Infiniti e interminabili corridoi bianchi, era la sola cosa che Chiata vedeva. senza fine. era la sola cosa che vedeva, scaffali su scaffali come il negozio di Lùi ma tutto era così asettico e vuoto.

Il rumore dei suoi passi rimbombava nei corridoi, all'inizio le aveva dato fastidio ma poi non ci aveva più fatto caso.

Si erano separati per coprire più terreno possibile. Dall'esterno quell'isola era parsa così sporca e piena di edifici fatiscenti, invece da vicino erano spuntati edifici moderni e ben curati. Chi li aveva curati poi, non sembrava esserci anima viva.

Aveva provato a contattare Garvin invano, dannato Jim ea sicuramente colpa sua.

Con la coda dell'occhio Chiara catturò del movimento.

Lievi movimenti appena percettibili che però parevano indicargli la via.

Avanzò senza fermarsi finché non se la ritrovò davanti.

Gli stessi capelli rossi, la stessa aria smarrita, persino gli stessi occhiali da vista. Era lei!

Chiara sbattè le palpebre incerta, non capiva.

poi un rumore alle sue spalle la fece voltare, era sempre lei, continuavano ad arrivare sue copie, ovunque.

«Che scherzo è questo? Che razza di allucinazione siete?».

Poi il panico la colse e se fossero lì per sostituirla?

«Sono te» ripeterono tutte in coro.

«No voi non siete me! Siete un'illusione».

Le copie scoppiarono tutte a ridere all'unisono.

«Siamo tutti echi, anche tu lo sei... siamo tutte l'originale e nessuna di noi lo è...».

«Smettetela di ridere!» La copie continuavano ad aumentare, tute identiche, tutte erano lei e nessuna lo era. Pallide ombre che scimmiottavano la sua essenza. E se l'avessero sopraffatta? Sarebbe rimasto qualcosa tra quell'ammasso informe di copie?

Iniziava a sentire il peso dell'incertezza gravare su di sé, il dubbio di non essere più lei.

Chiara segui la mia voce, esci di là, sono soltanto ombre, frammenti di ricordo! Ti vogliono confondere non lasciarti sopraffare.

Quella voce, chi è che parlava nella sua mente? Chiara non capiva era troppo stravolta per farlo.

Chiudi gli occhi, non le guardare, sono soltanto illusioni, non sono te, sono soltanto pallide ombre che vivono del tuo riflesso.

La ragazza chiuse gli occhi e seguì la voce che, man mano che si faceva più forte assumeva sempre di più il tono di Lùi.

Una mano l'afferrò e si ritrovò tra le braccia dell'Antiquario.

«Sei riuscito a vedermi, in mezzo a tutte loro» sussurrò sempre tenendo gli occhi chiusi.

«Certo che sì! Non ti confonderei mai con un'ombra, nessuno può essere te »