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84 - A Long Time Ago, in a Galaxy Far Far Away...

Molto tempo fa, in una galassia lontana lontana...



Il ragazzo inciampò e cadde a terra, ignorando il dolore si sollevò da terra e riprese a correre maledicendo quei dannati corridoi.

Sapeva che orientarsi non sarebbe stato facile, erano passati ventitré anni da quando infante era stato venduto come una bestia alla regina nera, non sapeva nemmeno come avesse fatto a resistere tutto quel tempo in quel luogo di tenebra, ma di una cosa era certo, doveva fuggire.

La sua vita era arrivata ad una svolta, quella mattina aveva scoperto di avere capacità magiche, tutti lo avevano visto, domava gli elementi, in modo goffo ed impacciato, ma era evidente, il giovane aveva incommensurabili capacità magiche.

La regina lo avrebbe voluto tra le sue fila, nessuno a parte di draghi dorati domavano gli elementi, non sarebbe mai riuscito a tornare libero se non fosse fuggito subito, gli aveva promesso che un giorno avrebbe potuto riscattare la sua libertà, quelle promesse erano svanite nel momento in cui le sue doti si erano manifestate, non aveva scelta, stavolta doveva davvero fuggire.

Non che non ci avesse mai provato, ma alla fine desisteva sempre perché in fondo aveva paura di quello che avrebbe trovato nel mondo esterno.

Quel mondo lo aveva rifiutato condannandolo a vivere in quella orrida città al centro di un deserto di ghiaccio e roccia.

Per un attimo fu quasi certo di aver visto di fronte a sé un uomo dall'aria familiare, lo ricordava sin da quando era piccolo, era arrivato a credere che fosse solamente un sogno, un uomo in grado di trasformarsi in una gigantesca pantera nera.

Era distratto, non si accorse della frusta uncinata che saettava verso di lui che si attorcigliò attorno alla sua gamba, Morpheus crollò a terra urlando, gli uncini si erano conficcati in profondità, ma non era quello che gli causava tanto dolore, la frusta gli sottraeva energia vitale, lo indeboliva...

Allora lo sapevano, sapevano che voleva fuggire!

Avevano finto, volevano solo vedere fin dove si sarebbe spinto?

Quando la frusta si distaccò e ripiombò inesorabile su di lui Morpheus tentò di proteggersi e la frusta gli serrò le braccia, voleva rialzarsi, ma non ci riusciva, non ne aveva la forza.

Dalle tenebre emerse una figura dalla pelle verdognola, con viscide squame di serpente, mani affusolate, indosso aveva pochi stracci, e impugnava la frusta, rideva divertito, il suo ghigno fu l'ultima cosa che vide prima di perdere i sensi, aveva fallito...

Poteva sentire non era solo, c'erano altri spiriti con lui, lo stavano osservando, tutti loro sapevano cosa lo attendeva e i loro cuori erano ricolmi di dolore...

Il guardiano, Morpheus sapeva la nomea di quella creatura, secondo solamente al capo delle guardie della regina nera ma di certo il più perverso di tutti i sudditi della regina nera.

Sarebbe morto nelle sue segrete?

Un getto d'acqua gelata lo colpì al volto, i polsi gli bruciavano tremendamente strappandogli lacrime amare di rabbia, che stupido, davvero aveva sperato di poter fuggire?

Una fitta alla schiena gli mozzò il respiro, quella dannata frusta... Sarebbe stato davvero quello l'ultimo ricordo della sua inutile vita?

Morpheus riaprì gli occhi, era troppo buio, non riusciva a mettere a fuoco il mondo circostante, tentò di guardarsi attorno, il battito che accelerava, il respiro ansimante, sentì un respiro gelido, sfiorargli la pelle, qualcosa di freddo e viscido... lo stava sfiorando... lo vide con la coda dell'occhio e inorridì era grigio, gli occhi iniettati di sangue, la bocca rossa la lingua pallida che scorreva sul suo collo leccandone il sangue che sgorgava copioso dalle ferite...

La creatura si accorse che la stava fissando... "era un peccato sprecarlo... ma ora devo portare a fine il compito che mi è stato dato... mi dispiace pasticcino mio... dovremo divertirci più̀ tardi...".

Una mano unghiata afferrò una lunga frusta, fu un attimo poi schioccò inesorabile sulla sua preda e Morpheus urlò, non era solo... percepiva ancora quelle presenze attorno a se, non era solo dopotutto.

La frusta schioccava inesorabile, Morpheus credette di impazzire di dolore, la frusta era imbrattata del suo sangue, brandelli di pelle si erano attaccati, la carne si lacerava, la schiena bruciava come l'inferno.

La figura comparve prima sfocata, mentre la metteva a fuoco Morpheus sentì la schiena pulsante di dolore... doveva aver perso nuovamente i sensi.

Aveva corti capelli castani, occhi gentili e un'aria mansueta. Lùi si sistemò gli occhiali sulla punta del naso.

«Non pensavo proprio di trovare te, in questo luogo sperduto...».

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