25 - The garden of the stone roses
Silenziose ed eterne. Le statue li fissavano con i loro inscrutabili sguardi.
Quale mirabile fortuna esser di pietra e lasciarsi scivolare di dosso ogni cosa.
Mentre le infamie del mondo si espandevano.
Non provare dolore ne rabbia, che meraviglia il sonno di pietra, aveva quasi paura di turbare il loro riposo.
Garvin si massaggiò i polsi, lo aveva finalmente liberato e lo aveva lasciato in quel curioso giardino perché sapeva che non aveva nessun posto dove poter andare.
Aveva capito che era a Londra, una delle tante. Ma non aveva ben capito quando.
Doveva essere una realtà molto vicina alla sua, nel cielo apparivano dirigibili e questo gli riportava alla mente un episodio di Doctor Who.
C'erano moltissime rose in quel giardino, stranissime e inquietanti rose di pietra.
il ragazzo si massaggiò i polsi doloranti, non gli aveva dato nemmeno delle bende per medicare i tagli.
Era assorto tra i suoi pensieri e sussultò quando una mano gli sfiorò la spalla.
Si allontanò bruscamente e voltandosi lo vide, un vecchio con folti baffi bianchi e una curiosa barba a punta lo fissava incuriosito.
«Chiedo scusa non volevo spaventarti, mirable oggetto prezioso... Avevo detto che non mi sarei avvicinato ma dovevo controllare l'effettivo valore... ».
All'apparenza poteva sembrare gentile, ma Garvin vedeva nei suoi occhi un bruciante desiderio.
«Non verrò con te, Arthur può dire ciò che vuole». affermò con decisione il ragazzo, sperando di non tradire alcuna emozione.
«Non intendo comprarti, ma rubarti e giocare con i tuoi pensieri finché non mi supplicherai di toglierti la vita... Ti strapperò le ali mia piccola farfalla, non sarai mai più libero, come le rose di questo giardino.».
Freddie osservò il giardino di pietra dall'alto, era in ritardo e se avesse tardato ancora lo avrebbe fatto scoprire.
Lùi non si fidava, a ragione, ma Chiara stava iniziando a cedere. Non poteva dir loro perché si era recato in quel luogo. Non poteva ammettere che stesse cercando di recuperare i ricordi di Grvin. Glieli aveva rubati solo alcuni e quelli rimanenti lo avevano condotto dal pirata, doveva tentare il tutto per tutto.
«Bene bene! Sei quasi tornato a casa, spettro!».
Freddie si voltò il pirata lo osservava divertito. «Qual buon vento ti ha condotto da me? E come hai eluso la sorveglianza del guardiano? Non chiedo come hai fatto a ingannare la ragazza, ma sono curioso... Come hai raggirato Lùi?».
Il cantante sorrise «Non siamo qui per blandire il mio Ego e le mie doti illusorie. Sono qui per riprendermi i ricordi del ragazzo, sono nutrimento per me e per te non hanno alcun valore».
«Non sei riuscito ad ingannarlo... sei stato arruolato alla sua causa... Speri che troverai la tua porta? Speri che ti condurrà alla verità?».
Freddie rimase in silenzio. Come poteva esserci una porta per lui Dopo quello che aveva fatto? Poteva almeno provare ad aiutare Garvin e Chiara, loro certamente avrebbero trovato la loro.
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