36 - I can't let go...
L'imbarcazione si muoveva placida. Chiara osservava le acque quasi immobili, non avrebbe mai immaginato così quel mondo. Un pianeta ricoperto quasi al 95% di acqua.
Non parlava con nessuno, era furiosa con tutti loro per aver lasciato Garvin da solo in ostaggio a quell'inquietante individuo.
Ogni volta che credeva di aver chiarito con Lùi la sorprendeva in negativo.
Non credi di essere troppo dura con lui?
Chiara sbuffò, perché Garvin cercava di giustificarlo? Doveva stare dalla sua parte.
Io sto dalla tua parte, ma devi smetterla di parlare con me, vai da lui.
Era da quando erano scesi dalla metropolitana che cercava di invogliarla a parlare con Lùi, che cercasse di distrarla? Per un attimo aveva sentito il suo pensiero così forte e così triste.
Ma quando aveva cercato di contattarlo aveva fatto finta di nulla.
Quando aveva iniziato a sospettare che a parlare nella sua mente non fosse il suo amico ma bensì il suo carceriere la finta voce di Garvin si era spenta.
Erano di nuovo separati.
Eppure per un breve momento erano stati tanto uniti.
Un pianeta pieno d'acqua con una piccolissima striscia di terra e li, al centro di quella galassia morente c'era la più grande biblioteca di tutte le galassie. Contenenti i ricordi di ogni essere vivente esistito, esistente e che sarebbe nato.
Chissà se c'erano i suoi, e quelli di Lùi?
Chissà se valeva la pena conoscerli. Più cose scopriva più la sua vita sembrava impossibile.
Quando sperava di averlo compreso lui si asserragliava dietro al silenzio.
Garvin non parlava, Lùi non parlava, Freddie menché meno, pareva che su di lei fosse calato un velo, una cappa di silenzio.
Tutti volevano qualcosa da quel viaggio, come se quella piccola isola tenesse in ostaggio i loro sogni.
E lei? Non per li per se ma per Garvin! Avrebbe ritrovato i ricordi e lui sarebbe tornato a sorridere.
Prese un foglio e inizio a scrivere. Voleva descrivere il suo volto, disegnare i suoi occhi, dipingere la sua bocca. Era li era il suo migliore amico.
Mentre disegnava lo avvertì di nuovo, il suo tocco così cortese dei suoi pensieri.
Era una sensazione strana e familiare al tempo stesso. Non era come le loro ormai consuete conversazioni telepatiche, era qualcosa molto più forte.
E mentre era li che si destreggiava con quelle sensazioni l'isola apparve il lontananza. Pareva un gigantesco ferro di cavallo capovolto. Chiara pensò che avevano decisamente bisogni fortuna.
Jim aveva chiesto soldi per le informazioni date, ma solo Arthur sapeva cosa avrebbe chiesto indietro per l'anima e il corpo di Garvin.
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