Aveva paura che suo fratello tornasse a casa, ma quanto Marco gli aveva chiesto di fermai da lui non era riuscito a replicare. Erano rientrati e prima ancora di arrivare in camera Marco gli aveva sfilato il maglione prendendolo in braccio.
«Dove sta la tua camera?» gli aveva chiesto ansimando mentre si adoperava a sfilargli pantaloni e mutade baciandolo senza quasi riprendere fiato.
In poso ri era ritrovato sul suo letto, nudo mentre Marco ancora vestito aveva lasciato correre le mani sulla sua pelle.
Avevano fatto nuovamente l'amore e poi di nuovo.
Garvin era salito cavalcioni al calciatore sorprendendolo con un'inaspettata iniziativa e lo aveva cavalcato con gioia.
Poi erano rimasti a occhi chiusi.
Garvin però non era riuscito a prendere sonno, ed era rimasto ad osservare Marco dormire.
Fremeva al pensare a quei momenti appena passati, non lo credeva così deciso, passionale.
Eppure...
I suoi occhi di bruciante passione, aveva così tanto in quei roventi pozzi oscuri.
Era bello rivedersi nei suoi occhi, sentire il proprio nome pronunciato da quelle labbra.
Era incredibile sentiva di potersi fidare completamente di Marco e di amarlo come mai gi era capitato prima. Per Yukito provava affetto ma quello era vero e inatteso amore.
E quella notte era stata magica, sapeva per certo che quell'atto aveva suggellato qualcosa, era stato un momento sacro e solenne. Come una cerimonia. Al cospetto della grande magia, della Carte di Clow, dei Custodi. Del Multiverso stesso.
Il loro amore era reale e niente e nessuno avrebbero potuto spezzarlo.
Ne Leonard, ne la sua piccola combriccola proveniente da quell'assurda realtà ricolma di fate... Stregoni... VAMPIRI...
Garvin si bloccò, come sapeva quelle cose? Che ci fosse davvero un legame tra lui e quelli che Lùi aveva definito "altri se?"
Scosse la testa, non voleva turbare il momento, non voleva pensare a niente quella notte, solo al suo cuore fremente, al sentimento nascente e Marco. Per una notte voleva pensare solo a lui.