Correre, a perdifiato, correre velocemente. Era impossibile che quel posto, un tempo tanto familiare adesso gli apparisse ostile ed estraneo.
Garvin si dovette fermare per prendere fiato e prima che potesse dire nulla Chiara si schiacciò contro di lui e gli premette la mano sulla bocca intimandogli di tacere.
Il rumore dei loro inseguitori li raggiunse ma con loro sollievo li superò e andò oltre.
Chiara sospirò e si appoggiò all'amico liberandogli la bocca.
Garvin si guardò attorno, pochi minuti prima era in un aereo e adesso si trovava in una foresta. Chiara era apparsa dal nulla e come per magia e lo aveva tratto in salvo.
«Che succede?Chiara ti prego dimmi che succede?». Garvin annaspava, la testa sembrava scoppiargli, era tutto assurdo. Forse sbattè le palpebre cercando di riacquistare il controllo di se. Era tutto un orribile incubo. Charles non era morto, lui era ancora nel suo letto pronto per un altro giorno di lezione.
Chiara lo cercò di trattenerlo ma entrambi rovinarono a terra.
Era difficile anche per lei capire, era successo tutto così in fretta.
Dopo aver visto la spiaggia di Cullen attraverso una delle porte del negozio di Lúi Chiara aveva cercato di ignorare quanto accaduto invano.
Era tornato in negozio e era tornata a fissare quella porta. Era tutto assurdo, ma voleva tanto vedere di nuovo Garvin, anche se era una mera illusione ne aveva bisogno.
Non voleva dirlo a Lúi, temeva che le avrebbe dato della pazza e invece...
"Hai trovato la tua porta... era così tanto che ti stava chiamando". L'antiquario l'aveva fissata con i sui occhi nocciola così gentili e le aveva candidamente detto di non essere ne umano ne di origine terrestre. Ne del suo stesso tempo.
Chiara lo aveva osservato senza parole.
"Sono qui per cercare qualcuno... E per aiutare chi ha bisogno a cercare la propria porta".
Chiara ancora non aveva capito cosa intendesse e non aveva avuto modo di chiedere spiegazioni perché in quel momento la sua porta si era aperta di nuovo e si era trovata a fissare l'interno di un aereo di linea e il volto basito di Garvin.
Quando le aveva chiesto aiuto non aveva dovuto pensarci due volte e adesso erano in un altro posto ancora. Sembrava la sua Scozia, sembrava Cullen... ma non era la stessa.
Che poteva dire a Garvin per farlo calmare?
Ho fatto amicizia con una persona, ha un negozio d'antiquariato che si è rivelato essere edificato su un varco spazio dimensionale. Lo stesso da cui lui stesso è arrivato sulla terra. Esatto, il mio amico è un alieno. Il varco parla ad alcune persone e le attira a se e ti porta dove più desideri. Io sentivo la tua mancanza e mi ha condotto da te, ma poi la tua paura ci ha portato invece che a Londra in Scozia... ma in una realtà alternativa in un altro tempo e non so nemmeno perché so queste cose... Si, molto confortante...