69 - Just a dream...
La luce lo incoronava e le sua ali di smeraldo splendevano, era la creatura più bella che avessero visto. L sue ali avevano lo stesso colore della foresta e ogni battito ricordava il rumore delle frasche e emanava lo stesso odore del sottobosco.
Maël gli sorrise «Sono sorpreso dal tuo potere».
Jason si accorse di essere rimasto solo.
«Chiara e Lùi si stanno risvegliando... Non temere anche Garvin...» Aggiunse in fretta vedendo lo sguardo preoccupato del ragazzo.
«Tieni molto a lui...» constatò la fata e Jason annuì. Lo guardava incuriosito, era quasi imbarazzato dal sentirsi accecato. Un volto così simile a quello di Garvin eppure vedeva una luce così diversa nei suoi occhi di giada.
La fate lo osservò e sorrise tra sé e sé pensando ai mille dubbi di Lùi, povero caro, avrebbe voluto osservare l'evolvere del loro rapporto. Jason aveva un potere immenso, poteva vedere attraverso le varie realtà e a Maël non era mai successo di incontrarne prima. Poteva essere potente tanto quanto Lùi e Leonard, eppure ne era così dolcemente inconsapevole.
Jason osservò la fata, La corona di luce che si delineava sopra la sua testa. Era la prima volta che vedeva un Re, ma fu certo che non ne avrebbe mai visto uno di cotale bellezza. Eppure poteva sentire il canto malinconico del suo cuore, così come era certo che anche Garvin lo avrebbe sentito, se solo non avesse lasciato parlare la sua mente al posto della sua anima, se solo non avesse diffidato del proprio dono, Perché quello era, poter percepire le emozioni degli altre era un grandissimo dono e avrebbe fatto l'impossibile per farglielo comprendere.
«Vorrei poterti aiutare»
Quelle parole sorpresero la fata ma vide la dolcezza nel suo sguardo .
«Lùi non può non temere la tua dolcezza, ma davvero non ne ha alcun motivo... » sussurrò tra sé e sé. «Non devi preoccuparti per me, so che oltre la mia porta lui mi sta aspettando e so che ci rivedremo...».
Ne era certo, era certo di quell'amore, era certo di quel fato e la cosa era così dolce.
Jason non aveva mai creduto alle anime gemelle, all'amore eterno che sopravvive ad ogni difficoltà, gli era sempre parsa una stronzata. Eppure il suo cuore era così puro, poteva quasi vederlo. La fate invece ci credeva, era lampante e così aveva iniziato a farlo anche lui in quel preciso istante e fu con quel dolce pensiero in mente che si svegliò e la prima sensazione fu quella della rugosa lingua si Garvin sulla sua guancia, che si lasciava andare a un felino buongiorno.
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