200 - Fly
Garvin sbadigliò e si strinse nella sua felpa e si appoggiò alla parete.
In una settimana aveva preso si e no due carte. Che oltretutto erano spontaneamente tornate da se al libro da cui erano fuggite.
Garvin non aveva nessuna voglia di uscire, stava sognando il suo Lùi, l'uomo dei suoi sogni, che lo aveva biaciato al chiaro di luna prima di spogliarlo e venerarlo in ogni centimetro del suo corpo ripetendogli quato fosse bellissimo. Ma Cerberus aveva spezzato quell'idillio svegliadolo e così la sua sua brama era rimasta insoddisfatta.
Che grama vita, tutto quel desiderio inespresso e nemmeno il tempo di coccolarsi un po'...
A che servivano delle carte magiche se non gli permettevano nemmeno di rendere reale le sue fantasie.
«Kero-Chan, non posso continuare così... Galina già crede che mi prostituisca la notte, Tara crede che abbia un'intero harem... Di fatto io rischio di rompermi l'osso del collo ogni volta che salto cadendo come uno scemo... Ho le gare, allenamenti... Non posso...»
Ma Cerberus gli fece cenno di tacere... e Garvin lo percepì, un lamento che gli feriva il cuore tanto era doloroso. Il vento stava aumentando impedendogli di udire la voce di Cerberus.
Garvin si tappò le orecchie.
Ti prego aiutami... Ti prego...
Quel dolore, era insopportabile...
Una folata di vento lo spinse a terra, non era una cosa naturale...
Garvin chiuse gli occhi e si rannicchiò su se stesso.
Ti prego...
Nella sua mente comparve un lago e sulla sua riva vi si trovsva un bellissimo cigno che stava piangendo dinanzi al compagno ferito...
Ti prego...
Il ragazzo aprì gli occhi
«Sei tu? Sei la carta di Clow?» Il vento gli portava quel pianto.
Il cigno, come lui, come quel programma che avrebbe tanto voluto pattinare d giovane.
«Ti aiuterò, te lo prometto...»
Garvin sussultò quando dinanzi a lui apparvero due cigni... Uno dei due animali era ferito.
Garvin si accostò si strappò parte della maglia e si appresto a bendare la zampa ferita della bestia.
«Siete inseparabili vero? So che i cigni si legano per la vita... Io... mi sono sempre sentito un cigno ma non ho mai incontrato la mia metà... Forse sono destinato ad essere un cigno solitario... Non temere, si rimetterà, mi prederò cura di voi... Te lo prometto...»
Nel momento in cui la chiavea stella di Garvin sfiorò le due creature esse ripresero la loro forma di carta, la carta del volo.
Garvin le prese, vi scrisse sopra il suo nome come gli aveva detto Cerberus e si accostò la carta al cuore.
Erano di nuovo assieme ed era lieto di esser stato loro d'aiuto.
Cerberus osservò incuriosito quello strano ragazzo. Nessuno aveva mai parlato così a delle carte, a cuore aperto, nessuno aveva mai visto delle creature non umane in quel modo.
Comprendeva perché il libro aveva scelto lui, sarebbe stato di certo un custode perfetto, il suo cuore era puro, inconsapevole della grande forza della sua magia.
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NOTE dell'AUTORE:
Garvin ha catturato la prima carta, sogna Lùi e a sua nuova realtà si delinea sempre più di giorno in giorno...
CAPITOLO 200
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