161 - Non sono qui...
«In ginocchio»
Garvin lo ha seguito in quel dannato bagno. Lo ha in pugno. Le foto che gli ha mostrato sono stampate nella sua mente. "Se non mi soddisfi, ti assicuro che il tuo amichetto si pentirà di essere entrato nelle nostre vite...Credevi che l'Oscurità avesse finito con te? Hai liberato loro, tu sei mio... e soffrirai te lo assicuro... MA non è detto che debba farlo anche Jason... Tu diventa il mio giocattolo e finché sarai alla mia mercé, ti assicuro che starà bene..."
Garvin sospira, lo sta facendo per Jason eppure stava malissimo. Si vergognava per la su debolezza.
Come poteva reagire, un frammento di male era rimasto là e poteva nuocere a Jason.
La mano di Alex lo spinse a terra e ppi si liberò dei pantaloni.
«Fai un lavoro accurato...»
Garvin cercò di non tremare, cercava il sorriso di Jason mentre cercava di far raggiungere l'orgasmo all'alto il più velocemente possibile, Alex premeva la sua testa verso il suo inguine. Accompagnando i suoi movimenti. Provava pena per se stesso. Non riusciva a non sentirsi un debole.
Alex gli strattonò i capelli e lo spinse a terra. «Sugelliamo questo patto, voltati e... » non terminò la frase afferrò rudemente i fianchi del ragazzo e li sollevò verso di sé.
Jason scusami, volevo scappare con te... Ma non posso permettere che l'Oscurità si nutra di te.. Io forse sono perduto, forse non ho speranza.
«Povero coniglietto...» sussurrò Alexcarezzando la pelle scoperta della sua preda. «Così pallido, così ... fragile... Hai visto cosa ti accadrà... Diventerai il mio spettro... »
Garvin voleva scacciare dalla sua mente ma il suo potere non accennava a far sparire quelle immagini.
Il suo corpo magro, pieno di lividi. I segni dei colpi di Alex. Lo avrebbe certamente ucciso, ma solo dopo averlo trascinato nella sua oscurità.
Scusa Jason, sono solo debole...
No non lo sei, avere cuore, temere per le persona a te care, sacrificare te stesso non ti rende debole.
Garvin sollevò lo sguardo. Jason? Lo sentiva, era la?
«Sento il tuo amichetto... che venga pure... potrà anche assistere prima di...»
Garvin scattò, e Alex cadde preso alla sprovvista e si voltò verso il ragazzo. L'ombra fremette di rabbia.
Le ali di Maël apparvero alle sue spalle, la fata attraverso il tempo gli mandava il suo aiuto.
«Io sono la luce...»
Alex gridò e svanì davanti ai suoi occhi.
Garvin oscillò, aveva davvero evocato il potere della fata?
Si sentiva spossato ma orgoglioso, si era librato dal suo incubo?
Jason irruppe nella stanza e lo afferrò prima che cadesse a terra.
«È finita amore mio, sì direi ce dovremo andare via, tu e io... Ci rifaremo un'altra vita molto molto lontano da qua ci stai?»
Garvin annuì, chiuse gli occhi e pensò a Freddie, si l'amico sarebbe stato molto orgoglioso di lui.
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