308 - It's The Rain
Garvin si appoggiò alla porta e chiuse i pugni con rabbia. Aveva fatto un disastro, aveva ammesso a Jason di non essere stato sincero da tempo e lasua espressione ferita era come un pugnale nel suore, anzi molti pugnali nel cuore.
Aveva lottato contro se stesso ma era stato inutile, la gara era stato un disastro. Era caduto su ogni singolo salto, una delle tante aveva sbattuto rovinosamente sul ghiaccio e e sulla schiena ne mostrava i segni. Era come ripiobare nel suo passato, lo aveva chiamato sua madre per ribadirgli quanto la sua scelta di partire fosse stata a parer suo, stupido. L'allenatore lo aveva redarguito e poi Jason era arrivato e quegli occhi pieni di rammarico erano stati troppo.
"No! Non sto bene! Affatto! Non sriesco a fare niente, sono bloccato... Tutto quello che faccio sbaglio. Non riesco a scrivere... Perché probabilmente sarebbe un totale disastro... Non potevo dirtelo..."
Era scappato come un vigliacco e adesso se ne stava rannicchiato come un bambino piangendo e rammaricandosi.
Jason probabilmente lo avrebbe lasciato, come poteva continuare a sopportarlo?
Era statovia così tanto e non se ne era nemeno accorto... Ma lui lo sentiva...
Combatteva contro se stesso e si autodistruggeva...
Prese l'ultimo tentativo di scrittura...
"Il vialetto tappezzato di foglie morte scricchiolavano sotto le sue scarpe, ti stringi nella giacca e lasci fuggire la mente. Il freddo ti penetra nelle ossa attraverso la giacca bagnata. Piove sul mondo comne piove nel tuo cuore, te lo ha detto, non ammetterà mai al mondo i snrtimenti che prova per te...
Non può, che senso ha vivere..."
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