Una folata di vento spense nuovamente il fuoco, Garvin imprecò, poi si abbandonò alle lacrime e si rannicchiò su se stesso. Poteva sentire i gelidi venti notturni colpirlo e infiltrarsi filtrando nel riparo che si era costruito. Era il meglio che potesse fare, un anfratto nella rocca coperto da delle frasche.
Non era solo quella spossatezza che non voleva lasciarlo e lo attanagliava impedendogli di muoversi, era quel senso di vuoto e abbandono.
Stava svanendo, se lo sentiva. La Custode gli aveva detto di non usare i poteri, che quella forma era troppo debole...
"Sei debole, non potresti regnare in ogni caso... Facendo questo sto salvando il mondo..."
Garvin si premette le mani sulle orecchie, come se in quel mondo avesse potuto cacciare le voci da quell'orribile passato.
Adesso riconosceva quella voce schernente, LEONARD...
Freddie aveva ragione, lo stregone era un essere ambiguo.
Lo sognò di nuovo, si era ritrovato nudo, estraneo al proprio corpo. Si guardava con distacco e disinteresse, un ragazzino solo e indifeso, bramoso di attenzione.
Leonard in mezzo alle sue gambe lo mordeva alla coscia bevendo il suo sangue.
Vedeva se stesso, gemere eccitato, felice come in stato di trance. Ilgiovane se si beava, in estasy di quel contatto. Aveva fatto altre volte sesso con lui, lo sentiva. E gli aveva concesso ben più del suo corpo. Lo stregone si stava nutrendo della sua anima, lo stava lentamente svuotando di ogni forza.
Poteva vederlo il fluido dello stregone germogliare in lui e cambiarlo internamente, trasformarlo in una vuota marionetta alla sua mercé. Lo er ancora, si era fatto abbindolare come uno stupido.
Freddie glielo aveva detto ma le promesse di un passato, erano state troppo allettanti.
Lo avevano o scaricato alla prima occasione? Si sentiva tremendamente inutile. Non voleva rimanere sdraiato su quella spiaggia sentendosi così solo e vuoto.