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123 - The night comes down

Aveva allungato la mano, il suo grido lo aveva ridestato, si era frapposta tra lui e la lama, aveva fatto da scudo con il suo corpo, lo avevano trascinato in piazza. Aveva lottato per non separarsi dal corpo di Jaan ma invano, lo aveva chiamato mentre lo portavano via. Come se il fratello potesse ancora sentirlo, come se potesse sollevarsi da un momento all'altro e sorridergli, dirgli che fosse tutto uno scherzo, che niente di quanto stava accadendo era reale.
Doveva essere tutto un gigantesco incubo.
O forse lo era stata la sua vita? Un'illusione a cui era stato sottratto con violenza.
Lo avevano trascinato in piazza, Leonard lo attendeva là.
Li lasciò fare, che senso aveva resistere. Quando sollevò lo sguardo vide Lùi tra la folla, tutti aspettavano lui.
Fa qualcosa, ribellati! Rialzati.
Parevano dire tutte quelle bocche.
Ma che senso aveva farlo?
«Alzati, sei libero» sibilò Leonard con sdegno.
Immanouel chiuse gli occhi. Libero? Perdere la propria anima, il proprio cuore era essere liberi?
«Alzati e lasciati tutto alle spalle, vieni con me...».
Non voleva vivere ancora, non poteva rialzarsi.



Lùi trattenne il fiato, il senso di impotenza lo schiacciava.
Ti prego alzati, ti prego...
Non poteva credere che stava per succedere, suo fratello si muoveva attorno al suo Re, sussurrava frasi incomprensibili.
Lùi poteva vedere l'Oscurità cresce fino a fuoriuscire dal corpo dello stregone.
Guardami, ti prego... Non posso perdere anche te... Mio Re, Immanouel.
I loro occhi si incrociarono per un attimo e il cuore di Lùi parve fermarsi, la spada di cristallo di Morpheus si librò in aria e Lùi credette sentire l'urlo del suo Re. Leonard si voltò, il volto deformato da un ghigno furente e in quel momento comprese, era stato lui ad urlare, la gola pareva doverglisi lacerare.
Kia... Jaan... Immanouel... Le spire di tenebra avvolgevano ogni cosa, la realtà stessa si spezzava.
Il potere di Immanouel si disperdeva, la luce svaniva, il mondo stava forse per finire?

Stava correndo la testa gli pulsava, verso cosa fuggiva?
Delle voci, percepiva delle voci che lo chiamavano.
Le creature dello Stregone lo inseguivano e Lùi inciampò e cadde. Entrò nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle.
Quelle voci... Kia, Immanouel... Jaan... Erano forse i loro spettri a chiamarlo?
Quell'opprimente sensazione di panico preannunciava l'arrivo delle spire di Leonard.
Le sue mani tremavano e il mazzo gli cadde a terra, la testa gli pulsava, doveva sbrigarsi, correre verso quelle voci.
Erano là, oltre la porta che già vedeva. Era un custode, il suo popolo... quello che era il suo popolo esisteva per quello.
Custodivano il tempo e lo spazio preservandolo e garantendone l'integrità, ma se non fosse fuggito l'Oscurità avrebbe avvolto ogni realtà, non soltanto la sua.
Lùi...
Il suo Re lo stava chiamando, Kia lo stava chiamando, doveva fuggire...
La chiave brillava tra le altre, e la voce lo raggiunse di nuovo. Era la chiave che lo chiamava, il tempo stesso gli indicava la via. Era una vecchia chiave di ottone, mezza arrugginita, la prese.
Si osservò le mani, erano sporche di sangue, il loro sangue... il sangue delle vite che non era riuscito a salvare.

La porta andò in mille frantumi Leonard emerse dalle tenebre appena in tempo prima di vedere la botola che Lùi aveva creato a terra con il sangue chiudersi alle sue spalle. Il grido dell'Oscurità fece vibrare ogni cosa e il suolo si spaccò.
Un Guardiano era scappato, la Luce aveva ancora una possibilità di sopravvivere.
Una flebile debole speranza.

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