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42 - Imitation of life

Garvin soffiò sulle candele, c'era un ventisei sulla torta, strano... Non ricordava di aver vissuto prima quel particolare momento della sua vita.

C'era un uomo biondo davanti a lui che lo guardava famelico. Gli aveva sorriso beffardo.

Perché tutto gli pareva così estraniante?

Quella festa, quelle persone... Non era lui, non era la sua vita!

Si vide allontanarsi dalla festa e prendere il telefonino in mano.

Cercava un messaggio di qualcuno, aveva la sensazione di averlo fatto molte volte e di essere rimasto molto spesso deluso.

Qualcuno lo aveva preso per le spalle e premuto contro la parete.

«È il tuo compleanno... Perché lasci il tuo adorante pubblico così?».

Era l'uomo biondo, quello che lo guardava come un delizioso dolce da divorare. Aveva l'impressione che fossero sposati? Com'era possibile? Non aveva ricordi ma era certo che quelli non gli appartenessero.

Lo pressò contro la parte per baciarlo, ara la stessa opprimente sensazione che gli aveva dato vedere Ben e sentire il suo desiderio.

«Vance per favore non è il caso... Non qua, ci sono troppe persone...» si sentì farfugliare mentre l'altro lasciava scivolare la mano nei suoi pantaloni abbassandoli con decisione.

«Non fare il difficile, ci vorrà un attimo... voglio darti il mio regalo di compleanno...»

E ricordarti che non sei di nessun altro se non mio J.

J? Chi diavolo era? I pensieri svanirono quando la mano premuta contro la sua bocca gli impedì di respirare. La carenza d'ossigeno in parte lo eccitava, in in parte lo preoccupava, sentiva che quel ragazzo era già passato da un simile gioco e non era andato molto bene con il segno di corde sul collo e un inquietante terrore che il compagno volesse giocare con la sua vita come se gli appartenesse completamente. Che succedeva? Perché era in quel corpo così simile al proprio eppure così estraneo.

Il piacere dell'uomo che lo stava possedendo di fondeva con il suo crescente bisogno di ossigeno. Si sentiva sempre più debole, il mondo svaniva e i pensieri e le parole dell'altro si facevano sempre più rarefatti.

Questo non è amore? Questo è possesso...

Voleva allontanarsene il più possibile, voleva lasciare quel posto. Quelle sensazioni non erano sue, quel corpo...




Garvin aprì gli occhi, era al buio. Era di nuovo se stesso?

Ebbe conferma quando tentò di parlare. Non un solo rumore gli uscì di bocca.

Provò di nuovo, che sciocco... aveva quasi dimenticato di non poter parlare, quelle illusioni lo avevano quasi convinto. Dove era stato? Erano solo allucinazioni? Chiara il messaggio che le aveva lasciato? Ben? E quell'esperienza nel corpo di quel ragazzo di nome J?

Piano piano il suo corpo si fece sentire.

Dolore...

Dolore ai genitali, dolore agli arti, al torace. Il tutto amplificato dal non poter vedere niente.

«Ben tornato... Piacevole il viaggio? Non sforzarti di parlare il tuo corpo ancora non è pronto... Lo distruggerò per ricorstruirlo più forte di prima... ».

La voce di Jim lo raggiunse nelle tenebre.

Quando cercò di muoversi caprì di essere legato.

«Devo confessarti una cosa, queste cose che ti sto facendo... non sono un'idea completamente mia... Sai in questo luogo ho assunto questo nome Jim Moriarty, ma non sono solo questo, io ho creato molte creature, una di questa si vanta di essere il primo vampiro... Io sono il Primo... ma devo dire che ha il pregio di avermi fatto assaggiare un frutto davvero pregiato e questo mi ha indotto a voler cercare altre sue versioni, così mi sono imbattuto in te. Argilla nelle mie mani. Ti plasmerò così come il Primo ha fatto con la sua piccola fata e quando avrò finito con te non sarai più tu ma tutti loro assieme... Io posso forgiare qualcosa di unico... ».

Garvin sussultò. percependo il tocco dell'uomo, era nudo esposto e indifeso.

Il terrore prevaricava ogni altra sensazione. I suoi sensi si espandevano poteva percepire tutto in quella stanza, i pensieri del suo carceriere, le sue risate.

Stava per rinascere a nuova vita, di nuovo come era successo a ogni suo se, tutti loro erano connessi lo poteva percepire. Tutti loro erano dovuti morire per poi rinascere a nuova vita.

«Vista questa nuova intimità... non è bello che tu conosca solo il mio nome fittizio... Puoi chiamarmi Leonard, non appartengo a nessun luogo ormai, la tenebra è ciò di cui sono fatto e grazie ad essa di forgerò...».



______

NOTE dell'AUTORE 

Ecco che le mie storie si toccano, unite da un'oscuro stregone che ha rubato l'identità di uno dei criminali più famosi della letteratura. Jim Moriarty. 

Leonard può raggiungere diversi mondi e incontrare diverse versioni di Garvin... dopo la mia fata in Pulse tocca a J e... 

Altri? durerà ancora molto questa situazione per Garvin? 

vedremo... ci sono ancora tanti giorni da scrivere... siamo solo a 42 di 365..... 

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