Garvin voleva tornare a casa, voleva vedere suo nonno, mettersi i pattini ai piedi e sentirsi di nuovo libero.

E invece lo avevano confinato in quel mondo.

Jason lo aveva guardato con i suoi occhi da cucciolo e gli aveva promesso che sarebbe tornato.

Persino Freddie se n'era andato, ma non per sua volontà.

La fate, la regina di quella terra lo aveva scacciato.

Per Garvin era follia vedere un volto tanto simile al suo. Aveva un volto indecifrabile, non sapeva dargli un'età, pareva essere senza tempo. Lo fissava impassibile come se si aspettasse che crollasse da un momento all'altro.

Non voleva dargli soddisfazione ma non ce l'aveva fatta a trattenersi.

Aveva urlato, lanciato tutto quello che aveva avuto a portata di mano.

Lo avevano tradito. Gli avevano detto che a loro importava di lui, che non lo avrebbero abbandonato. E poi erano andati via. Si erano presi quello che volevano e se ne erano andati.

Come tutti, come Alex quella sera. Aveva flirtato con lui, era solamente un gioco, era un ragazzino, non pensava che quel tipo lo prendesse davvero sul serio.

Non pensava che lo raggiungesse quando tutti se n'erano andati per appartarsi al buio.

Pensare che all'inizio era stato pure eccitante. Il suo corpo forte, le sue mani esperte, ma poi quando la situazione era evoluta si era spaventato e Alex non gli aveva offerto via di fuga. Lo aveva canzonato "la mia mano sporca del tuo seme dimostra quanto tu lo voglia. Con quella stessa mano gli aveva coperto la bocca e il suo stesso odore gli aveva riempito le narici mentre invano aveva cercato di urlare. Era stato doloroso, per nulla piacevole come se lo era immaginato nelle sue fantasie. Non gli aveva portato via solo la sua verginità, ma anche la sua fiducia. Tutta la sua fiducia nel genere umano.

Si rannicchiò a terra «Fammi tornare a casa, ti prego! Non mi importa quale sia il rischio, rivoglio la mia vita, anche se è poco... Anche se non dovesse importare a nessuno... anche se è tutta una farsa... Ti prego.»

La fata lo osservò, impassibile «No» furono le sue sole parole.

Garvin voleva lanciarglisi contro, obbligarlo a dargli ciò che aveva chiesto, ma Maël era un re dagli incommensurabili poteri e lui? Un ragazzino solo e sanza nessuno.

Leonard fissò di nuovo lo spettro di Immanouel.
Perché adesso resisti?
Immanouel gli sorrise, era per lui che stava resistendo. Era stato forse Jason la causa? Il guaritore aveva alleviato la morsa dell'Oscurità solo con la sua presenza e aveva permesso a Immanouel di manifestarsi di dare forza al suo sentimento. Sentimento, non credeva possibile, forse prima di quel momento era sempre stata l'Oscurità a parlare? O forse...
Forse ti sto conducendo esattamente dove voglio che ti vada, ti sei offerto volontario come agnello sacrificale e non te ne sei nemmeno accorto.
Immanouel voleva dire qualcosa, fare qualcosa, ma era solo un'ombra e non aveva nessun potere sul mondo dei vivi.
Avrò il mio cuore, avrò il mio campione e la notte eterna discenderà.

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NOTE dell'AUTORE:

Garvin è stato lasciato nel mondo di Maël, la fata ha promesso di sorvegliarlo e tenerlo al sicuro, lui solo può precludere il mondo a Leonard e alla sua oscurità.

Ma il ragazzo si sente abbandonato e ricorda qualcosa di molto brutto.

Persino Leonard dopo aver assaggiato la libertà dal potere che lo domina, scopre con orrore una verità terrificante.

Un altro passo verso la fine del viaggio.

Grazie a voi, che leggete

Grazie a Chiara e alla sua pazienza

Grazie mia Musa di essere come sei...

MERAVIGLIOSO!