120 - Into Darkness
Jaan si appoggiò alla parete, osservava Morpheus, aveva sentito il desiderio nello sguardo dello stregone ma non voleva focalizzarsi su Leo. In quei sette anni aveva guadagnato tanto nel rapporto con il fratello, tutto andato in fumo quando aveva percepito il desiderio di Leonard.
Lo stregone si teneva a distanza da Immanouel e Jaan vedeva la sofferenza negli occhi del fratello che tanto aveva atteso il ritorno dell'amato.
Jaan li osservava, si sentiva fremere, non voleva buttare benzina sul fuoco ma... Era tentato.
Lo stregone scelse per lui e gli si avvicinò. Gli porse un bicchiere «Bevi qualcosa con me?»
Jaan non gli chiese cosa gli passava i per il cervello, perché dopo sette anni non passasse ogni momento assieme a Immanouel, ma non lo fece lo seguì.
Il balcone che lo stregone aveva scelto era in una piacevole penombra.
«Non ti ricordavo così...» sussurrò lo stregone avvicinandosi al Principe. Jaan deglutì e sperò che non potesse sentire.
Lo stregone gli scostò la giacca esponendone il torace. «Non ricordavo il tuo corpo così giovane e bisognoso di attenzione... Perché non ti mostri a me, ho pensato tanto a questo momento in questi sette anni»
Jaan deglutì, voleva dirgli che sbagliava, che non poteva credere che non avesse pensato a suo fratello. Ma non disse nulla, si sfiorò la cinta e la sbottonò con calma.
«Mostrami come ti dai piacere, voglio vedere tutto te.»
I pantaloni caddero a terra iniziò a toccarsi senza esitazioni, lo osservava, lo desiderava e Jaan se ne sentiva sempre più soddisfatto. Si voltò sorrise mentre gemendo affondava dentro se stesso, non poteva negare di averlo fatto, ma aveva smesso di pensare allo stregone e adesso era tutto come se quei sette anni non fossero passati, era sempre un bambino così bisognoso di affetto e attenzione. «Vieni qua, piccola aspetta desiderosa, vuoi il mio polline non è vero?»
A quelle parole Jaan si voltò e strisciò verso Leonard e gli carezzò le gambe, una parte della sua mente cercava di aggrapparsi alla razionalità ma non riusciva a frenarlo. Quando lo prese in bocca lo stregone lo afferrò per i capelli e iniziò a pressarlo e ogni remora scomparve.
Lo stregone non lo toccava più del necessario e quando lo spostò con forza per voltarlo Jaan sospirò felice, aveva sognato tanto quel momento, voleva che lo prendesse. Fare sesso su quella terrazza a rischi di essere visti, a Jaan non importava, aveva quello che voleva, o che credeva di volere. Leonard aveva scelto lui alla fine, nonostante o forse grazie al suo giovane corpo. Riuscì a tenerlo avvinto a se un ora mentre cercava in ogni modo di prolungare l'orgasmo dell'altro. Aveva vinto? Eppure non si sentiva davvero sazio, non si sentiva davvero soddisfatto.
Poteva vedere il volto di Immanouel velato dalla tristezza e per un attimo si sentì morire dentro, poco prima che l'orgasmo spazzasse via tutto.
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NOTE dell'AUTORE:
La discesa nell'oscurità di Jaan è comunque iniziata...
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