Garvin sbatté le palpebre, non riusciva a vedere niente se non l'oscurità.
Ricordava che stava fissando il rullo in attesa della propria valigia, Jason si era allontanato un attimo.
Era troppo concentrato sul rullo non aveva visto il volto di nessuno attorno a se, ma aveva sentito la puntura. Dopo quello l'oblio.
La luce si accese e un ometto basso con tre ciuffi rossi e occhietti neri porcini apparve davanti a lui.
L'uomo lo fisso sfregandosi le mani e Garvin si sentì rabbrividire. Conosceva quello sguardo bramoso e ne era terrorizzato. L'uomo gli si avvicinò e iniziò con calma ad aprirli i pantaloni.
Garvin voleva fermarlo, ma non riusciva a muoversi.
«Non ti sforzare farfallino, il paralizzante che ti ho somministrato è molto efficace... »
Garvin percepì l'aria carezzargli la pelle delle nude gambe, e il tocco intrusivo si quell'essere.
Sentiva la nausea aumentare, mentre la creatura lo spogliava soddisfatto.
«Non puoi muovere ma resterai cosciente, non vorrei che ti perdessi qualcosa... Mi dispiacerebbe molto, adoro che le mie prede provino emozioni. Il dolore, la paura migliorano il sapore...»
La creatura gli carezzò 'addome.
Garvin voleva urlare, perché non riusciva ad aprire bocca?
Smettila, non toccarmi, ti prego smettila, non sono un oggetto...
L'uomo percepiva il suo respiro affannoso e sogghignava mentre carezzava quel corpo bramoso.
«Mostrami le tue ali farfallino, sono quelle che desidero mangiare per prima... Poi quando te le avrò strappate questo giocattolo, mi darà tutta la soddisfazione che desidero e... »
Garvin percepì la lama sul suo stomaco. «Poi quando di te non sarà rimasto che un guscio vuoto di dilanierò... La carne di Fata è fonte di grande potere...»
Cosa ? Io non sono una fata? Le ali non sono mie... Non so come farle apparire.
La creatura gli carezzò le cosce e gli sollevò le gambe «Dammi le tue ali farfallino... dammele se non vuoi che ... »
Non posso... qualunque cosa tu faccia, semplicemente non posso... Ti prego...
«Ho sentito il tuo odore di fata, non dovresti circorcolare senza protezione... Ci sono moltissimi predatori... Ma che dico... Non ti serve più ... Sei così tenero... voglio proprio assaggiarti... Ormai sei mio...»
Le labbra della creatura erano roventi, i suoi denti lo ferivano e la sua lingua si insinuava facendogli desiderare di urlare con tutte le sue forze. Ma non poteva, le sensazioni lo colpivano con forza e lui era inerme, in balia di un mostro.

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NOTE dell'AUTORE...
A mia difesa... la parola del prompt di oggi era proprio 165. Slavery
Una creatura che ha visto le sue ali , le ali che Maël gli ha mandato per proteggerlo e che lo ha involontariamente messo in pericolo.
Paralizzato e ... in balia del suo aguzzino...
Garvin stringi i denti..