203 - Sconosciuti
Garvin si svegliò prima di tutti e si recò al palazzetto all'alba.
Aveva sognato quella ragazza dai capelli rossi, erano a un bar e stavano ridendo divertiti.
Percepiva affetto per quella persona, eppure la stessa gli aveva giurato che l'avrebbe ucciso.
Perché?
Si sentiva tradito... Non ne capiva pienamente il motivo ma lo sentiva.
Parole, parole... Come tutti era solo parole.
Gli aveva promesso che ci sarebbe stata, che non avrebbe lo avrebbe abbandonato.
Ma era solo uno stupido sogno, non era un rapporto vero, perché se la prendeva tanto?
Garvin si mosse nella pista e provò dei salti in solitaria.
Non voleva parlarne don Tara ne con Tomoyo pensava che i suoi fossero solo pensieri stupidi.
Non dire cose del genere, tu non sei stupido...
Non voleva essere compatito, per questo evitata tutti.
Quei ragazzi nel bosco, gli importava di loro eppure aveva paura a chiedere a Cerberus se ne sapeva qualcosa. Gli aveva chiesto di restare a casa e aveva lasciato pure la chiave a stella.
Non voleva magia, voleva solo il vecchio se, i pattini e la pista a chiarirgli la mente.
Scrisse a Tara gli disse che dopo la palestra sarebbe tornato a casa, voleva stare da solo con i suoi pensieri.
Quel senso di delusione lo aveva sorpreso.
Non faccio niente di importante, perché a loro dovrebbe cambiare qualcosa? Perché la loro vita dovrebbe cambiare di un decimo? Che mi aspettavo che quella ragazza apparisse per spiegarmi quello che sta succedendo?
Uscì dalla pista si fece la doccia e tornò a casa in fretta e furia.
Sentiva uno strano senso di spossatezza e quando arrivò si accorse di avere la febbre.
Era solo, la casa era vuota
Si buttò sul letto.
Un tempo questa chiara era importante per me? Lo ero anche io? No probabilmente non lo sono mai stato.
Spense il telefono, si spigliò e si nascose sotto le coperte.
Le carte non potevano aiutarlo.
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