148 - the Fall
Garvin...
Una voce lo stava chiamando, Garvin si svegliò e trasalì, non era nel letto di Jason era sdraiato nel bagno, quel bagno. Non c'era più entrato, a costo di risultare matto e strambo ma adesso era lì sdraiato. Indosso solo la camicia di Jason e l'intimo.
Rabbrividì, la stanza era avvolta nella penombra.
Garvin, sai perché sei qui.
Il ragazzo deglutì, era un incubo, era solo un brutto sogno. Stava meglio, era tra le braccia di Jason.
Non avevano fatto molto altro se non baciarsi tutta la sera, Garvin si sentiva ancora timoroso e Jason aveva rispettato il suo riserbo. E adesso?
Alex emerse dalla penombra come uno spettro, aveva un taglio sulla testalo sguardo ricolmo di follia e desiderio.
Garvin gemette e il suo aguzzino rise divertito. «Squittisci piccolo, non mi sfuggirai... non reagirai... in fondo ti piace stare sotto, è quello che vuoi...»
Garvin chiuse gli occhi. Doveva essere un incubo... Non poteva essere reale. Il ragazzo si rannicchiò su se stesso e quando le mani di Alex si serrarono sui suoi polsi. No! Non può essere vero. Eppure quel corpo, quel respiro.
«Perché non reagisci? Allora è vero, sei una puttanella compiacente...»
Alex lo schiacciava con il suo peso mentre la sua mano scivolava verso l'inguine della sua preda.
«Reagisci, fermami... scagliami lontano?»
C'era rabbia della sua voce non più desiderio, Garvin tremava terrorizzato «È solo un incubo... È solo un incubo...» Sussurrava piangendo. Ma quella certezza fu definitivamente spazzata via quando Alex lo penetrò bruscamente.
Garvin tentò di gridare. Ma la mano di Garvin rubò la sua voce. Al dolore si aggiungeva la fame d'aria, mentre quelle mani oltre che alla voce tentavano di sottrargli anche la vita.
Aiuto...
Il buio lo avvolgeva completamente, non percepiva più niente.
Maël era là avvolto dal potere della Triade Oscura.
Garvin voleva gridare, ma non aveva più voce, era quello la morte? Era uno spettro?
Maël si ergeva fiero la sua luce allontanava la tenebra. Garvin lo osservava ammaliato.
Era arrivato da lui, la sua richiesta di aiuto era stata ascoltata, aveva spezzato i sigilli del Re delle Fate.
«Aiutami, ti prego...» Non lo avrebbe mai sentito se fosse stato solamente un'ombra ma la Fata udì la sua supplica e lo guardò stupito. «Cosa fai qua? L'oscurità ti attratto, cosa fai qua? Cosa stai facendo?»
Garvin si voltò, la luce della fata spezzava l'illusione.
Il contatto si era spezzato, ma era durato quanto bastava perché Maël vedesse. Garvin vide chi lo stava veramente pressando, Lùi. L'antiquario lo fisava inorridito.
Jason lo spinse via da Garvin, Lùi gridò e uno sbuffo oscuro apparve dalla sua bocca. Jason stringeva Garvin che tremava scosso dai singhiozzi.
Lùi sbattè le palpebre, la Fata lo aveva visto, era riuscito a stabilire un contatto con lui, ma era stato il potere oscuro a indurlo a quel gesto. Chiara non gli avrebbe mai fatto del male e quel pensiero lo aveva ossessionato.
Non aveva mai usato la magia per creare illusioni, si era finto Alex, voleva che il terrore spingesse Garvin a liberare il suo potere e aveva funzionato, ma Maël lo aveva visto su Garvin, non aveva visto la sua illusione ma la verità e lo aveva guardato con orrore. Eppure, non gli importava, aveva funzionato, il dolore di Garvin lo aveva riportato da Maël e quel pensiero lo portò a sorridere.
Jason strinse Garvin a sé mentre la minaccia incombeva nuovamente su di loro.
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NOTE dell'AUTORE:
l'Oscurità sta dilagando?
La luce resisterà
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