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4 - I am forever searching high and low

https://youtu.be/2LGujYR8omQ

  FEBBRAIO 2019

"Io ci ho provato, diavolo se ci ho provato a farla funzionare! Ci credevo con tutto me stesso! Non sono stato io a mandare tutto a rotoli! Sei stato tu! Non lo ammetterai mai, ma... Ti sei rovinato con le tue stesse mani e adesso piagnucoli come una ragazzina perché sai di avere torto... Le tue sono solo lacrime di coccodrillo. Sei uno stronzo egocentrico incapace di amare qualcuno. Spero di non vederti mai più...".

Garvin posò il cellulare. Una singola lacrima gli rigò il volto. Doveva cancellare quel messaggio vocale, se lo riprometteva da così tanto, eppure non lo aveva ancora fatto. Continuava torturarsi ascoltandolo e chiedendosi se Ben potesse avere ragione.
Aveva chiamato sua madre, doveva tornare a casa, non poteva mancare ai funerali o la donna ci sarebbe rimasta malissimo. Lo aveva chiamato nonno quando era piccolo, gli aveva voluto bene a quello stravagante signore dai lunghi candidi capelli e dalle sciarpe variopinte.
Tirò su col naso e si sforzò di trattenere le lacrime. Era stanco di piangere da solo senza apparente motivo.
Radunò le sue cose, si mise il cappello, gli occhiali, prese il foulard e si soffermò a guardarlo.
Glielo aveva messo al collo e lui aveva sfilato mano nella mano con sua madre tutto soddisfatto.
Aveva lunghi capelli castani e i suoi occhi apparivano ancora più grandi in quel corpo minuto.
Quando lui lo chiamava nonno il Signor Charles sorrideva. Poteva sembrare una persona scorbutica all'apparenza, ma sapeva come illuminare le giornate ed era un musicista fenomenale.
Per questo non poteva esimersi dal tornare a casa, glielo doveva. Avrebbe potuto salutare Paul, doveva essere difficile dirsi addio dopo tanti anni passati assieme, sempre l'uno al fianco dell'altro.
L'ultima vota che li aveva sentiti era stato per Natale. Charles aveva fatto la sua consueta battuta sul mare pieno di pesci e che non dovesse fare l'eremita in quello soglio dimenticato da Dio chiamata Scozia. Invece Paul gli aveva chiesto se mangiasse a sufficienza. Erano proprio come i suoi nonni, sempre premurosi e pieni di apprensione.
Prima di partire si era fermato a prendere del delizioso tè alla cannella.
"Andrà tutto per il meglio ragazzo mio... Si vede che Ben non era la persona giusta per te" erano state le parole di suo nonno. Non importava che non fossero imparentati. Charles sarebbe sempre stato il suo dolce nonno.
I pensieri lo assillarono per tutto il tempo, finché non si sedette al suo posto.
Era stato un pessimo nipote adottivo, se solo avesse scelto di tornare a casa per Natale, forse almeno gli avrebbe detto addio. Da quanto non vedeva la Pennsylvania? Aveva pensato solo a proteggere il suo cuore diventando cieco e incurante di quello degli altri. Come non aveva pensato a come avrebbe potuto reagire Chiara alle sue scelte. Aveva ragione Ben, era superficiale.
Stupido stava di nuovo piangendo, doveva andare in bagno e sistemare quel disastro.
Si sollevò e il suo sguardo corse lungo il corridoio. Quando lo vide si sentì morire... BEN?
Si diresse a passo svelto verso il bagno. Aveva fatto l'impossibile per evitarlo, perché era sul suo stesso aereo? Non lo voleva vedere...
Una mano lo afferrò. Chiara?
Garvin si sentiva frastornato, le coincidenze erano troppe.
La fissò con aria smarrita, non sapeva se fosse reale o se la testa gli stesse giocando un brutto scherzo. «Ti prego portami via...».



Coatesville è una città degli Stati Uniti d'America, nella Contea di Chester, nello Stato della Pennsylvania

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