76 - Won't see what might have been...
«Ho freddo...»
Stava chiudendo gli occhi, era di nuovo troppo tardi, Ti ho ucciso di nuovo?
Lùi si svegliò, si era appisolato e aveva sognato di nuovo, lo aveva visto... Il suo principe morire davanti ai suoi occhi, era così doloroso rivederlo negli occhi di Garvin ogni giorno.
Anche in forma di gatto gli ricordava sia Immanouel che Jaan.
La testardaggine del principe ereditario, la sua determinazione. Garvin era tenace tanto quanto lui. Ma aveva la delicatezza di Jaan, il suo tono cortese e la sua risata contagiosa.
Era come se fossero entrambi tornati in lui eppure non era nessuno dei due.
L'oscurità si era portata via prima Jaan, dilaniando la sua candida pelle e strappandogli via l'innocenza con forza.
Immanouel aveva perso il senno per il dolore, Jaan non era solo sua fratello condividevano un'unica vita.
La cosa più dolorosa era scoprire che la persona che aveva sempre amato era morta da tempo e che un involucro vuoto ne aveva preso il posto e aveva trasformato il suo amato fratello in uan marionetta.
La città di Frea fu messa a ferro e fuoco, Morpheus alla testa del suo esercito, i dodici teschi la rase al suolo.
L'oscurità aveva plasmato Jaan, svuotandolo della sua essenza e riportandolo in vita come non morto.
Lùi sapeva che il suo principe era già morto nel suo cuore nel momento in cui aveva dovuto pugnalare il fratello lo aveva cullato per ore prima che lo prelevassero per condurlo al patibolo.
Ecco cosa vedeva Lùi quando vedeva Garvin, i suoi tentativi falliti, le volte in cui aveva tentato di salvare i suoi principi fallendo ogni volta.
I pensieri di Chiara lo raggiunsero, aveva sognato Kia, che la sua magia stesse risvegliando il passato?
E Garvin?
Il gattino dormiva accoccolato tra le braccia di Jason, senza pensieri né preoccupazioni .
Un fruscio allertò l'Antiquario, Freddie era tornato.
«Hai avuto successo?»
«Si, c'è un villaggio a valle, poco più giù. Ho trovato una villa abbandonata, ricolma di presenze... Devono provenire dal mondo del sottosuolo. In quell'edificio quasi certamente c'è una porta che può condurci lontano ma dobbiamo far in fretta... Lo stregone sta arrivando, non impiegherà molto a trovare nuove marionette da manipolare... ».
L'ombra di Freddie era inquieta, il suo tono era greve, qualcosa lo turbava, qualcosa legato al mondo del sottosuolo, qualcosa che non aveva ancora ammesso nemmeno a se stesso.
«Hai una chiave vero?» aggiunse Freddie inarcando un sopracciglio.
L'antiquario sorrise sornione e spostò gli occhiali con l'indice ammiccando «L'avremo presto, il tempo di fabbricarla».
L'ombra del cantante strabuzzò gli occhi «Cosa aspettavi a farne una? Che lo stregone vi rapisse tutti?».
«Spettavo che tu mi trovassi una porta».
Chiara si stava avvicinando, i capelli arruffati, stretta nel maglione, lo sguardo ancora perso nel sogno appena fatto.
Doveva parlarle, ma non trovava il coraggio così scriveva nel suo taccuino e sognava, un passato perduto, un mondo distrutto e una vita non vissuta.
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