82 - Labyrinth
Leonard emerse dalle tenebre, Morpheus era li, a terra, immerso in un sonno profondo, non si sarebbe risvegliato mai se non avesse recuperato i frammenti che quel bastardo di Rem gli aveva strappato via. Le stesse parti che si erano conficcate nel profondo delle anime di quelle insulse creature.
Non avrebbe smesso di cercarle, l'oscurità chiamava altra oscurità, i poteri di Morpheus pèresto sarebbero tornati da lui e la notte eterna sarebbe calata su tutto il creato.
Doveva solo distruggere quella dannata fata, il suo potere si faceva più forte di giorno in giorno.
Il Guardiano avrebbe pagato caro quell'affronto, doveva continuare a fuggire, da codardo quale era...
Se le avesse recuperate, se gliele avesse restituite lui, sarebbe riuscito a riportarlo in vita ed allora, finalmente Morpheus sarebbe stato suo, per sempre, core era destino che fosse, entrambi erano nati per quello scopo.
Lo stregone si fissò in uno specchio, quel corpo, l'anima di Leonard era ancora lì, non era riuscita a distruggerla in tanti secoli e lo fissava pieno di odio e rabbia.
«Hai ucciso il mio Re... Credevi di poter avere tutto quello che desideravi, non hai fatto i conti con la magia di luce. Tanto forte è la tenebra, tanto forte sarà sempre la luce...».
Lo stregone oscuro sorrise, quel fantasma non poteva far nulla, mai era riuscito a interferire e mai ci sarebbe riuscito.
Attraverso le ombre poteva viaggiare e raggiungere qualsiasi luogo, era uno dei tanti doni del potere oscuro, ma non era invincibile e nessuna delle sue capacità poteva aiutarlo a stanare senza l'aiuto delle sue emanazioni quelle miserabili creature che vagavano nel suo labirinto.
Aveva creato quel luogo per proteggere Morpheus, li, al di fuori del tempo e dello spazio non sarebbe morto, ma il suo corpo continuava ad invecchiare nonostante tutto.
Al centro del petto di Morpheus la macchia nera si stava allargando, il suo corpo in quel punto si sbriciolava come cenere nel vento, la dove doveva esserci il suo cuore.
Leonard chiuse gli occhi, poteva ancora percepire quelle flebile scintilla di vita, Morpheus era li, prigioniero della sua oscurità.
Lo aveva quasi avuto in pugno, il suo cuore, nel petto di quell'umano di nome Marco, ma la fata lo aveva scacciato. Doveva trovare un'altra strada per arrivare a lui e la sola via era attraverso il suo punto debole, quel J, la fata aveva fatto una scelta così stupida, reincarnarsi in un umano per amore. Avrebbe pagato caro quella scelta.
Immanouel lo stava fissando. Era solo un'ombra, lo stregone alle volte sentiva il suo spirito raggiungerlo e tentare di salvarlo, avrebbe mai smesso?
«Sta invecchiato» constatò il Principe osservando il corpo di Morpheus a terra. «È inevitabile... nonostante tu lo abbia confinato in questo luogo... Nonostante tutti i tuoi sforzi... prima o poi morirà anche lui...».
«Non accadrà mai» sussurrò lo stregone all'ombra.
«Dovrai accettarlo! Non potrai trattenerlo qua a lungo, Garvin prenderà il mio posto e ti sconfiggerà, riuscirà la dove ho fallito»
Leonard rise, quella patetica creatura, la più smarrita di tutte, davvero credeva che avrebbe potuto?
Lo stregone allungò la mano cercando di sfiorargli il collo. «Tu non sei davvero qua, non potrai impedirmi di ucciderti ancora! Dovrai piegarti ancora...»
«Ti sei già stancato del tuo giocattolo? Riesco a sentirlo...» chiuse gli occhi e una lacrima gli sfuggì, sentiva ogni cosa, le mani inchiodate al tavolo, poteva ricordare ogni istante di agonia.
Leonard sorrise ricordando quei momenti che stava rivivendo, la fata gli era sfuggita, ma se non altro si era divertito con quel corpo così saporito. Aveva banchettato con la sua magia, come aveva fatto con Garvin. E presto se lo sarebbe ripreso, lo avrebbe usato per raggiungere il cuore di Marco e grazie ad esso avrebbe restituito a Morpheus parte della sua coscienza. Il suo labirinto sarebbe stata la loro tomba, lo aveva creato lui, non ne sarebbero mai emersi.
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