice... sento la tua tristezza, sento il tuo cuore fremente... sono i tuoi desideri che ti hanno portato da me...»
Ariele sussultò quando la murena gli sfiorò la spalla, dal buio della grotta proveniva la voce, la strega lo aspettava, la sua voce lo ammaliava, parlava al suo fremente desiderio.
«Tuo padre non ti conosce, tuo padre vuole uccidere i tuoi sogni, ma non solo, vuole plasmarti e uccidere il tuo vero io... Ma non temerti, io vedo la sirenetta che è in te... posso darti ciò che brami... il prezzo è un'inezia... dopotutto cos'è in confronto della possibilità di poter realizzare i propri sogni d'amore?».
La strega emerse dalla grotta, i suoi tentacoli si avvilupparono attorno alla sua preda, Ariele avrebbe dovuto avere paura, ma pendeva dalle labbra della strega, davvero gli avrebbe permesso di avvicinarsi al suo principe?
«Qual è il prezzo?»
La strega agitò le mani e due figure scintillanti apparvero davanti ai loro occhi.
Ariele poteva vedersi con il suo principe, camminare con le tanto bramate gambe assieme mano nella mano...
«Il patto è questo... Ti concederò tre giorni, tu avrai le gambe, potrei salire in superficie dal tuo amato Principe... dovrai farlo innamorare di te e per sugellare questo sentimento ti dovrà dare un bacio. Non un bacio qualunque, ma il bacio del vero amore... Se ciò avverrà resterai per sempre umano e potrete vivere assieme felici... Ma se purtroppo ciò non dovesse accadere, tornerai ad essere una piccola sirena e la tua anima mi apparterrà per sempre...»



Garvin poggiò la penna, buffo come la storia de la sirenetta nella sua mente fosse simile eppure diversa. Cosa non si farebbe per un sogno?