Garvin prese il fazzoletto e si tamponò il sangue che gli usciva dal naso.
Freddie lo stava scrutando preoccupato, non aveva mai visto quell'espressione sul volto dell'amico, doveva essere messo davvero male.
«Hai detto te che volevi che scopassi di più...»
«Sei cretino o cosa? Non così... Non con quello... E se ti riferisci a Daisy gli avevo chiesto solo di fare solo qualche lavoro di mano, ma ti pare che chiedo a uno come lui di forzarti a fare altro... E poi chi era quel tipo? ».
Garvin ignorò la domanda di Freddie e si voltò verso la ragazza che lo aveva aiutato. Sembravano tutti pazzi in quel locale, uno lo aveva immobilizzato al muro, era circondato, nei loro occhi vedeva bruciare uno strano fuoco. Lo stesso in cui nel sogno aveva visto morire quell'uomo il pirata. Lo stesso che aveva cercato di spogliarlo. Si era preso un pugno in pieno volto per aver reagito.
«Grazie... Scusa non so come ti chiami...»
La ragzza gli sorrise, una triste luce si rifletteva nei suoi occhi. «Chiara... Puoi chiamarmi Chiara... E... Mamma non ti ha detto che non si parla con gli sconosciuti?».
Mamma... Avrebbe fatto una fatica del diavolo a spiegarle tutto. La fuga, i lividi, il labbro spaccato... Per non parlare di quello che avrebbe detto all'allenatrice. Forse lo avrebbe cacciato, forse si sarebbe ritrovato di nuovo in quel bar a vendere se stesso per sopravvivere.
Freddie si avvicinò e si frappose tra lui e Chiara «Per quanto ti sia molto grato, come hai fatto a intervenire in modo così repentino? Come potevi sapere che aveva bisogno di aiuto? Lo tenevi d'occhio? Sei una di quelle sciroccate che lo pedina fin sotto casa? Che gli intasano la posta di messaggi? Ti rivelo una cosa tesoro, non coglierete mai il suo fiore, nessuna di voi pazze isteriche capito? Lui è il mio gayssimo migliore amico, fatevene una ragione ok? Spargi la voce, a meno che non troviate il modo di farvi crescere un organo supplementare, e anche in quel caso la conquista non è certa! E poi non è un trofeo da vincere!».
Chiara lo ascoltò incredula, non era il Freddie che ricordava, non era la fredda e calcolata ombra che aveva visto svanire davanti ai suoi occhi. Era una furia e si ergeva a difesa del suo amico in quello che credeva essere un agguato ben congeniato.
Aveva seguito Garvin, vero, ma perché temeva che il burattino di Leonard potesse fargli del male, ed aveva avuto ragione. Aveva contravvenuto alle regole i Lùi ma aveva salvato Garvin dalla folla controllata dallo stregone. Li aveva allontanati grazie alle fiamme, aveva cercato troppo a lungo per rischiare di perderlo di nuovo. Non sembrava passato un giorno ma era invece cos tanto che non erano così vicini. Ed eccolo finalmente, dopo anni di ricerca, il suo Garvin. Erano così tante le cose che voleva dirgli, ma doveva aspettare, così gli aveva detto Lùi. Ma come poteva restare immobile a vederlo in pericolo? Si sarebbe scusata con Lùi più tardi, prima doveva spiegare a Garvin ogni cosa, prima che lo Stregone si manifestasse pretendendo il suo giocattolo prediletto, sottraendoglielo di nuovo.