32 - That's what people DO!
Non avrebbe ceduto, Arthur strinse i pugni e fissò il Guardiano dritto negli occhi.
Lo aveva fato per lui, per liberarlo dalla schiavitù, dagli obblighi, dal passato.
Aveva visto i suoi ricordi. Rituali sociali, omissioni, restrizioni, privazioni...
Era quello che desiderava?
Non essere nemmeno libero di esprimere un opinione senza essere lapidato dai giudizi.
Condividere se stesso con così tanti sconosciuti pronti a lapidarlo di parole sferzanti.
No lui non avrebbe mai potuto vivere in quel modo.
Tutto quello che amava sembrava esser destinato a portargli dolore.
Distruggendoli gli avrebbe permesso di rinascere.
Però non poteva negare di aver provato una certa inquietudine all'udire le parole di Freddie.
Morirà
Stava mentendo! Era solo una misera ombra bugiarda! Voleva portargli via il suo premio.
Era così bello mentre dormiva al suo fianco. Lo voleva per quello, per la sua bellezza e la sua energia. Nient'altro.
Davvero è solo questo che vuoi? Un corpo con cui trastullarti per qualche tempo.
Eppure quando aveva visto l'orgoglio splendere nei suoi occhi aveva percepito qualcosa smuoversi nel suo algido cuore di pirata.
Lo stesso sentimento che aveva provato quando lo aveva visto rimanere impettito e impavido davanti al suo capitano. Vedeva la paura in lui ma vedeva il suo orgoglio e il suo desiderio di lottare. Vedeva il suo cuore indomito, poteva fare molto di più che starsene confinato in un'unica realtà con poche limitate prospettive. Doveva liberare le sue potenzialità.
Vedeva ciò che si celava in quel piccolo ma tonico corpo. Quando lo aveva stretto sotto di se e lo aveva fissato negli occhi, non aveva trovato un delicato essere, ma u uomo ed era stato maledettamente seducente stringere quegli arti scattanti e reattivi.
E se fosse davvero morto per la sua superficiale irrequietezza?
Se avesse perduto di nuovo una gemma tanto preziosa?
Allora teneva a lui, non lo voleva solo possedere?
No voleva concentrarsi solo sul sesso. Su quel corpo fremente, quella bocca dischiusa, quelle gambe e quegli occhi. Quello sguardo quasi assorto, perso come in un'altra realtà, tutta loro. La sua mente sembrava essere fuggita altrove in alcuni momenti.
Non vuoi raggiungerlo e guardare lo stesso luogo che guarda lui, sentire le sue emozioni condividere i suoi respiri?
No! Non lo voleva! Sarebbe stato un tradimento verso se stesso! Lui non era destinato a quello, eppure...
Conosci la tua porta? Se ce l'avessi davanti, dove ti condurrebbe? Verso quale desiderio?
Ovunque possa condividere lo stesso orizzonte di quegli occhi!
Ovunque lui sia, io troverò il mio tesoro.
Poteva quasi vederla, una vecchia porta dai bordi stondati dal legno dipinto di azzurro e con una finestra con vetri dipinti. Oltre di essa GARVIN.
Non lo avrebbe mai seguito consapevolmente, non dopo quello che aveva fatto. Poteva solo contare sul fatto che avrebbe avuto bisogno di lui. Non voleva recuperare i ricordi, ma no voleva nemmeno che morisse. Quegli occhi erano suoi.
«La chiave la custodisce il primo ministro» disse improvvisamente il Pirata e l'Antiquario sorrise, era certo che alla fine il pirata avrebbe ceduto. «La sua cassaforte è impenetrabile ma conosco chi ci potrebbe aiutare. È un uomo abbietto e spietato. Un sociopatico incline all'omicidio ma è un vero genio. Non so molto di lui, so soltanto che si chiama Jim... ed è un consulente perfetto per chi come me ha molti segreti pericolosi da nascondere... potrebbe aiutarci con il giusto compenso».
Erano passati solo pochi minuti dal discorso di Lùi ma a Arthur erano parse ere.
Aveva parlato con calma ma dentro di se sentiva una sibilante voce urlare al tradimento. Aveva tradito i suoi ideali di libertà per uomo che conosceva appena ma a cui si sentiva immensamente e irrazionalmente legato.
Grazie Miryel di cuore di tutto questo!!!!
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