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78 - Old Blue

Il suo braccio era collegato molteplici tubature, Garvin chiuse gli occhi, cercando di non guardare.
Lo avevano trovato privo di sensi sul pavimento dell'Archivio.
Aveva cercato di espandere i suoi sensi fissando la breccia, quella da cui era emerso più di un anno prima.
Fissò il suo telefono, zero tacche, zero linea.
Sullo sfondo l'ultima foto che si era fatto con Chiara e Jason, sullo sfondo appariva Freddie.

Jason aveva scrutato il telefono quando si era acceso nuovamente dopo tempo.
Garvin era stato così felice di poterlo riaccendere, se si concentrava molto poteva emettere una lieve dose di energia e il suo smartphone si era rianimato.
Aveva visto le foto di Ben, il panorama di Cullen, la sua adorata Scozia e la malinconia lo aveva travolto.
Non aveva sentito la mancanza del telefono per molto tempo, dopotutto aveva i pensieri di Chiara, a che gli serviva il telefono.
C'era tanto silenzio da un anno, le emozioni di quegli estranei non erano paragonabili alle parole dell'amica.

Diavolo, si sentiva sempre peggio, la nausea lo stava divorando.
Chiuse gli occhi e cercò di annullare ogni pensiero.
Sarebbe rimasto lì finché il mondo non avesse smesso di girare, finché la terra non avesse smettere di tremare sotto i suoi piedi.

Le persone gli passavano a fianco quasi non esistesse, cambiarono la flebo e alla fine stando ad occhi chiusi era riuscito ad addormentarsi.
Un'altra notte senza sogni, senza speranza, senza niente.

I giorni si erano accumulati, non sapeva quanto era rimasto sdraiato in quel letto, aveva fissato la crepa sopra la sua testa come se potesse significare qualcosa.
Si sentiva sempre più vuoto, le voci scivolavano via, adesso che poteva parlare, adesso che poteva dirglielo, adesso che aveva capito quanto teneva a lui non poteva dirgli nulla.

Stava di nuovo camminando tra quei palazzi grigi , anonimi, diretto verso il suo alloggio.
Perché stava andando in quella direzione?
Voleva camminare senza fermarsi, non finché non fosse fuoriuscito da quell'interminabile città.
Alla fine si ritrovò di nuovo davanti alla breccia.
Era lì immutata, inalterata da cui usciva di tutto tranne la speranza.
Cosa stava aspettando?
Perché aspettava? Era passato un anno e ancora nessuno era emerso, non Lùi, non Jason e soprattutto Chiara. Era così ovvio che lo avevano scordato e lui stupido che continuava a sperare.
Prese la chiave spezzata e assieme ad essa tutti i suoi ciondoli e fissò l'abisso, doveva lasciarli andare, era solo, sarebbe rimasto in quel lui per sempre tanto valeva saltare.
Chiuse gli occhi mentre la nausea tornava a tormentarlo.
Si portò la mano alla bocca tossendo e i polmoni gli esplosero di dolore, si piegò e crollò a terra.
Quando guardò la mano, su di essa vide il sangue e si pietrificò dal terrore, che stava accandendo?
Stava malissimo, la breccia gli stava ridendo in faccia.
Stai morendo... Non appartieni a questo luogo, sparirai e di te non resterà niente. Ti inseguirò ovunque andrai e ti ucciderò ancora e ancora...
Leonard lo aveva trovato.

——-

Perdono, sono in ansia per la mia musa

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