232 - Hybrid
A volte, se si guardava allo specchio distrattamente, poteva intravederlo.
Quel ragazzo così simile a lui, eppure così diverso sotto tanti aspetti.
Alle volte lo vedeva assieme a Jason, era felice che il ragazzo avesse trovato la sua porta, però non poteva impedirsi di provare una punta di gelosia. Avevano condiviso tanto, era morto per lui... aveva sperato che fosse il suo futuro e poi, come sempre nella sua vita, lo aveva perduto.
Anche quella mattina davanti allo specchio lo aveva visto nudo, dopo la doccia mentre si metteva le sue creme. Gli stessi prodotti, lo stesso modo di muoversi. Potevano essere gemelli. Garvin salutò l'altro se stesso oltre lo specchio dei mondi e lasciò scivolare via quella sensazione.
Si recò in giardino, e si sedette alla panchina, estrasse il tacchino blu e la matita.
Voleva scrivere una lettera a Jason come prima cosa, chissà che l'altro Garvin oltre il tempo e lo spazio non avesse potuto recapitargliela, in qualche modo misterioso.
Caro Jason, volevo scriverti dal primo momento che mi sono risvegliato di nuovo. Di nuovo vivo.
Volevo dirti che non devi sentirti in colpa per quanto successo. Potessi tornare indietro, lo rifarei, senza esitare. Tu mi hai dato così tanto quando non avevo niente, nemmeno la voce. Sei stato il mio conforto in un momento molto difficile e spaventoso.
Quando sono fuggito dallo stregone, senza voce, con così tante voci che parlavano nella mia testa. Un potere che non comprendevo, tu hai dato senso al caos. Sento, alle volte, la tua presenza, attraverso i mondi, grazie all'altro Garvin. Sono felice di sapere che stai bene. La mia porta mi ha riportato dove ero partito, quel luogo a cui ho sempre sentito di appartenere.
Spero di essere fortunato come il tuo Garvin e trovare il mio Jason, un'amore dolce e duraturo.
Ti auguro ogni felicità
Tuo primo Garvin.
Chiuse gli occhi e si prefigurò Jason davanti a se, quando li riaprì io messaggio era scomparso, le parole avevano raggiunto il destinatario.
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