279 - Stretched to the point of no turning back
Ti sdrai a terra e chiudi gli occhi. Cercando di rallentare il battito del tuo cuore.
Volevi nutrirti dei ricordi di J, essere lui... Ma non tenevi conto delle sue vite passate.
Avevi messo da parte gli incubi, le esperienze che hanno colpito J...
Adesso sei prigioniero in quella stessa mente che tanto ammiravi.
Guardi il suolo, uno specchio... un vetro... Tutto in quel luogo sprofonda nella mente di J.
I sogni e la realtà si confondono tra loro.
(*)Vedi un ragazzo, ti ricorda il giovane Garvin. Vedi in lui la purezza, la bellezza che credi di aver perduto per sempre nonostante tutto. Le parole che odi ogni giorno dagli altri sono vuote, vorresti essere quel ragazzo, tornare indietro.
Essere Jaan, bloccato in quell'età meravigliosa che per te sono l'epoca d'oro. Dei sogni e della speranza.
Quel ragazzo si trova in un luogo affollato, lo vedi che è a disagio.
Deve spogliarsi davanti a così tanti estranei che lo guardano divertiti.
Non appena si scosta la maglia un gruppetto fischia.
«Che pelle immacolata, sicuro di essere un uomo? Facci vedere il tuo arnese... o hai una bella fighetta tra le gambe... Facci vedere...»
Lo vedi bloccarsi e chiudere gli occhi.
Vorresti sentire i suoi pensieri. Avrà paura? Rabbia?
Il ragazzo senza esitare rimuove ogni indumento, ma non alza lo sguardo, non vuole mostrare le proprie emozioni ma non riesce a guardare quegli uomini negli occhi.
Avanza tra loro quando lo bloccano afferrandolo per il polso.
«Ero quasi tentato di controllare, avrei detto che avrei potuto fotterti... ma forse potrei farlo lo stesso... tanto quel cosino imbarazzante non puoi certo...»
Nonostante sia pressato da uomini corpulenti manteneva un certo piglio, un portamento che occhi incauti avrebbero definito altezzoso.
Ma tu vedi coraggio dietro quello sguardo.
Lo lasciano andare e tu vorresti seguirlo, chiedergli il suo nome. Quel frammento di anima esiste? Oppure è solamente un sogno di J?
Inveci sei costretto ad ascoltare i loro discorsi.
Conosci le persone in quel modo. Durante la tua vita ne hai incontrate fin troppe.
Parlano di te come se fossi un oggetto, qualcuno in modo garbato. Crede addirittura di amarti e te lo ripete così spesso da far perdere significato a quelle parole. Eppure è un guscio che dicono di amare. Non ti conoscono, non sanno niente della tua essenza.
Altri sono com quegli uomini.
«Stanotte lo prendo di peso e lo trascino nel magazzino. Voglio scoparmelo tante di quelle volte da spezzarlo. Vedere il suo sguardo da principessa spazzato via... dovrà ingoiare e non gli darò tregua, sarà il nostro gingillo. che lo sbatteremo a turno, tutte le notti finché ne avremo voglia...»
Ridono fanno gesti, nella loro mente lo hanno già violato, magari li ha guardati soddisfatto, lascivo. Ma sai che non lo farebbe mai. Non lo conosci eppure lo percepisci di comprenderlo.
Colpisci il pavimento con un pugno. «Basta mostri! Lasciatelo stare...»
Sei di nuovo in un non luogo, ma sempre nei ricordi di J.
Non riesci a lasciarli ma forse non vuoi davvero farlo...
Percepisci un gemito, ti sollevi di scatto e ti guardi attorno con timore...
Di nuovo Vance?
Un sospiro, ti alzi e avanzi seguendo quel filo che ti lega a J, quella profonda malinconia.
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NOTE dell'autore:
(*) questa vita passata di J era stata narrata in una shots spin-off "The Seven Songs of the Swan"
#Writober DAY 6. #PumpKINK
6. dirthy talk
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