Arthur si appoggiò alla parete, il volto era ancora segnato, immobile, incapace di esprimere qualsiasi emozione. La rabbia dello stregone si era fatta sentire forte. Aveva lascito l'isola dei ricordi a dispetto delle indicazioni che gli aveva dato lo Stregone. A nulla erano valse le sue proteste. "Li ho bloccati in quel posto, non ne usciranno più... Garvin non può andare da nessuna parte...".
Ricordava bene la furia dello stregone. Non lo ascoltava, lui non ascoltava mai nessuno, si facevs una sua idea e andava avanti per la sua strada. Era sopravvissuto a stendo alle prove a cui lo aveva sottoposto.
Si strinse il braccio, era rotto e ignorare il dolore non gli veniva facile, lo conscolava aver già adocchiato le sue prede. Lo stregone gli aveva detto di tenersi a distanza, ma non lo voleva ascoltare. Se gli avesse sottratto il balocco forse lo avrebbe preso sul serio.
Sperava solo che Chiara sentisse ancora quello che provava Garvin, credeva di averlo messo fuori combattimento e invece... Avrebbe dovuto percepire quello che gli avrebbe fatto impotente...
Non poteva lasciare quel mondo di ricordi, sarebbero rimasti bloccati là fino a perdere la propria identità. La sa preda era alla finestra, il pirata sorrise divertito, non sarebbe stato facile... ma non poteva esser diventato poi così forte in quel periodo di permanenza dallo stregone.

Garvin si scostò dalla finestra.
Come procede la ricerca dei ricordi dello spettro?
Jason sorrise, Garvin sbuffò, non sempre voleva fargli sentire i propri pensieri, poteva sentire il disappunto di entrambi, così si corresse.
Come va la ricerca dei pensieri di Freddie?
Non voleva risultare insensibile ai loro occhi, dopotutto un po' sentiva sentimenti contrastanti nei suoi confronti. A volte ripensava a quanto si era sentito attratto da lui e a quanto quei momenti erano stati ... indimenticabili.
Mentre Chiara gli rispondeva, si era sdraiato cercando di scacciare dalla sua mente il ricordi di quella notte passata con Freddie. Aveva fatto sesso con lui solo per rubargli altre parti della sua anima... Ma poi era tornato, quando aveva avuto bisogno di aiuto era rimasto.
Garv, ti vuoi concentrare? Ti prego smettiladi pensarci sentire i tuoi pensieri lussuriosi davvero non mi giovano...
Scusa Kia non volevo...
Jason ridacchio e Garvin si sdraiò nel letto nascondendosi sotto le coperte.
Si sentiva a disagio e qualcosa, oltre quel groviglio di pensieri faceva capolino.
Senti ma dimmi di te... è carino questo Jason, non riesco a percepire con chiarezza cosa pensi di lui è strano... quando pensavi a Freddie o Arthur era così chiara la tua lussuria... starai mica diventando un ragazzo timido...
Garvin desiderò sprofondare e essere trascinato sotto terra in quell'istante.
Kia... ti può sentire... legge i miei pensieri...
Ci fu un attimo di silenzio prima che la ragazza scoppiasse a ridere.
«Tranquillo cerco di non origliare le vostre conversazioni, solo che quando ti imbarazzi pare che mi urli nella mente...».
A quelle parole Chiara rise ancora più forte.
Garvin voleva ridere assieme a loro ma sentiva qualcosa nell'aria, un'impalpabile pensiero opprimente pendeva su di loro.