122 - Painless...
Lùi gli poggiò una mano sulla spalla «Mio Re... Immanouel... Ti prego dobbiamo fuggire... Ti scongiuro... Permettimi di salvarti.»
Immanouel stava rannicchiato, aggrappato al cadavere del fratello, scosso dal pianto. Il pianto silenzioso di una cieca disperazione. Si sarebbe fatto uccidere, cosa gli aveva mosso la mano? Qualcosa lo aveva fatto agire?
No era stato Jaan, in un barlume di ragione si era lanciato sul suo pugnale e poco prima di morire gli aveva sorriso di nuovo Mi dispiace...
Lo stringeva a se e non voleva lasciarlo, era un mero oggetto, ma era anche il suo fratellino, non voleva lasciarlo andare, non poteva, sarebbe stato come ucciderlo ancora e ancora.
«Mio Re, ti prego... L'esercito di Morpheus, i dodici teschi ci stanno raggiungendo... Immanouel, ti prego, non posso perdere anche te... ti prego.» Kia si chinò al suo fianco, non la guardava, Immanouel non vedeva niente che non fosse il corpo del fratello.
«Kia fuggi» le intimò Lùi non appena sentì lo sferragliare che preannunciava l'arrivo dell'esercito nemico.
La ragazza lo fissò determinata. «Ho giurato di proteggere il mio Re, non lo lascerò mai...»
«Kia, ti uccideranno...» sussurrò Lùi con voce tremante.
La ragazza si sollevò e si pose dinanzi a Immanouel, le fiamme magiche apparvero attorno al suo corpo quando i soldati irruppero nella stanza, era pronta.
Immanouel era chino sul fratello come se potesse proteggerlo anche dalla morte stessa, cullandolo dolcemente, carezzandogli il volto, il suo volto così giovane, eternamente giovane. Rappresentava tutto il suo amore, tutta sua vita, strappata, lacerata. La morte era ben accetta, almeno li avrebbe riuniti.
È colpa mia, avrei dovuto prendermi più cura di te, aiutarti ad affrontare il mondo. Sono stato cieco, Mi sei scivolato tra le dita, l'Oscurità mi ha preso tutto, nostra madre, nostro padre... Leonard, te... Tu, mia vita... Jaan eri il mio tutto e non te l'ho mai detto a sufficienza. Ti sentivi debole, ma eri la mia forza. Dovevo essere per te ciò che tu eri per me.
«Kia, ti prego, sono vampiri, non puoi ucciderli tutti, ti prego...»
Ma la ragazza non lo ascoltava, Jaan le si era allontanato, lo avevano tutti lasciato sprofondare nei suoi incubi. Nessuno aveva trovato strano che passasse improvvisamente tanto tempo don Leonard, nessuno aveva notato i segni sul suo corpo, le occhiaie, gli sbalzi d'umore. Non si erano mai chiesti, davvero cosa provasse, cosa lo tenesse bloccato in quel corpo così giovane, ne quale fosse l'effetto che suo fratello avesse su di lui. Immanouel e i suoi poteri, il suo corpo adulto, colui che tutti amavano e rispettavano. Non lui, il ragazzino. Kia era sua amica, la sua più cara amica, e non era stata in grado di aiutarlo, ma non avrebbe abbandonato Immanouel nel suo dolore, sarebbe rimasta a proteggerlo finché le sue fiamme avrebbero bruciato, fino alla sua ultima goccia di sangue.
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