Cos'era l'oblio? Dimenticare se stessi? Dimenticare il proprio cuore?
Allora non vi era destinato, perdeva parti di se ma lui rimaneva sempre nella sua mente.
Era sempre allo stesso posto.
Se si concentrava poteva sentire il delicato tocco della sua pelle.
Freddie è notte ti prego controlla l'orologio prima di chiamare!
«Dove sei adesso?»
Percepì la sua risata Te l'ho già detto sono in Giappone, oggi ho fatto de prove a coppie con Miki.
«Quella carina che sorride sempre?»
È la mia amica più cara sul ghiaccio, mi trovo così bene con lei. Sarebbe una partner perfetta, peccato non voglia farmi fare il ruolo adatto a me.
«Immagino principessa... tua madre ti ha chiamato?»
Non mi chiama mai... Sai quanto è felice di vedermi partire... Mal tollera la mia presenza. Sai che mi ha detto ieri? Che non sarò mai amato da nessuno? Che la mia scelta di essere gay mi porterà solamente la solitudine...
«Come può dirti questo... Non crederle... Tu non sarai mai solo... Garv... Mi senti?»
«Come può sentirti esiste solamente nella tua mente...»
L'ombra sussultò e una luce si accese diradando l'oscurità e riflettendosi negli occhiali spezzati di Lùi. «Come può sentirti? Sei solamente un'ombra... »
«Come te...»
Freddie lo osservò, i capelli, il volto, i segni delle fiamme erano evidenti. Adesso anche lui era un'ombra.
«Mi ha visto, mi odia... Ma non riesce a rinnegarmi... » La voce di Lùi era un sussurro. « Si dimenticherà di me, sparirò nell'oblio dopo tutti questi secoli.»
Freddie non sapeva a cosa si riferisse, ma aveva ben impresso a cosa si riferisse. Ma che scopo aveva la furia in quel non luogo? Forse era quello il significato dell'oblio, accettare che gli avvenimenti gli scivolassero addosso. Voleva che andasse avanti, che fosse felice...
Lùi cercò di allontanare i pensieri di Freddie dalla sua mente. «Si diventa tutti così ipocriti stando qua? Non voglio che mi dimentichino, non voglio che siano felici senza di me... Resterò un ricordo nella loro mente... »
Voleva vederlo solamente un'altra volta, era stato il suo presente, lontano da quella porta maledetta, era stato tutto. Ricordava di essersi rivisto in lui, e assieme avevano trovato un altro scopo e poi?
L'oblio...
«Mi ha ucciso alla fine, anche lei ha scelto il suo presente...»
Era emersa tra le fiamme con le lacrime agli occhi, lo aveva visto.
Aveva accettato di condividere il suo amore ma non la sua tenebra.
«Mi cerchi ancora? O come Arthur hai scordato di avermi ucciso?»
Nessuna risposta, non vi era nessun ricordo a rispondere alle sue domande, solo il silenzio.

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NOTE dellìAUTRICE...
il sonno della ragione genera mostri...